Io, Arlecchino, l’incontro di un padre e un figlio grazie a una maschera. Il film di Matteo Bini e Giorgio Pasotti arriverà al cinema dall’11 giugno, distribuito da Microcinema, con protagonisti Roberto Herlitzka, Valeria Bilello e Lunetta Savino.
“Con questo lavoro – affermano i registi alla conferenza stampa di presentazione del film – vogliamo raccontare una storia semplice, ma ricca, che farà ridere e piangere. Una storia dove il movimento viene dato dall’armonia tra gli opposti, in un gioco di sottrazione, dove alcuni momenti di poesia verranno risvegliati da guizzi, salti e lazzi. Arlecchino farà capolino nella nostra vita ed è pronto a smascherarci”.
“Io, Arlecchino non è solo il primo film dedicato alla celebre maschera bergamasca, ma è anche una storia sul valore della tradizione che fatica a sopravvivere fra il frastuono del mondo moderno”, sostengono Matteo Bini e Giorgio Pasotti.
Protagonista della vicenda è Paolo, noto conduttore di un talk show televisivo pomeridiano, viene raggiunto a Roma da una telefonata che gli comunica che il padre Giovanni è stato ricoverato in ospedale. Costretto a tornare nel piccolo villaggio medievale di Cornello del Tasso, in provincia di Bergamo, Paolo scopre che il padre è gravemente ammalato. Giovanni, ex attore teatrale e famoso Arlecchino, manifesta il desiderio di voler spendere gli ultimi mesi della sua vita continuando a recitare con la piccola compagnia teatrale del paese, mettendo in scena spettacoli di Commedia dell’Arte.
Il ritorno al paese, ed il contatto con il padre e il suo mondo, porteranno Paolo a ricucire un rapporto con le sue origini, a ridefinire la sua identità e a riscoprire il tesoro artistico rappresentato dal personaggio di Arlecchino, del quale si troverà a vestire i panni.
Con toni da commedia sentimentale, il film racconta anche come si possa cambiare vita partendo da una storia divisa in due: il mondo della televisione, con i suoi falsi miti e i suoi ‘carramba che sorpresa!’ messo in contrapposizione a quello più genuino della piccola città di provincia.
Per Giorgio Pasotti, per la prima volta dietro la macchina da ripresa “l’Arlecchino, come quello rappresentato da Giorgio Strehler, è e resta uno spettacolo universale. Stride che al cinema un Arlecchino non sia mai stato rappresentato. Noi l’abbiamo fatto cercando di attualizzarlo. L’idea – continua il regista – era quella di mettere in scena la sua anarchia, il fatto che a lui tutto sia concesso. Una maschera indomabile che è impossibile per i potenti incatenare”.
Roberto Herlitzka conferma “ho visto lo spettacolo di Giorgio Strehler (Arlecchino, Servo di due padroni) e mi ha molto affascinato, noi abbiamo solo cercato di ricrearlo e portarlo nel presente”.
“Mi ricordo – conclude Pasotti – che quando io ero bambino quella di Arlecchino era una delle maschere più diffuse a Carnevale. Oggi i bambini forse neanche la conoscono, ma vogliono gli Avengers, anche per questo credo sia importante la riscoperta di una figura che fa parte della storia più profonda della cultura italiana. Ci auguriamo di aver fatto un passo anche in questo senso”.