AMARANTO INATTESO… SORPRENDENTE AMORE! scritto da Ilenia Costanza e Luisa Di Maso, per la regia di Ilenia Costanza, Amaranto è una commedia, che andrà in scena al teatro Ambra alla Garbatella di Roma dal 18 al 29 marzo e che pone l’attenzione su due argomenti di scottante contemporaneità: la discriminazione riguardante l’omosessualità e la tutela dell’ambiente.
La tranquilla quotidianità di Federica, giovane avvocatessa (Noemi Smorra) viene stravolta da un mazzo di fiori e un biglietto: “Stanotte sei stata fantastica. Grazie. Michela”. Stefania, la coinquilina attrice (Ilaria Genatiempo) Raul, il confidente vicino di casa artista visionario (Enzo Piscopo) e l’impicciona Ada, portiera dello stabile (Daniela Morozzi), cercano di aiutare Federica a ricordare l’accaduto di quella notte, passata bevendo all’Amaranto Club. Poi un giornale titola “Wonder Woman è tornata tra noi” e la verità si palesa: Federica quella notte, stordita dall’alcool, aveva difeso una coppia di donne dalle molestie di un branco di omofobi. Tutto torna alla normalità, quando ancora all’Amaranto, Federica e Michela (Cosetta Turco) si incontrano e scoprono di essersi già conosciute, sebbene nessuna delle due ne abbia memoria. L’animo di Federica traballa: il suo lavoro, la sua infinita relazione con Marco, avvocato anche lui (Alessandro Intini), le sue scelte indotte da Grazia una madre oppressiva e forzatamente aristocratica (Barbara Pieruccetti), la perfezione perseguita e la sua stessa natura mansueta. Nel frattempo, Michela interrompe la sua relazione, confessando di essersi innamorata di lei. E l’ulteriore smarrimento di Federica crea un rocambolesco susseguirsi di rivelazioni e tumulti anche nelle vite degli altri. Marco decide di partire per l’America; mentre Stefania si scopre pazza di lui. Ada si rivela una moderna fatina, complici tantissime e talvolta inopportune piantine di aloe; Raul confessa di essersi finto gay per arrivare al successo e perde la testa per Ada. Grazia, dopo scabrose ammissioni, tenta di recuperare il rapporto con la figlia. “Non mi piacciono le donne” dirà Federica prima di svenire per l’ennesima volta, “Mi piace una donna. E ho immaginato di passare con lei la mia vita”. Tra una risata e un indulgente sbigottimento, i protagonisti realizzeranno che “qualunque cosa distrugga la libertà non è amore; deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano”.
Da una parte dunque una commedia che con leggerezza e intelligenza combatte la discriminazione, in una direzione di civiltà e di libertà di espressione, sia del proprio pensiero che del proprio essere; una commedia che, malgrado una cornice storico-economico-sociale discussa e discutibile, riesca a divulgare un senso civico, soprattutto tra i più giovani, e forse con la massima attenzione verso questi ultimi, viste le cronache degli scorsi periodi che continuano a raccontarci di suicidi dati dall’impossibilità di sentirsi accettati.
Il tema dell’omosessualità, che riguarda nella fattispecie quella al femminile, viene trattato attraverso il racconto sereno di una storia d’amore, che insieme al sorgere di altre imprevedibili storie d’amore, diventa finalmente normale; malgrado un tessuto sociale ancora a tratti impreparato, un disagio generazionale dato dalla disoccupazione e una necessità radicata di dover sembrare altro da ciò che si è veramente per essere accettati.
Dall’altra parte, un doveroso impegno verso il pianeta; e se è vero com’è vero che ciascuno di noi ha il dovere di far la propria parte in tal senso, il teatro, in quanto divulgatore culturale sin dalle sue origine, può avere esso stesso il compito di “educare alla tutela dell’ambiente”.
Il segno che AMARANTO vuol dare rispetto all’ambiente è dato dalla scelta registica di una scenografia caratterizzata dall’ecosostenibilità, che come già vediamo con la moda, potrà diventare l’emblema di un impegno ambientale, anche in quei contesti, come appunto lo spettacolo dal vivo, in cui spesso tempistiche e questioni economiche, portano all’uso di materiali non sostenibili. Pertanto, una visione progettuale, ispirata ai valori di proporzione, estetica e cura per il dettaglio, unita ad una profonda conoscenza della materia, guida la filosofia operativa degli scenografi, nella scelta di materiali assolutamente improntati al riciclo e al riuso.
“AMARANTO PER L’AMBIENTE” è per noi una sorta di slogan in cui la parola ambiente assume una doppia valenza (come da vocabolario!): il complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma e si definisce; e lo spazio circostante, ovvero l’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche che permettono e favoriscono la vita degli esseri viventi. Per queste ragioni lo spettacolo in oggetto costituisce un’attività di interesse pubblico, poiché il teatro rappresenta un veicolo di messaggi culturali e una forma di comunicazione che arriva a tutti, passando per svariati canali, in un senso di crescita sociale e civile dell’intera collettività.