Il poltergeist di Enfield è ancora tra noi.

La paura più grande di un genitore è veder soffrire il figlio. Ma cosa fare se l’origine del dolore del figlio è indescrivibile, inaccessibile e forse neppure reale? Per Peggy Hodgson è chiaro che qualcosa di eccezionalmente maligno si è impossessato della sua casa e si è insinuato nella figlia Janet. È altrettanto chiaro che non c’è nulla che possa fare per proteggere la sua famiglia.

Dal 23 giugno al cinema il thriller soprannaturale “The Conjuring – Il caso Enfield”, diretto da James Wan, che porta sullo schermo un caso realmente accaduto su cui hanno indagato i famosi studiosi di demonologia Ed e Lorraine Warren.

the-conjuring-2Il film è il sequel di “L’evocazione – The Conjuring” di Wan, che ha incassato oltre 319 milioni di dollari in tutto il mondo, ed è diventato il secondo film horror di maggior successo di tutti i tempi, piazzandosi subito alle spalle di “L’esorcista”.

La candidata all’Oscar Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e Patrick Wilson tornano nel ruolo di Lorraine e Ed Warren che, in una delle loro più terrificanti indagini paranormali, si recano a Londra per aiutare una madre single che vive da sola con quattro bambini in una casa infestata da spiriti malvagi.

Nel cast anche Frances O’Connor nel ruolo della madre single, con Madison Wolfe e gli esordienti Lauren Esposito, Patrick McAuley e Benjamin Haigh nel ruolo dei figli; Maria Doyle Kennedy, Simon Delaney, Franka Potente e Simon McBurney. La sceneggiatura è di Chad Hayes & Carey W. Hayes & James Wan e David Leslie Johnson, il soggetto è di Chad Hayes & Carey W. Hayes & James Wan. Peter Safran e Rob Cowan, che avevano già collaborato a “L’evocazione – The Conjuring”, sono i produttori con Wan. I produttori esecutivi sono Toby Emmerich, Richard Brener, Walter Hamada e Dave Neustadter. Nel team anche il direttore della fotografia candidato all’Oscar Don Burgess (“Forrest Gump”, “42”), la scenografa Julie Berghoff, il montatore Kirk Morri, la costumista Kristin Burke e il compositore Joseph Bishara.

endfieldJames Wan è un maestro della paranoia, gioca con paure ancestrali, come quella di ritrovarsi nell’oscurità, da soli e, nel caso di “The Conjuring – Il caso Enfield”, di essere sopraffatti da ciò che non si conosce. “Tutti hanno paura – dice -. Il mio lavoro è legare l’inconscio collettivo e le paure più grandi, in questo caso l’inspiegabile – demoni, possessione, presenze. Sono tutte cose successe davvero, che succedono davvero, e questo le rende terrificanti. Per me, come cineasta, è un genere molto creativo. Puoi fare di tutto… purché terrorizzi il pubblico!”.

Per adattare gli avvenimenti reali al grande schermo, Wan ha lavorato con gli sceneggiatori Chad e Carey Hayes, che avevano scritto “The Conjuring” e sono stati felici di rivisitare ancora una volta il mondo dei Warren, e con David Leslie Johnson. “Era la prima volta che lavoravo a uno script basato su una storia vera”, afferma Johnson, che da tempo desiderava lavorare con Wan. “Sono stato sempre un fan dell’horror, ma la cosa che mi interessava di più era non solo che tutto era vero, ma che intorno al caso ci fosse stata tanta risonanza e poi la presenza di un gran numero di testimoni. Anche la polizia aveva aperto un dossier sul caso, non si trattava di una o due persone o di una sola famiglia che raccontava cosa era successo”. “È una storia forte, la storia di una famiglia che sta andando in pezzi”, dice Chad Hayes, “il padre se n’è andato, la madre fa il possibile per arrivare alla fine del mese, e poi inizia il dramma. enfieldÈ davvero… inconcepibile… ma vero”. “Abbiamo visto che dopo tutto quello che Ed e Lorraine avevano passato ad Amityville, come l’accusa di essere dei ciarlatani”, osserva Carey Hayes, “vedere la giovane Janet subire la stessa accusa, ha dato a Lorraine qualcosa con cui identificarsi e a Ed qualcosa da difendere, oltre alla normale compassione per le famiglie che soffrono di questi problemi”. Dopo tanti anni, Lorraine Warren ricorda ancora la paura che si impadronì di lei quando arrivò a casa Hodgsons e si accorse del pericolo che la famiglia stava correndo. “Vedevo le ragazzine nei loro letti. Poi hanno iniziato a levitare, si sono incrociate in aria e gridavano. Sapevo che dovevo aiutarle”.

Alle 6 e 45 della mattina del 21 settembre del 2015, quindici minuti prima dell’inizio ufficiale delle riprese di “The Conjuring – Il caso Enfield”, Padre Steven Sanchez di Albuquerque, New Mexico – esorcista autorizzato da Santa Romana Chiesa e amico personale della demonologa Lorraine Warren – ha benedetto la produzione davanti al cast e alla troupe nel Teatro 4 dei Warner Bros. Studios di Burbank, California. Padre Steve ha poi esteso l’invito alla benedizione a tutti coloro che erano presenti, quindi ha benedetto con l’acqua santa e l’olio santo ogni reparto e set del teatro. Ma dovendo girare un film su una possessione documentata, i realizzatori non avevano altra scelta. Dopo, e solo dopo, sono iniziate le riprese.

Grazie a Padre Steven che ha benedetto il teatro prima che iniziassero le riprese, il cast e la troupe hanno sperimentato molte meno situazioni “insolite” rispetto al primo film: porte che si spalancavano da sole, oggetti che scomparivano, ombre misteriose viste dove non c’era nessuno, luci che si spegnevano improvvisamente. Perfino a Londra, durante il casting, parecchi incontri sono stati interrotti da scricchiolii sinistri provenienti dalle assi del pavimento dell’ex stamperia vittoriana. Gli agenti degli attori pensavano che si trattasse di topi, ma non ne è stato trovato neppure uno e i rumori erano troppo forti per poterli attribuire ai tarli. Forse un cane nello studio adiacente? No, non ce n’erano. Stranamente gli scricchiolii sono scomparsi quando il casting di “The Conjuring – Il caso Enfield” è stato completato.

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