L’inferno dei soliti idioti.

In quale girone dell’Inferno finiscono gli hacker? E gli stalker? Ai tempi di Dante Alighieri questi peccatori non esistevano e, quindi, non trovavano spazio nella mitologia dell’aldilà. Urge un aggiornamento 2.0 della Divina Commedia!

loca infernoSe ne sono occupati, con estrema solerzia, ‘i Soliti idioti’ Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, che hanno riscritto una commedia sulla contemporaneità che parla di dipendenza dai telefonini, del traffico all’ora di punta, dei condomìni e dei supermercati affollati da zombie. Ci sono poliziotti che abusano del loro potere e le sale slot machine che sostituiscono pure gli ospedali, i maniaci dell’ordine e della pulizia e i seminatori di bruttezza.

Ne ‘La solita Commedia Inferno’, questo il titolo del film che sarà al cinema dal 19 marzo in 400 copie con Warner, lo stesso Dante Alighieri è richiamato in servizio per catalogare i nuovi peccatori.

Il film, prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e scritto e diretto da Biggio, Mandelli e Martino Ferro, porta lo spettatore direttamente in uno sgangherato inferno. Dove Dio (Paolo Pierobon) beve whiskey e assume psicofarmaci, il figlio Gesù (interpretato da Tea Falco, con la barba) pratica judo e Minosse (Mandelli) non sa più come catalogare i nuovi peccatori. Lucifero (Biggio) viene ricevuto direttamente da Dio. La soluzione è affidare a Dante (Mandelli) una nuova missione. Il Divin Poeta viene così catapultato in una metropoli italiana e trova come guida Demetrio Virgilio, un trentenne precario abbastanza sfigato.


Da qui una carrellata di gironi infernali. Come la colazione al bar delle otto di mattina; la dipendenza da whatsApp (che ricostruisce un piccolo Trainspotting), la pubblicità stradale invasiva (non solo della privacy) e poi ci sono i forzati della movida.

I soliti idioti incarnano i nuovi ‘Monty Python’ oppure ‘I Nuovi Mostri’? “Il parallelo ci onora, quel film per noi è un modello. Noi volevamo solo avere lo stesso spirito per raccontare l’Italia e gli italiani. I piccoli mostri che covano dentro ognuno di noi” dice Fabrizio Biggio durante la presentazione del film a Roma. E aggiunge Mandelli a chi gli fa i nomi di Cochi e Renato: “magari. Abbiamo provato a fare una cosa diversa rispetto la solita commedia. Abbiamo rischiato anche perché non ci divertivamo più a fare i soliti idioti. Avevamo anche pensato che sarebbe stato bello fare qualcosa insieme a Maccio Capotonda e Frank Matano. Insomma, mischiare le carte. Oggi nessuno vuole rischiare”.

infernoIl film però non vuole fare alcun tipo di morale: “non condanniamo mai nessuno. Vogliamo riuscire a scherzare sulle cose che sono drammatiche. Questo per noi è un obiettivo importante. Quindi ecco i poliziotti violenti o altre categorie che fanno molto discutere ma non vogliamo certo dire che siano tutti così. Il nostro è un modo di affrontare fatti di cronaca di cui comunque si sente spesso parlare”. Per Biggio “il peccato più grande di oggi è il brutto che avanza che costa meno e ti fa così anche guadagnare. Chi vedrei a capo di questo dicastero? Gasparri o Alfano – dice scherzando -. E’ insopportabile vedere i seminatori di bruttezza come i centri massaggi e le slot machine nei centri storici”.

Nel cast trovano spazio anche la bellissima Daniela Virgilio, per la prima volta alle prese con ruoli comici e i protagonisti della web serie “il Terzo Segreto di satira” (Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi) che insieme a Gianmarco Tognazzi si prestano a interpretare molte delle maschere ideate da Biggio e Mandelli.

Per Mandelli “era fondamentale dare vita a un film davvero corale. Come quelli che si giravano a Cinecittà una volta. E così ecco le cento comparse per le sequenze dell’Inferno o il carroarmato e l’elicottero nel traffico. E’ stato fantastico aver avuto una produzione che ci ha permesso di realizzare tutto quello che chiedevamo”.

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