Cosimo De Medici è il re del Nord.

La star di Game of Thrones, Richard Madden, è stata il superospite del Roma Fiction Fest 2015 per presentare la serie “Medici”, una produzione italiana che vede suo coprotagonista anche Dustin Hoffman.

Richard Madden, il re del Nord in Game of Thrones, è già stato il principe Azzurro in “Cenerentola” e adesso vestirà i panni di Cosimo de Medici.

L’attore scozzese ha partecipato a una masterclass condotta da Piera Detassis insieme ai produttori della serie Luca Bernabei, Matilde Bernabei, Eleonora Andreatta e allo sceneggiatore Frank Spotnitz, particolarmente noto per X-Files.

Per Frank Spotnitz la serie non è soltanto storica: “cominciamo con la domanda che tormenta Cosimo De Medici: come è morto il padre Giovanni? Questa domanda ci permette di organizzare la serie come in un giallo, e porta avanti Cosimo a costruire l’impero che diventa la banca della sua famiglia”. “Ho fatto questo progetto – continua Spotnitz – perché ho creduto nei produttori. Le bellezze di questo paese sono una fonte d’ispirazione per questa serie. L’Italia è amata in tutto il mondo, anche se molti italiani non lo sanno. Se i “Medici” fossero stati solo dei banchieri nessuno se li ricorderebbe oggi, ma dato che sono stati dei mecenati dell’arte vengono ricordati da tutti”.

Richard Madden ha commentato: “è stato bellissimo lavorare con Dustin Hoffman. Conoscevo il nome della famiglia Medici, ma non molto e così ho imparato dalla sceneggiatura e dai libri. Frank Spotnitz ha reso vivi questi personaggi rendendole persone all’avanguardia. Questa famiglia cosi fantastica ha dedicato la loro vita a creare qualcosa che rende migliore ancora oggi, non sono stati egoisti, ma hanno spinto per lasciare qualcosa per il futuro”.

“Mi piace recitare nei drammi d’epoca – ha continuato Madden – , quello che mi ha attirato nei Medici è la portata storica di questi personaggi. In Cosimo c’è molto di più che non si limita al dramma moderno. Abbiamo girato in queste stanze con questi dipinti stupendi, circondati da questi dipinti contenuti nelle chiese, che per loro era come andare al cinema, i personaggi che così come erano stati scritti erano in costume”.

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