E’ da qualche anno oramai che il cinema d’azione si è plasmato, ha inserito al suo interno un background pieno di spettacolarità, con sequenze mozzafiato e adrenaliniche. E devo dire che queste scelte stilistiche piacciono, proprio perché, rispecchiano il gusto di molti spettatori/amanti del genere che trovano in questa evoluzione dell’action la risposta adeguata ad un nuovo modo di fare cinema.
Questo, è quanto emerge dalla visione di ‘Mission Impossible: Rogue Nation’, che possiamo tranquillamente definire, la risposta americana all’ormai celebre James Bond 007 inglese, senza le consuete brighe sentimentali. In questo film Tom Cruise alias Ethan Hunt torna a collaborare con il regista statunitense Christopher McQuarrie, che lo aveva già diretto nel 2012 in Jack Reacher-La prova decisiva.
In Rouge Nation l’agente speciale Ethan deve smascherare insieme alla sua squadra, un’organizzazione criminale che si fa chiamare il Sindacato, composta da ex-agenti speciali altamente qualificati incaricati di distruggere l’IMF e di creare un nuovo ordine mondiale, attraverso una serie crescente di attacchi terroristici. Ethan riunisce il suo team e si allea all’ex agente britannico Ilsa Faust.
Il botteghino americano parla chiaro, l’incasso per la premiere USA è stato di 56 milioni di dollari, confermando Cruise uno dei maggiori interpreti del cinema action contemporaneo, che ha saputo vestire i panni dell’agente dell’IMF Ethan Hunt per ben 20 anni, e da quanto sembra non è intenzionato a smettere. Il tutto è reso ancor più appassionante fin dall’incipit della pellicola, in cui vediamo Tom e non uno stunt, aggrappato al portellone di un aereo in fase di decollo. La prova di non essere ancora arrivato al capolinea Cruise ce l’aveva data già nel 2011, in Mission Impossible: Protocollo fantasma, dove scalò in totale autonomia il Burj Khalifa, che, ai tempi delle riprese era il più alto edificio del mondo.
Ad affiancare Ethan in questa nuova missione c’è sempre l’amato Simon Pegg, l’agente Benji, un nerd appassionato di tecnologia che regala alla pellicola quel tocco di comicità che non guasta, donando a Rogue Nation l’appellativo di action-comedy; ritroviamo inoltre Jeremy Runner che a mio avviso è poco sfruttato nel film, ma che, comunque elargisce un apporto importante alla riuscita di alcune gag esilaranti e di altre sequenze d’azione. Poco influente, invece, l’esperto informatico Luther Stickell (Ving Rhames), che forse meritava di essere un po’ più presente all’interno della pellicola. New Entry per quanto concerne il ruolo di agente speciale dei servizi britannici è Rebecca Ferguson, donna sexy, sfuggente, decisa e poco prevedibile.
Favolosa e indimenticabile la sequenza action girata all’interno dell’Opera di Vienna, in cui le scene corpo a corpo e le sparatorie sono accompagnate dalla straordinaria musica della Turandot.
Adrenalinico e spettacolare è sicuramente l’inseguimento stradale realizzato in Marocco, qui McQuarrie configura, a mio parere, una delle sequele meglio riuscite dell’intero film. Impressionante sotto ogni aspetto è però la concatenazione che vede Hunt sostituire un cip situato all’interno un comparto subacqueo e Benji eludere le misure di sicurezza in totale simbiosi con Ethan.
E’ chiaro che questo nuovo capitolo non regala riscontri originali, sia per trama che per sceneggiatura, ma questo non è determinante ai fini della riuscita del film, che può essere definito un action-Thrilling-comedy davvero ben riuscito, in cui l’azione, l’humor e la spettacolarità la fanno da padroni.
La pellicola arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 19 Agosto. Del cast fanno parte, oltre a Tom Cruise, Jeremy Runner, Simon Pegg, Rebecca Ferguson e Ving Rhames, anche Alec Baldwin (il capo della CIA), America Olivo, Sean Harris, Simon McBurney e Jingchu Zhang. Le musiche sono di Joe Kraemer. Rogue Nation è prodotto dalla Skydance Productions, TC Productions e distribuito dalla Universal Pictures.
Camilla Lombardozzi
