The gift, regali da uno sconosciuto.

Definito da Stephen King come “un gioiello di suspence” e acclamato dalla critica internazionale come un “intenso, snervante thriller psicologico”, arriva al cinema dal 3 marzo ‘Regali da uno sconosciuto – The Gift’, l’esordio in grande stile alla regia di Joel Edgerton, distribuito da Koch Media.

Al centro del film la domanda: che cosa accadrebbe se qualcuno a cui in passato si è fatto del male ricomparisse dopo un incontro casuale? Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) sono una giovane coppia di sposi la cui vita procede tranquillamente fino a quando un incontro casuale con un conoscente di Simon getta la loro vita in una spirale di esperienze sconvolgenti.Joel Edgerton All’inizio Simon non riconosce Gordo (Joel Edgerton) ma, dopo una serie di incontri indesiderati e regali misteriosi dai significati inquietanti, un orribile segreto riemerge dal passato dopo oltre vent’anni. Quando scopre l’inquietante verità su ciò che è accaduto tra Simon e Gordo, Robyn comincia a porsi delle domande: quanto conosciamo realmente le persone più vicine a noi e ci si può davvero lasciare il passato alle spalle?

La linea che separa la presa in giro dal bullismo può essere sottilissima e può variare moltissimo in base alla parte della barricata in cui ci si trova. Ciò che per qualcuno può essere considerato uno scherzo innocuo, per un altro può essere percepito come un comportamento profondamente offensivo. “Quando ho scritto questa storia – spiega Joel Edgerton – mi interessava approfondire la domanda: che fine hanno fatto le persone che hanno compiuto atti di bullismo nei nostri confronti? O quelle a cui noi abbiamo inflitto atti di bullismo? Volevo che questa storia fungesse da specchio per assumersi le responsabilità del proprio passato e delle proprie azioni, ma con un reale senso di mistero e intrigo”. Perciò ci si può davvero lasciare il passato alle spalle? Non sorprende quindi che non ci sia stato un consenso reale nemmeno tra i diversi soggetti che hanno realizzato il film. Il tema che Regali da uno sconosciuto – The Gift affronta è ciò che accade quando ci si trova di fronte qualcuno che non riesce a fare pace con il passato. Qual è il punto in cui il senso di civiltà può dirsi sconfitto e il disagio suscitato dall’improvvisa ricomparsa nella propria vita di una persona del passato sfocia in un crescente senso di terrore?

“Regali da uno sconosciuto – The Gift ha cominciato a prendere forma nella mia mente dopo una semplice premessa: che cosa accadrebbe se un bullo dei tempi del liceo incontrasse per caso la sua vittima circa quindici anni dopo? Quali sarebbero o potrebbero essere le conseguenze? In che modo il passato potrebbe influire sul presente? In che modo il passato, con i suoi misteri irrisolti, potrebbe sconvolgere il presente? – racconta Joel Edgerton. Si tende a guardare al passato attraverso la lente delle proprie esperienze personali. Ciò che nel ricordo di una persona può aver rappresentato solo un innocuo scherzo, per un’altra può essere percepito come una offesa profondamente ingiusta. Le persone continuano comunque a fare la propria vita e le ferite del passato rimangono definitivamente sepolte sotto le innumerevoli esperienze e lezioni che la vita ci offre. Ma cosa potrebbe succedere se aveste fatto qualcosa a qualcuno che non è riuscito a lasciarsi alle spalle quell’esperienza? Qualcuno per cui le vostre azioni si sono fossilizzate e fissate per sempre: nessuna ammissione, nessun pentimento. Che cosa succederebbe se qualcuno riemerso dal passato vi obbligasse a confrontarvi con un segreto che avete cercato di tenere nascosto perfino a voi stessi? Ci sono persone che non riescono a dimenticare e lasciano che un’offesa torni a galla prepotentemente e raggiunga un livello tale in cui risentimento e rabbia raggiungono il punto di non ritorno. Regali da uno sconosciuto – The Gift indaga le conseguenze che il passato condiviso da due persone può avere sul presente e i danni collaterali che ne derivano”.

“Mi interessavano le conseguenze di quel genere di sofferenza e se l’idea di riandare indietro e scandagliare il proprio passato potesse essere positiva o negativa” spiega lo sceneggiatore/regista Joel Edgerton, “ed è stato proprio questo il punto di partenza per la storia”. Edgerton è rimasto affascinato dal concetto che l’oblio a cui si affidano i torti del passato e la possibilità di un incontro casuale potessero far riemergere vecchie tensioni. Il film, in particolare, ha offerto l’opportunità di scoprire in che modo queste domande diventino protagoniste attraverso la lente di un thriller psicologico. Il film è essenzialmente una storia che racconta le conseguenze, le colpe e le responsabilità delle proprie azioni. Al centro del film c’è un racconto che ammonisce sulle conseguenze che derivano dalla mancanza di responsabilità. “La storia ha per protagonista una coppia sposata”, sottolinea il produttore Jason Blum, “e tutto sembra andare per il meglio fino a quando il personaggio di Joel Edgerton, “Gordo”, irrompe nella loro vita. Si scopre che molti anni prima Gordo e il personaggio di Jason Bateman, Simon, sono stati compagni di scuola. Gordo si mostra all’apparenza amichevole, anche se il suo comportamento è un po’ strano… e man mano che la storia si sviluppa, si scopre che niente di ciò che si pensa all’inizio corrisponde alla verità”.

THE GIFTRegali da uno sconosciuto – The Gift si apre all’insegna di un quadro quasi idilliaco, concentrandosi su una coppia apparentemente all’apice della propria ascesa professionale e personale in cui Simon sale velocemente i gradini della carriera e insieme a Robyn si trasferisce nella casa dei loro sogni. “All’inizio sembra una storia molto semplice, in cui non c’è spazio per i sentimenti negativi”, afferma la produttrice Rebecca Yeldham, “ma in seguito la paura e l’inquietudine cominciano a farsi strada sempre più prepotentemente, suscitando nel pubblico un’escalation di tensione sulla verità che sta per emergere”. L’eleganza semplice della crescente spirale di terrore suscitata dalla storia è un omaggio alla sceneggiatura abilmente costruita da Edgerton. Uno sceneggiatore e un narratore esperto che torna indietro a quasi due decenni dalla sua appartenenza al collettivo creativo australiano, Blue Tongue Films, Edgerton non si è mai tirato indietro di fronte a personaggi complicati e storie difficili. Al contrario, l’attore australiano sceglie temi e idee che non si prestano facilmente a soluzioni troppo semplicistiche, ma indagano invece le questioni morali più scomode e indefinite che tutti affrontano in certi momenti cruciali della vita.

Le vibrazioni che accomunano un thriller di questo genere con il pubblico sono date dall’idea che esistano circostanze straordinarie che rientrano interamente nell’ambito del possibile. La paura nasce dal fatto stesso che la situazione è narrabile ed è facile immaginare di conoscere e incontrare nella vita di tutti i giorni persone come Simon, Robyn e Gordo e perfino persone le cui vite non sono poi così tanto diverse dalla propria. Questa premessa presenta la paura con una sottigliezza più misteriosa e sofisticata rispetto al classico film del terrore. “Una bella coppia apre la porta a un estraneo,” spiega Edgerton, “che sconvolge in seguito la loro vita. E’ questa la situazione da cui prende le mosse il film, ma non è assolutamente la direzione finale verso cui converge. “È una sceneggiatura scritta in modo impeccabile,” afferma il direttore della fotografia, “tutti i cambiamenti che accadono ai personaggi e tutti i personaggi influiscono gli uni sugli altri in un modo strano che tutti noi avvertiamo come normale e personale”. Uno degli aspetti più intriganti della storia e un fattore importante del senso di tensione quasi palpabile che permea il film, è l’idea che, mentre viviamo la nostra vita, ci possa essere una forza oscura che si muove con noi e di cui siamo completamente ignari. In tutti gli anni che Simon ha vissuto costruendo la propria vita e diventando un adulto, Gordo era là fuori.

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