Al cinema ‘E’ arrivata mia figlia’.


È arrivata mia figlia! di Anna Muylaert, al cinema dal prossimo 4 giugno grazie a Bim Distribuzione. Vincitore del Premio Speciale della Giuria al Sundance e del premio del pubblico all’ultimo Festival di Berlino, il film vede come protagonista l’attrice brasiliana Regina Casé.

È ARRIVATA MIA FIGLIA! è un film sul sistema di regole sociali che è alla base della cultura brasiliana fin dai tempi del colonialismo e che continua tuttora a forgiare l’architettura emotiva delle persone.

The Second Mother_copyright_Gullane Filmes_Aline Arruda_Keystill_1Val è una governante a tempo pieno che prende molto sul serio il suo lavoro. Indossa un’inamidata uniforme da domestica mentre serve tartine impeccabili, è al servizio dei suoi facoltosi datori di lavoro di San Paolo ogni santo giorno e accudisce amorevolmente il loro figlio adolescente fin da quando era in fasce, avendolo di fatto cresciuto lei stessa. Ogni cosa e ogni persona ha il suo posto nell’elegante abitazione, finché un bel giorno l’astuta e ambiziosa figlia di Val, Jessica, arriva dalla città natale della donna per fare i test di ammissione all’università. La presenza di Jessica, giovane risoluta e sicura di sé, spezza il tacito e tuttavia rigido equilibrio di potere della casa e Val deve decidere in chi riporre il suo senso di lealtà e che cosa è disposta a sacrificare.

EAMF“Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura vent’anni fa – afferma Anna Muylaert – quando ho avuto il mio primo figlio e mi sono resa conto di quale nobile compito sia crescere un bambino. E al tempo stesso ho anche constatato quanto proprio questo compito sia denigrato dalla cultura brasiliana. Nel mio ambiente sociale, piuttosto che accudire il proprio figlio, le donne molto spesso assumono una bambinaia a tempo pieno e demandano a lei gran parte del lavoro, considerato noioso e spossante. Ma quelle bambinaie molto spesso devono affidare i loro figli a qualcun altro per potersi occupare di quelli delle persone per cui lavorano. Ho ragionato sul fatto che questo paradosso sociale è uno dei più significativi in Brasile, dal momento che sono sempre i bambini a soffrirne, sia quelli dei datori di lavoro sia quelli delle bambinaie. C’è un problema cruciale nel fondamento della nostra società: l’educazione. È davvero possibile allevare un figlio senza affetto? L’affetto può essere comprato? E, se sì, a quale prezzo?”.

“È ARRIVATA MIA FIGLIA! – conclude la regista – può essere considerato un film sociale, ma non solo. Il suo approccio diretto non intende né giudicare né esaltare i personaggi, vuole semplicemente mostrare la nuda verità. La sua struttura drammatica è asciutta, quasi algebrica. Inizia con la descrizione delle consuetudini e delle regole che governano i rapporti affettivi e sociali in una famiglia di ceto superiore a San Paolo. Poi l’attenzione si sposta su Jessica, la figlia della governante, che irrompe nel contesto domestico del tutto inconsapevole delle regole della casa e di conseguenza finisce con il valicare alcune linee di demarcazione e con l’occupare degli spazi che non le spetterebbero. Ovviamente, viene espulsa da quegli spazi che per tradizione le sono vietati. Viene “rimessa al suo posto”, solo che quel “posto” non esiste più”.

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