Il Sacro Romano GRA a Cinecittà.

In questi giorni è in sala ZETA il film di Cosimo Alemà, dove l’attore genovese Aldo Vinci interpreta il ruolo del padre di Alex/Zeta, all’anagrafe Diego Germini/IZI, il giovane rapper ligure protagonista della storia hip hop firmata da Cosimo Alemà e tutta girata nella periferia della capitale. Un ponte fra Genova e Roma che dal grande schermo porta dritto al palcoscenico del Teatro del Campus di Cinecittà Studios.

AldoVinci_SacroRomanoGRA 01Qui, da mercoledì 11 a domenica 15 maggio, Aldo Vinci è in scena con il live project SACRO ROMANO GRA. Narrazione urbana per voce e suoni sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Lo spettacolo, nato dall’incontro dell’interprete e regista con Nicolò Bassetti e Sapo Matteucci – autori del libro da cui è tratto il film di Gianfranco Rosi Leone d’oro 2013 – ha debuttato in forma di studio a Venezia, su invito del Mibact, per la serata di chiusura della Biennale di Architettura 2014. E finalmente approda a Roma, proprio nel cuore di uno dei tanti quartieri toccati dal racconto, presentato da Fondamenta Teatro e Teatri, con la collaborazione di Nuovi Paesaggi Urbani e il patrocinio della Casa dell’Architettura.

La traccia è il Grande Raccordo Anulare, 70 chilometri della più lunga autostrada urbana dItalia gestiti da Anas, luogo mai riconosciuto come protagonista dello sviluppo della Capitale, ma che più di ogni altro ne riassume i caratteri e la complessità.

AldoVinci_SimoneCaredda_SacroRomanoGRA 01Travel biografy, DJ Set, musica degli spazi, ritmo delle visioni, cadenza delle parole, coreografia delle contrapposizioni umane e architettoniche, SACRO ROMANO GRA è un viaggio sensoriale di luci e suoni attraverso le emozioni di un percorso urbano contemporaneo. Al centro di tutto, una consolle ed un attore, che da solo governa sound e racconto. “La cosa che mi ha colpito di più alla lettura del libro” – racconta Aldo Vinci – “è stata lo stile, immediatamente narrativo, che per deformazione professionale, mi sentivo spinto a ‘mettere in voce’. E laddove c’è qualcuno che racconta e qualcun altro che ascolta, è senza dubbio teatro. La prima volta che, con gli autori, abbiamo parlato della possibilità di una versione live del Progetto SACRO GRA, ci siamo immediatamente trovati in accordo su un punto: cosa non sarebbe stato. Non un reading letterario. Non teatro di narrazione. Non la trasposizione drammaturgica del libro né tanto meno del film. I suoni sono diventati la chiave di volta. Sono parte integrante della narrazione, sono affabulazione anarchica, non imprigionata nella sintassi, nei vocaboli. Suoni reali e suoni evocati dalle memorie individuali. La luce dei luoghi, la luce rifrangente, la luce volgare. I suoni e la luce non si possono recitare”.

Alessandro Esposito - Anagnina donneIn scena, si esplora la “circolarità” del viaggio, da Shakespeare ai neomelodici, in sette tappe: Prologo dall’Enrico V di Shakespeare – Salotto popolare effervescente naturale – Avamposti del passato – Arte del rammendo – Archètipi tiranni – Manutenzione dell’abbandono – Chiusura. Il risultato è una navigazione universale tra le maree della trasformazione urbana, nell’altrove quotidiano che circonda la Capitale. Per gli antichi erano sacri i grandi fiumi, le montagne, tutto ciò che l’uomo non riusciva a comprendere e a governare. Questa sacralità fatta di mistero, stupore e straniamenti è la stessa del Raccordo. Un mondo straordinariamente reale, molto vicino e molto lontano da Roma.

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