Presentata alla Casa del Cinema di Roma la giuria internazionale del XIV RIFF, Rome Independent film festival, che sarà composta dalla star di Bolliwood, Vishakha Singh; dall’attrice giapponese Jun Ichikawa, da Louis Siciliano musicista e compositore, vincitore nel 2005 del Nastro d’Argento, da Philippe Antonello, fotografo di scena che ha lavorato con i migliori registi italiani come Gabriele Salvatores, Pupi Avati e Nanni Moretti, e internazionali come Mel Gibson, per The Passion, e Wes Anderson; da Ines Vasiljevic produttrice di molti film tra i quali La nave dolce, La ritirata e Con il fiato sospeso, dal documentarista Antonio Pezzuto, da Fabio Mancini responsabile dello slot di documentari DOC3 di Raitre e collaboratore alla scrittura del programma Storie Maledette e dal regista Gianfranco Pannone.
Saranno l’opera prima di Tommaso Agnese Mi chiamo Maya con Valeria Solarino e Carlotta Natoli e il film greco di Syllas Tzoumerkas sulla crisi economica A Blast gli opening film dell’edizione 2015 che avrà luogo dall’8 al 14 maggio nella doppia location del The Space Cinema Moderno e del Nuovo Cinema Aquila, a Roma.
Al termine di ogni proiezione, in entrambe le location, sono previsti incontri con i registi. Tra le novità di questa edizione, dove saranno protagonisti più di cento tra film e documentari “indipendenti”, con numerose anteprime italiane ed europee, segnaliamo la sezione fuori concorso delle sette opere vincitrici dei Teddy Awards 2014-2015, premio cinematografico internazionale per film con tematiche LGBT, presentato da una giuria indipendente come premio ufficiale del Festival di Berlino (Berlinale). Il Teddy Award è un premio di carattere sociale assegnato a film e persone che trattano temi “queer” per promuovere tolleranza, accettazione, solidarietà e uguaglianza.
Nel corso del Festival, diretto da Fabrizio Ferrari, verrà dato ampio spazio ai lungometraggi italiani. I titoli selezionati sono i seguenti: Mi chiamo Maya, il film che aprirà il Festival nell’opening night, di Tommaso Agnese, storia di una fuga iniziatica dell’adolescente Niki e della sorellina Alice, in seguito ad un tragico evento, alla ricerca di un’utopica libertà verso una nuova vita; La mezza stagione di Danilo Caputo, vincitore del premio internazionale “Mattador” come migliore sceneggiatura, sulla provincia italiana, dove lo sforzo di essere moderni si scontra con tradizioni profondamente sradicate; Crushed Lives – il sesso dopo i figli di Alessandro Colizzi con, tra gli altri, Walter Leonardi e Nicoletta Romanoff, un film sul sesso prima, durante e dopo la nascita dei figli; Figli di Maam, sul Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, per la regia di Paolo Consorti, con Franco Nero, Luca Lionello e Alessandro Haber; l’opera prima The Elevator, di Massimo Coglitore, film interpretato da attori stranieri, tra i quali Caroline Goodall (Emilie Schindler in Schindler’s List) e Burt Young (nomination agli Oscar per il film Rocky).
Tra i film “fuoriconfine” segnaliamo la commedia poetica italo-spagnola Rocco tiene tu nombre, del registra salernitano Angelo Orlando, conosciuto al grande pubblico per aver lavorato con alcuni dei più grandi registi del cinema italiano come Federico Fellini, Massimo Troisi, Mario Monicelli. Il candidato della Repubblica Ceca agli Oscar per la sezione miglior film straniero, Fair play, della regista ceca Andrea Sedláčková, storia di un’atleta adolescente alle Olimpiadi negli anni Ottanta; il francese Cruel di Eric Cherrière, thriller che racconta la storia di un glaciale assassino; il film greco A Blast di Syllas Tzoumerkas – coprodotto dalla Movimento Film di Mario Mazzarotto – incentrato sul personaggio di Maria, donna in fuga da una vita scontata e monotona in una Grecia schiacciata dal peso della crisi; Kebab & Horoscope primo lungometraggio del regista e sceneggiatore polacco Grzegorz Jaroszuk; Luna di Dave McKean, celebre illustratore di graphic novels e concept artist per diversi film come “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, che ha inoltre prodotto l’immagine lanciata dalla Sony PlayStation e lavorato per film come Blade, Alien Resurrection e Sleepy Hollow. Concludono la sezione film stranieri lo statunitense Midnight Swim, di Sarah Adina Smith, su tre sorelle che tornano
a casa per risolvere gli affari della madre scomparsa a Spirit Lake, e lo spagnolo Todos Estan Muertos, di Beatriz Sanchís, storia di Lupe, una pop-rock star famosa negli anni, ritiratasi dalle scene perché affetta da agorafobia.
Nella ricca selezione dei documentari 2015, un’interessante novità è l’apertura di una sezione dedicata ai ‘documentari brevi’, che affianca le consuete sezioni dei doc italiani e stranieri, accogliendo opere come Haiyan Aftermath, di Lorenzo Moscia, un reportage sull’uragano Haiyan, che ha colpito le Filippine nel 2013, Socotra: The Hidden Land, di Carles Cardelús, sulla remota isola di Socotra e The Bookshop, di David Gordon e Anna Byrne, su un singolare negozio inglese di libri usati. Nella sezione internazionale, primo piano sull’attualità con, fra gli altri, Born in Gaza, di Hernán Zin, storie di bambini cresciuti a Gaza, e Return To Homs, del siriano Talal Derki, storia di due giovani attivisti pacifisti che decidono di impugnare le armi contro il regime di Assad; anche nella sezione italiana si parla di Siria con Young Syrian Lenses, di Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti, su alcuni ragazzi che lavorano nei network informativi ad Aleppo, ma anche di discriminazione, con Non so perché ti odio: tentata indagine sull’omofobia ed i suoi motivi, di Filippo Soldi (anch’esso coprodotto dalla Movimento Film) che analizza le possibili cause dell’omofobia, e di dispersione scolastica nel Sud Italia, con Quando non suona la campana, di Lorenzo Giroffi. Spazio anche ad arte e spettacolo, con Burlesque. Storia di donne, di Lorenza Fruci, Il fattore umano, di Matteo Alemanno e Francesco Rossi, un profilo biografico del grande fotografo Tano D’Amico, Il segreto di Otello, di Francesco Ranieri Martinotti, sull’antica trattoria romana di Otello, punto d’incontro di artisti come Pasolini, Fellini, Antonioni, Visconti, Scola e Monicelli.
Fra gli eventi collaterali del Festival, il RIFF promuove anche quest’anno, l’incontro ed il confronto tra le diverse realtà che interagiscono all’interno della cinematografia indipendente italiana e internazionale, con due giornate, dedicate al dibattito e all’approfondimento. Fra gli altri eventi collaterali del Festival, Evento Series, che prevede la presentazione in anteprima di alcune serie, quali: Emergency Exit, tratta dall’omonimo film, storie di giovani all’estero, diretta da Brunella Filì; Narcissus, diretta da Ugo Minghini; Quelli che il 2000, diretta da Benedetta Cosmi.
Luca Argentero, Eugenia Costantini, Alessandro Haber, Gianfelice Imparato, Sandra Milo, Elisabetta Pellini, Edoardo Sala, Andrea Simonetti e Alberto Rubini, padre del noto regista Sergio saranno alcuni degli attori protagonisti dei 20 cortometraggi italiani in concorso al Riff, con un particolare e affettuoso saluto a Monica Scattini, scomparsa prematuramente lo scorso febbraio, che con “Love Sharing” segna il suo esordio alla regia. Grande varietà e ricchezza anche nelle altre sezione dei cortometraggi in competizione con 20 corti internazionali, 15 student short e 11 animation short.
Al termine del Festival saranno assegnati i RIFF Awards per un valore di oltre 50.000 Euro.