Artefiera Bologna 2016, la 40esima edizione.

“Io udi’ già dire a Bologna del diavol vizi assai” e se la fonte è Dante l’autorevolezza è indiscussa.

Nella “Dotta” Bologna dove si è conclusa la 40esima edizione di ArteFiera, rassegna tra le più importanti del panorama europeo dell’arte contemporanea se ne sono visti di “Vizi assai”, circondati da quadri, sculture, installazioni e foto che richiamavano alla mente del visitatore tutti i principali vizi capitali(escludendo la Gola, che dal canto suo invece aveva ampio risalto nell’ArtCity, ovvero la favolosa propaggine della Fiera svoltasi nel salotto buono della città).

Quel progetto ART CITY è una delle chiavi di lettura del successo di ArteFiera. Con un cartellone di oltre 50 eventi esposti in altrettante sedi, che già da soli varrebbero tranquillamente il prezzo del biglietto.
Indiscusso successo espositivo e di pubblico, nei giorni dell’evento con le code ai botteghini degne degli ultimi giorni del passato Expo, o se il lettore preferisce dell’ultimo film di Checco Zalone.

Tra gente uscita dalla penna di Oscar Wilde e altri visitatori animati dal desiderio di vestirsi in maniera almeno tanto originale quanto le più originali opere esposte.

Ho scrutato teschi vestiti da tavolo da poker, marmi di Carrara tatuati, neon contriti e contorti oppure la famiglia di Batman riunita al gran completo per ora di cena, mentre neodandy si aggiustavano il papillon davanti a un Pistoletto.

Ho osservato donne raccogliere i bisognini dei loro minicani trapuntati e custodirli, manco fossero “Merda d’artista” del Manzoni. E ancora gente staccare assegni a seicifre per la nuda proprietà del quadro con la supplica al gallerista che l’Artista sia presto compianto.

Ho sentito gente imprecare perché Siri non aveva le mappe aggiornate dei padiglioni. Ma anche pellicce che invocavano disperatamente l’alopecia per sfuggire alla canicola dei condizionatori che continuavano a sbuffare aria calda, la stessa che invece non scalfiva in alcun modo il cerone applicato sulle facce delle irsute signore che vagabondavano con lo sguardo assente tra i colorati padiglioni.

E potrei continuare con la descrizione degli squali che nuotavano nell’oceano di mattoncini rossi di un cappella cinquecentesca, oppure molte opere d’arte racchiuse nello spazio di una porta diventata galleria.

“E girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino mi guarda con la faccia un pò stravolta e mi dice “sono di Berlino”. Stomp.

Quindi se vorrete assaporare il clima di ArteFiera, c’è solo un modo per poterlo fare perché citando Totò Merùmeni: ”la voce è poca, e l’arte prediletta immensa”. E allora arrivederci ad ArteFiera 2017, ultimo weekend di gennaio del prossimo anno.

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