Somnia, i sogni son desideri.

Nelle sale italiane dal 25 maggio grazie a Koch Media e Midnight Factory, arriva in anteprima mondiale Somnia, il nuovo film dell’esperto in cinema horror Mike Flanagan, che questa volta si cimenta con il mondo degli incubi infantili.

Già fattosi conoscere dagli appassionati di cinema del terrore grazie a Oculus – Il riflesso del Male (2013) e l’home invasion Hush – Il terrore del silenzio (2016), Mike Flanagan è tra i candidati a rilanciare Michael Myers nel prossimo film della saga di Halloween, una bella responsabilità che fa comunque ben sperare gli appassionati, visto che lo stile di questo regista nato fatidicamente a Salem, la città delle streghe, sembra molto vicino al sottile terrore a cui ci ha abituato la saga inaugurata nel 1978 da John Carpenter. E Somnia è la conferma di questo sentore, che si era già ampiamente avuto con i suoi lavori precedenti.

A differenza di Oculus, che era tratto da un cortometraggio e si notava dalla ripetitività meccanica della narrazione, Somnia si fa forte di una sceneggiatura molto ben strutturata, scritta dallo stesso Flanagan insieme a Jeff Howard. poster_SOMNIAUna storia che prende a piene mani dalla tradizione postmoderna dell’horror – se pensate a Nightmare di Wes Craven non sbagliate – ma riesce a rielaborare con una certa personalità autoriale tanto da costruire un prodotto anche piuttosto originale.

Cody ha otto anni e una sospetto record di adozioni fallite. Rimasto orfano quando era piccolissimo, Cody passa da famiglia in famiglia lasciando dietro di se inquietanti sparizioni. Ora il bambino è stato adottato da Jessie e Mark Hobson, che hanno perso il loro figlio in un tragico incidente domestico. Cody sembra il figlio ideale: educato, gentile, tranquillo… ma nasconde un terribile segreto, possiede il potere di materializzare i suoi sogni e i suoi incubi.

Con una prima parte magistralmente costruita su un crescendo di mistero e tensione, accompagnati anche a una particolare attenzione per il fascino che i poteri di Cody possono suscitare (specialmente le sue coloratissime farfalle), Somnia pian piano sfocia nell’horror più convenzionale, fatto di apparizioni fantasmatiche accompagnate dalla fatidica alternanza di piani sonori per far sobbalzare lo spettatore. somnia1Gioca un ruolo fondamentale anche il cosiddetto “Uomo Cancro”, il boogeyman che si materializza dagli incubi del bambino e che ha la particolarità di fagocitare le persone con cui viene a contatto, assorbendole e consumandole, come se fosse un cancro, appunto. Una figura spettrale che nelle prime fasi funziona molto bene perché lasciata costantemente nell’ombra, poi un po’ meno quando viene chiaramente palesata.

Somnia però ha un singolare twist finale che lo porta a mutare genere: da horror fantastico si finisce nel drammatico. Questa repentina contaminazione, anche perché legata all’universo infantile, ricorda molto quei film prodotti da Guillermo Del Toro come The Orphanage e La Madre, ma si tinge di un melenso non necessario che probabilmente non soddisferà del tutto il pubblico a cui Somnia è principalmente indirizzato.

La sensibilità di Flanagan nel descrivere i personaggi e le suggestive atmosfere che riesce a conferire al mondo di Cody riescono comunque a riscattare quasi totalmente Somnia da qualche svista narrativa, facendone comunque un ottimo esempio di fanta-horror.

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