The lesson, quando la prof rapina una banca.

A volte la vita ci obbliga a mettere in discussione tutto ciò in cui crediamo. Nadia è una professoressa di inglese, ma, prima che la lingua e la letteratura, ai suoi studenti vorrebbe insegnare l’onestà e il rigore morale. E così, quando uno di loro viene derubato, Nadia non ammette che l’azione resti impunita ed esige che il colpevole salti fuori. Ma la scoperta di uno sfratto imminente la forzerà a cambiare prospettiva e, messa alle strette, si scoprirà disposta a tutto pur di ottenere i soldi di cui ha bisogno. Per rendersi così conto che il confine tra il giusto e l’ingiusto è meno netto di quanto potremmo credere.

LESSON_100x140_poster_esecAl cinema dal 17 marzo THE LESSON, Scuola di vita, distribuito da I Wonder Pictures.

Nadia avvisa i suoi studenti che sta tenendo d’occhio il ladro della classe. Afferma che, una volta preso, i suoi compagni riavranno indietro i loro soldi e lei gli darà una “bella lezione”. Ma rientrata a casa, Nadia deve affrontare un nuovo problema – riceve un avviso di pignoramento da parte di un funzionario del tribunale. Il marito non ha rimborsato i prestiti contratti per l’acquisto di un furgone che avrebbe dovuto riparare e successivamente rivendere. Nadezdha deve saldare immediatamente l’intero debito, così non ha altra soluzione che chiedere un ulteriore prestito a un usuraio, progettando di ripagarlo attraverso la vendita del furgone. Ma il tempo scorre velocemente e il furgone giace ancora in riparazione. Non c’è modo di ripagare il debito contratto e l’usuraio inizia a fare pressioni. Nadia si affanna alla ricerca dei soldi, ma è tutto inutile: il furgone, la casa, le capsule dentali d’oro della madre – non basta. L’usuraio minaccia di prendersela con la figlia di Nadia, se quest’ultima non riuscirà a trovare i soldi necessari. Terrorizzata e disperata, Nadia deruba una banca. Riesce così a saldare il debito con lo strozzino. Nadia scopre anche chi è il ladruncolo della scuola, ma non sa che tipo di lezione potrebbe insegnargli dopo ciò che lei stessa ha fatto.

THE LESSON PHOTO NEW 1BIIIISIspirato al cinema dei fratelli Dardenne, The Lesson – Scuola di vita -­ segna il debutto alla regia del duo composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov. Utilizzando uno stile narrativo distaccato, pulito e preciso, Grozeva e Valchanov mantengono in superficie un atteggiamento freddo e imparziale di fronte alla progressiva disperazione vissuta dalla loro eroina, una visione obiettiva che agli occhi dell’osservatore amplifica l’impatto emotivo della vicenda narrata. The Lesson – Scuola di vita ci offre un insegnamento profondo e concreto, ma anche molto onesto, soprattutto se messo a confronto con la brutale realtà economica odierna.

“Alcuni anni fa venne riportato in televisione che, in una cittadina bulgara, una donna aveva rapinato una banca – racconta la regista Kristina Grozeva -. Tutti sospettavano che fosse stata una tossicomane, una criminale. Nessuno poteva immaginare che la rapinatrice della banca fosse in realtà una rispettabile insegnante con due lauree. La frase “Insegnante rapina una banca” era una contraddizione in sé, e per questo volevamo di saperne di più. Questo evento, accaduto nella nostra realtà, ci aveva lasciato una profonda traccia e aveva fatto sì che ci chiedessimo – quale è la ragione che spinge una persona rispettabile a diventare una criminale? Volevamo raccontare la storia in modo crudo. Ci siamo adoperati per cercare di raccontarla in modo estremamente veritiero, per creare un film che raccontasse una storia amaramente realistica. Abbiamo scavato a fondo nel mondo interiore dell’insegnante, smuovendo i suoi conflitti interiori e facendo emergere la lotta con la sua stessa moralità”.

“Uno dei compiti di noi registi – prosegue Kristina Grozeva – è stato sviluppare dei caratteri ricchi e complessi. Assieme al Direttore della Fotografia Krum Rodriguez, abbiamo deciso che la telecamera doveva passare inosservata, avere uno stile contemplativo, attento ai dettagli e alle azioni dei protagonisti, senza dare nulla per scontato. Il film è stato girato in una vera città di provincia. Molte delle comparse erano persone reali, non attori. Gli attori principali hanno dovuto confondersi con loro in modo naturale e recitare con attori non professionisti per ricreare delle interpretazioni il più autentiche e realistiche possibili. Il nostro obiettivo era fare sì che il pubblico non fosse in grado di distinguere gli attori professionisti dai non attori. Sotto questo punto di vista, Margita Gosheva è stata una vera scoperta. Dopo che ha letto il copione, abbiamo deciso di cambiare alcune battute e alcune scene, ma il lavoro maggiore è stato realizzato direttamente sul set quando la Gosheva è stata messa alla prova con una vera classe di 30 ragazzi. Il senso di autenticità e di realismo era visibile in ogni elemento in scena – make-­up, costumi, scenografia, luci e suoni”.

THE LESSON PHOTO NEW 20“Inizialmente – racconta Petar Valchanov – abbiamo girato solo alcuni episodi, come se si trattasse di un teaser al film e, nel frattempo, cercavamo i fondi economici necessari per poter produrre l’intero film; ma il cast e lo staff erano così coinvolti dalla storia che non hanno voluto interrompere le riprese finché non abbiamo girato l’ultima scena. Tutti noi abbiamo lavorato con paghe dilazionate e dobbiamo davvero ringraziare tutto il cast e lo staff per essersi dedicati pienamente alla realizzazione del film nonostante il poco tempo che avevamo a disposizione e le difficili condizioni in cui ci siamo trovati a lavorare a causa del nostro budget ridotto. Il film non ha ricevuto nessun finanziamento economico da parte del Bulgarian Film Center – così come era accaduto in precedenza per il precedente film “JUMP” (il quale continua a ricevere numerosi premi in altrettanti festival e che lo scorso anno ha ricevuto una nomination all’European Film Awards)”.

“The Lesson – conclude il regista – è il primo lungometraggio che va a comporre una futura trilogia. Le tre storie narrate sono state ispirate dalle vita reale, ma non è nostra intenzione raccontare delle storie biografiche. Le tre storie di vita sono state semplicemente uno spunto per avviare il processo creativo. L’elemento che accomuna le tre storie è il tema della silenziosa ribellione delle persone semplici che combattono la logica mercantile, crudele e cinica del mondo in cui viviamo”.

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