Il Cinema ritrovato di Francesco Rosi.

La Cineteca Nazionale e la Cineteca di Bologna si uniscono nel ricordo di Francesco Rosi, scomparso lo scorso 10 gennaio, autore a cui le due istituzioni cinetecarie hanno in questi anni dedicato il loro impegno attraverso numerosi restauri.

Mani sulla cittàE proprio in omaggio a Francesco Rosi, due restauri, quello di Salvatore Giuliano (realizzato dalla Cineteca di Bologna) e quello di Le mani sulla città (realizzato dal CSC – Cineteca Nazionale) torneranno nelle sale italiane da lunedì 9 febbraio, nell’ambito del progetto di distribuzione dei classici restaurati Il Cinema Ritrovato.

Già da mercoledì 4 febbraio, la Cineteca di Bologna inaugurerà invece al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b – Bologna) una retrospettiva che, a partire dall’esordio nel 1958 con La sfida, ripercorrerà l’intera filmografia di Francesco Rosi, di cui ricordiamo in particolare due recenti e importanti restauri, realizzati dalla Cineteca di Bologna e dal suo laboratorio L’Immagine Ritrovata: Il caso Mattei (mercoledì 11 e domenica 15 febbraio), presentato in occasione del Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2012 e Lucky Luciano (sabato 14 e domenica 15 febbraio), presentato nel 2013 al Festival di Cannes.

rosi-francescoMartedì 17 febbraio sarà invece il CSC – Cineteca Nazionale a promuovere una serata speciale in ricordo di Francesco Rosi alla presenza di Raffaele La Capria, Roberto Andò e Fabrizio Corallo, con la proiezione al Cinema Trevi (vicolo del Puttarello, 25) del restauro di Le mani sulla città, già Leone d’Oro a Venezia nel 1963 e ripresentato proprio in apertura della Mostra del Cinema nel 2013.

SALVATORE GIULIANO (Italia/1961) di Francesco Rosi (123’)
L’Italia tra guerra e dopoguerra, gli incroci tra poteri legali e illegali, la truce e melmosa nascita d’una nazione.

Il capolavoro politico del cinema italiano. Un film in forma d’enigma, tessuto narrativo crivellato di buchi, cinema-verità senza verità possibile. Al centro, un uomo senza volto. Tutto è concreto e allucinato, il realismo è rigore visionario. La forma è conturbante, disorientante, quasi borgesiana; intanto Rosi non molla il colpo un istante, incalzando e interrogando, attraverso la storia del bandito separatista (poi venduto alla mafia del latifondo) Salvatore Giuliano, l’Italia tra guerra e dopoguerra, gli incroci tra poteri legali e illegali, la truce e melmosa nascita d’una nazione.

“Il mio scopo era la tragedia umana scaturita dai rapporti tra Giuliano e gli altri siciliani, tra Giuliano e i carabinieri, tra Giuliano e la vera politica italiana di quell’epoca. Il primo dei misteri italiani, l’uccisione di Salvatore Giuliano, e la prima strage politica, Portella della Ginestra, sono ancora in parte rimasti misteri” (Francesco Rosi). Il film favorì l’istituzione della Commissione nazionale d’inchiesta sulla mafia.

Edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’Immagine Ritrovata in associazione con The Film Foundation e il contributo di Hollywood Foreign Press Association e The Film Foundation

LE MANI SULLA CITTÀ (Italia/1963) di Francesco Rosi (105’)
a Napoli degli anni di ricostruzione come scacchiera del potere corrotto.

All’inizio c’è il crollo di un immobile e l’apparente caduta in disgrazia d’un costruttore: che però sa molto bene come ci si muove, come si compra e ci si vende tra i banchi della politica locale, e stringendo molte mani sporche viene nominato assessore all’edilizia. Un racconto di snodi sottili, di ipocrisie di non immediata decifrazione, ma se Salvatore Giuliano era “un cono d’ombra” (Michel Ciment) Le mani sulla città è alla fine una parabola lampante sulla politica come arte della presa di potere: “Volevo continuare il discorso sul potere iniziato con Salvatore Giuliano. Mettere in evidenza quelle che erano le collusioni tra i vari poteri, tra potere economico e potere politico, rendere chiaro come una città fosse regolata da questo rapporto, da questo intrico di interessi che mescolavano in maniera molto oscura, e anche molto chiara, la politica con l’economia” (Francesco Rosi). Sceneggiato insieme all’amico di una vita, lo scrittore Raffaele La Capria.

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