The Lazarus effect: Frankenstein è donna.

Fin dall’antichità, gli esseri umani sono andati alla ricerca dell’unico potere che sfugge al nostro controllo: invertire l’inquietante atto finale della morte. “Quanto può rivelarsi rischioso stravolgere le fondamentali leggi di natura? A cosa si andrebbe incontro se si esplorasse il misterioso divario tra vita e morte, aprendo in tal modo la strada al male nascosto che non abbiamo mai provato? La sorprendente possibilità di stravolgere il ruolo della morte, potrebbe comportare davvero un patto con gli angoli più oscuri della psiche e l’apice della paura dell’essere umano?” Questa è la premessa del nuovo film ‘The Lazarus Effect’ di David Gelb, realizzato dai produttori di generi horror originali e di successo, come The Purge (La Notte Del Giudizio), Insidious e Sinister.

TheLazarusEffect_PosterDataIl film, distribuito da Notorious Pictures, arriva al cinema il 21 maggio, con una strepitosa Olivia Wilde e una grandissima interpretazione di Mark Duplass.

L’avvincente storia nasce dall’idea di suscitare emozioni, e ha inizio con un gruppo di ribelli ricercatori medici che credono di aver scoperto, per caso, una sostanza, una svolta decisiva, che potrebbe un giorno far risorgere pazienti morti da poco. Tuttavia, quando un incidente di laboratorio fa morire una di loro, decidono di avventarsi sull’esperimento per riportare la ragazza in vita, attraverso uno straordinario successo medico, scatenando forze lontane che vanno oltre la loro comprensione. Per molto tempo, la rianimazione corporea ha fatto parte della mitologia, dagli zombie a Frankenstein, ma è stata anche oggetto di una lunga ricerca. La medicina d’emergenza è andata così lontano tanto che, in alcuni casi, delle persone dal tracciato piatto, sono state rianimate anche dopo diverse ore trascorse in uno stato premortale. Cosa accadrebbe, quindi, se prolungassimo quel periodo di giorni, settimane… e oltre? Nel film, il Progetto “Lazarus” mette alla prova, per un momento, quell’ardita questione, con risultati promettenti, quanto meno nei confronti di un cane di nome Rocky.

Il Team, potrebbe trovarsi sul punto di dare una svolta decisiva alla biotecnologia del secolo. Tuttavia i ricercatori, persino prima di mettere insieme tutte le informazioni necessarie per procedere, sono costretti a far fronte all’impensabile: sperimentare il loro siero su un essere umano, per di più una loro cara amica. In questo momento, sanno di poter riportare in vita un essere umano dalla morte clinica. Quello che, però, non sanno è da dove lo hanno riportato, e in che modo sopravvivranno alla sua collera. Senza mai lasciare il laboratorio, The Lazarus Effect analizza il divario che intercorre tra la vita che conosciamo e ciò che viene dopo.

Il regista David Gelb, che passa dal premiato film documentario Jiro Dreams of Sushi (Jiro e l’Arte del Sushi), alla paura crescente di questo nuovo film, afferma che The Lazarus Effect è un horror caratterizzato anche da elementi di thriller medico e di fantascienza. Gelb, ha dato tutto se stesso e si è addentrato negli ossessivi e agghiaccianti dubbi suscitati dalla prospettiva di manipolare la più ignota delle realtà umane: la morte.

La storia, si basa su una misteriosa verità medica, emersa in oltre 36 casi documentati del fenomeno che prende il nome di “Sindrome di Lazzaro”, un richiamo alla figura Biblica che insorge contro la morte. Tale avvenimento, si manifesta quando un paziente riprende le proprie funzioni vitali persino nel momento in cui il tentativo di rianimazione fallisce. Gli incidenti avvenuti sono stati scioccanti e macabri. Nel 2010, un impresario delle pompe funebri in Colombia scoprì che il corpo di una donna di 45 anni, dichiarata morta da tempo, iniziò a muoversi, per poco, prima della sepoltura. Nel 2013, un uomo in Ohio, risultava morto da 45 minuti e i dottori dissero al figlio che se ne era andato; nel momento in cui, però, il figlio tornò a salutarlo, un segnale debole riapparve sul monitor della macchina che controlla l’attività cardiaca, e l’uomo si rianimò all’improvviso. Da non tralasciare, inoltre, un caso recente che vede protagonista un cane soppresso due volte in un rifugio per animali nell’altopiano d’Ozark, per poi essere ritrovato la mattina seguente seduto nella sua cuccia (Il cane venne presto adottato… e chiamato Lazzaro).

Affiorano molte testimonianze di persone che ritornano in vita dopo essere state date per morte. Nel 2007, un uomo venezuelano dichiarato morto, si rianima proprio nel momento in cui l’autopsia stava per essere eseguita sul suo corpo. Nel 2012, si ha notizia di un uomo morto nello Yemen, il quale si svegliò di soprassalto per poi risorgere durante il suo funerale, proprio mentre lo stavano seppellendo. Più di recente, circolano dicerie e leggende metropolitane su persone morte di Ebola in Africa, e poi risorte. Ci si chiede quanto sia frequente questo fenomeno e non c’è nessuna documentazione che possa confermarlo, ma le storie continuano a diffondersi in tutto il mondo, attraversando intere generazioni.

Mentre gli scienziati non sanno con esattezza cosa possa portare gli impulsi elettrici di un cuore fermo a riattivarsi, altri hanno indagato sul fenomeno, chiedendosi se esso potesse essere controllato dalla tecnologia medica -­‐ è da qui che partiranno gli scienziati nel film The Lazarus Effect, senza considerare le terribili conseguenze a cui sarebbero andati incontro.

Gelb afferma di essere affascinato dal concetto di essere riportati in vita, e ci fa riflettere sulle seguenti domande: “ Cosa si prova mentre si muore? Che trasformazione si subisce una volta tornati indietro? E che esperienza potremmo trarne?” I giovani scienziati nel film, sostiene Gelb, vogliono dare delle speranze ai pazienti, ai loro cari, ma scoprono che giocare con il potere della vita può comportare delle terribili conseguenze. Appena gli eventi iniziano a svolgersi, la storia degenera trasformandosi in un viaggio completamente spaventoso in cui non si sa ciò che accadrà, chi sarà il prossimo personaggio a morire, e le paure sono piuttosto forti. L’essere umano, è stato a lungo affascinato dal concetto di tornare indietro dalla morte, motivo di ispirazione della mitologia che ha percorso molte strade, risalendo all’origine di storie tramandate. Uno dei casi più famosi è citato nella Bibbia, nel tempo in cui Lazzaro di Betania venne riportato in vita nel Vangelo di Giovanni (verso 11) contenuto nel Nuovo Testamento. Tornando ancora più indietro nella storia dell’Antica Grecia, il famoso filosofo Platone, documentò il Mito di Er -­‐ un soldato greco morto in battaglia, il cui cadavere, dopo dieci giorni non era ancora decomposto e che, al ventesimo giorno è resuscitato. L’opera di Platone riproduce il racconto di Er, quello che aveva visto e gli è accaduto nell’aldilà.

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