Scraps, il debutto di Ludovica Manzo.

L’artista di origini campane fissa finalmente su disco un progetto in cantiere da molti anni assieme al suo quintetto composto da Marcello Giannini alla chitarra elettrica, Riccardo Gola al contrabbasso, Ermanno Baron alla batteria, Beppe Scardino al sax baritono e clarinetto basso e Gino Maria Boschi alla chitarra classica.

scraps fronte def“Scraps” sono i frammenti, le istantanee di momenti, immagini e atmosfere che appartengono all’immaginario musicale di Ludovica, che ha attinto soprattutto all’universo letterario dal quale ha tratto gran parte delle proprie suggestioni.

Un disco, quello della Manzo, che fa della propria eterogeneità un tratto distintivo, puntando a un eclettismo che ne rivela le doti di interprete raffinata e mai banale. Ciascun brano è come finestra sul mondo musicale di Ludovica, ricco di riferimenti al pop nordeuropeo e al cantautorato d’avanguardia, passando dall’elettronica al jazz fino ad arrivare alla tradizione di musica improvvisata della scena europea contemporanea.

Accanto a questo emerge con forza anche la personalità delle scelte armoniche insieme a una spiccata propensione per le sperimentazioni timbriche: tutti elementi che fanno del cantato della Manzo un interessante mix di audacia e amore per forma canzone più classica.

È il caso di brani come “Lisbona”, libero adattamento da “The Mad Fiddler”, poesia di Fernando Pessoa, nel quale la Manzo predilige le armonie semplici e una melodia molto cantabile. In “Sweet Volcano” la musica ha invece un ruolo preponderante: ispirata dal romanzo di Luigi Pirandello “Uno, nessuno e centomila”, ne riflette appieno la complessità attraverso scelte melodiche originali. Decisamente più elettronico, nonché episodio tra i più sorprendenti del disco, è “Ayl”, brano che si avvale di diverse sovraincisioni di voci ed effetti e che sfocia in una seconda parte tutta dedicata all’improvvisazione.
In “Mesigi” ritornano le suggestioni letterarie, stavolta ispirate dai racconti di Raymond Carver. Dello scrittore statunitense Ludovica riesce a riprendere in musica la capacità dicreare, attraverso immagini minime e spunti quotidiani, metafore potenti. Il brano ha un andamento morbido, sospeso, nel quale si sviluppa un testo che condensa in poche battute l’esatta proiezione di uno stato d’animo.

Ludovica_ManzoSonorità più oblique si scorgono in composizioni come “Country Fair”, su liriche del poeta contemporaneo Charles Simić, mentre in “Con Fusione” Ludovica abbandona per un momento la forma canzone e sceglie di utilizzare la propria voce come un vero e proprio strumento musicale cantando in sezione con gli altri musicisti. Completa il disco una splendida versione di “Any Old Wind That Blows”, brano ripreso nella versione di Johnny Cash qui reinterpretata alterandone l’andamento ritmico e variandone l’armonia.

Formazione:
Ludovica Manzo, voce
Beppe Scardino, sax baritono / clarinetto basso
Marcello Giannini, chitarra elettrica
Riccardo Gola, contrabbasso
Ermanno Baron, batteria
Gino Maria Boschi, chitarra classica su “Lisbona”

Tracklist:
01 Grace Undersea
02 Sometimes
03 Conutry Fair
04 Intro
05 Mesigi
06 Ayl
07 Any Old Wind That Blows
08 Fitz
09 Sweet Volcano
10 Con Fusione
11 Lisbona (To G)

I testi e le musiche sono di Ludovica Manzo ad eccezione di “Any Old Wind that Blows” di Dick Feller and Country Fair e Charles Simic.

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