“Ha solo una notte per salvarli tutti” e l’avventura inizia con un’importante cena di gala, alla presenza del sindaco e del governatore. Un evento decisamente importante, uno dei quei momenti in cui nulla dovrebbe andare storto e quindi, ovviamente…gli ologrammi animati delle costellazioni sono effettivamente splendidi ma la rivolta globale ha sempre un suo fascino, specialmente quando si origina dalla magia. 24 esplosivi minuti, quasi un film a sé, che fungono da esplosiva introduzione all’apparizione del London Eye visto dal cielo, conferma inequivocabile che il “museo più pazzo del mondo” ha attraversato l’oceano e contagiato il British Museum!
Si ha sempre paura, come è giusto che sia, del terzo episodio di una trilogia ma in questo caso, cliché “maledizione d’Egitto” a parte, i timori dello spettatore sono del tutto infondati perché Notte al Museo – Il segreto del faraone è molto divertente ed il fatto che si conoscano già molti dei numerosi protagonisti (umani e non) enfatizza semplicemente la curiosità dello spettatore.
Un discorso a parte merita, infatti, l’incredibile cast, dalla collaudata coppia Ben Stiller-Owen Wilson a mostri sacri della storia del cinema americano come il 93enne Mickey Rooney (venuto a mancare il 6 aprile 2014, durante la produzione) a star planetarie come Hugh Jackman (nei panni di se stesso) e Ben Kingsley al celebre Ricky Gervais e, dulcis in fundo…il grandissimo Robin Williams. Uno dei vantaggi dell’apprezzare il film in versione originale è proprio la costante commistione di inglese britannico ed americano che sembra seguire il cambio di location ma è l’oceano di gag e dialoghi esilaranti l’autentico valore aggiunto. Owen Wilson che commenta un video su YouTube con un LOL, ad esempio, sembrerebbe una scena banale ma quando sei alto come un action figure…comprendi quanto sia vero il motto “la vita è sempre una questione di prospettiva” e Ben Stiller che si rivolge allo scheletro animato del T-Rex dicendogli “attento a ciò che fai con quella coda!” vale da solo il prezzo del biglietto.
Il regista Shawn Levy ha mirabilmente diretto l’intera trilogia (ritagliandosi anche un cameo nel secondo episodio) e la tenera sottotrama del rapporto padre-figlio tra il protagonista e l’improbabile adolescente aspirante deejay è la quadratura del cerchio per una produzione intenzionalmente rivolta all’intrattenimento puro. D’altra parte, come potrebbe essere altrimenti, visto che il primo ed il secondo episodio della “saga” hanno incassato insieme quasi un miliardo di dollari al botteghino?
Impossibile, inoltre, non commuoversi (alla luce del tragico epilogo biografico) di fronte alla scena del compianto Robin Williams che, nei nobili panni del Presidente Theodore Roosevelt, si congeda da Ben Stiller e dalla vita.