Ota Benga non è un elephant man.

Antonio Monda a Roma per presentare il suo romanzo ‘Ota Benga’ che “fa parte del progetto di dieci romanzi su New York nel ‘900 – afferma lo stesso autore -, dove mescolo personaggi inventati e storici. Ognuno ha un tema forte. Qui c’è il razzismo. Un pigmeo finito in una gabbia dello zoo del Bronx, con un orangotango e uno scimpanzé, per motivi scientifici, secondo una distorta visione del darwinismo. Dietro questa vicenda c’è l’ideologia di Madison Grant, un ambientalista razzista, che scrisse un best seller sulla scomparsa dei veri bianchi ariani”.

52 anni, Antonio Monda è romano ma americano d’adozione da 21 anni: si è trasferito dal 1994 a New York. È il nuovo direttore artistico del Festival del cinema di Roma, anzi “della festa del cinema di Roma”, con la missione di portare un po’ di Manhattan all’Auditorium Parco della Musica.

Ad accorrere alla presentazione del libro al Museo MAXXI di Roma attori, registi e produttori cinematografici, da Carlo Verdone a Paolo Sorrentino, da Paola Cortellesi a Walter Veltroni, da Andrea Occhipinti a Paolo Taviani, da Riccardo Milani a Paolo Virzì e tanti altri, insieme alla padrona di casa Giovanna Melandri.

Ota Benga è un personaggio realmente esistito: un pigmeo del Congo che a 23 anni venne acquistato dai mercanti di schiavi per essere mostrato come “l’anello di congiunzione tra la scimmia e l’uomo e dimostrare che Darwin aveva ragione”. “Ota Benga – afferma l’autore – non è come Elephant Man e io mi sono imbattuto in questa storia leggendo una rivista”.

ota bengaIl romanzo, edito da Mondadori, è il terzo dopo il primo libro ambientato negli anni ’50 (L’America non esiste) e il secondo ambientato negli anni ’60 (La casa sulla roccia) e intende suggerire al lettore che “la scienza quando vuole diventare Dio commette delle mostruosità”. Il fenomeno degli zoo etnografici – che diedero vita a dei veri e propri freakshow – diventa l’espediente narrativo per esplorare il razzismo scientifico e il Darwinismo sociale. Monda racconta che ciò che lo ha affascinato di questa storia è stato che il razzismo è interno anche a chi è discriminato, “quando Ota Benga viene messo in gabbia la comunità nera si spacca, c’è anche ci dice ‘noi non siamo come quello, lui è una scimmia’, e questo è ancora più agghiacciante”.

Come nel romanzo precedente, la voce narrante è femminile. In questo caso la protagonista incarna l’emancipazione femminile dell’inizio del secolo scorso: Arianna Sarris è una ragazza che vuole essere indipendente, studiare, lavorare. Ma, agli inizi del Novecento, per una giovane donna di origini greche a New York non è facile. Arianna trova lavoro nello zoo del Bronx, proprio nel momento in cui sta arrivando nella grande gabbia delle scimmie, Ota Benga. Arianna entra in crisi di fronte alla mostruosità di questa vicenda, che vive da vicino anche perché uno degli organizzatori è il suo fidanzato.

“Monda – afferma Gian Arturo Ferrari, intervenuto alla presentazione del libro – è anche un promettente scrittore erotico: il suo personaggio femminile, infatti, incarna una grande sensualità e umanità”. “La storia di Ota Benga, però – gli fa eco lo scrittore Sandro Veronesi – come sappiamo, si conclude con il suo suicidio (poiché non poteva tornare in Congo a causa della I guerra mondiale) a dimostrazione che era un uomo e non una bestia: solo gli uomini sanno togliersi la vita tra gli esseri animali”.

Nel racconto non poteva mancare la passione per la boxe, che Monda definisce “lo sport più puro che esiste”. Monda, infatti, in ogni libro include un grande incontro di boxe e in questo caso ricorda quando il grande campione nero Jack Johnson umiliò l’avversario bianco, campione mondiale dei pesi massimi, Jim Corbett. “Questo evento – afferma Antonio Monda – scatenò delle reazioni di profondo odio razziale. Almeno 25 uomini di colore vennero uccisi in seguito all’incontro”.

Ota Benga è presente in tutte le librerie e il ‘Monda Tour’ ha già in programma diversi appuntamenti in varie città d’Italia.

Antonio Monda, che insegna cinema alla New York University, dopo una sosta il 23 marzo alla Casa del Cinema, sarà di nuovo a Roma il prossimo maggio per continuare i preparativi per il festival 2015, in programma in autunno.

I commenti sono chiusi.