Ciò che conta non può sempre essere contato e ciò che può essere contato non necessariamente conta. ― Albert EINSTEIN
Dal regista norvegese del bellissimo Kitchen Stories, Bent Hamer, la storia di Marie, scienziata trentaciquenne scandinava che si occupa insieme al padre di unità di misura. Mentre la sua vita sentimentale va a rotoli, la donna riceve il compito di recarsi a Parigi per partecipare a un seminario sull’esatta determinazione del chilogrammo. Incontrando i delegati di tutto il mondo, Marie conosce il francese Jacques e da quel momento molti dubbi si instillano nella sua mente: quanto pesa esattamente un chilo? Quanto pesa invece la vita? E qual è il peso che lei stessa usa per la delusione, la tristezza e l’amore.
‘1001 grammi’ arriva al cinema dall’11 agosto con Movies inspired. Fare un film vuol dire osservare l’ovvio e il familiare sotto una nuova luce, e niente è più ovvio del chilo. Ed è proprio il nostro tangibile e familiare chilo ad essere esposto allo sguardo così particolare di Bent Hamer in 1001 grammi. Per la prima volta, il prototipo internazionale del chilogrammo (risalente al 1889) sarà rimesso in questione: è stato sollevato un dubbio riguardo all’esattezza del peso, nel senso tradizionale, nel momento in cui bisogna determinare una massa specifica. In questo momento gli scienziati stanno lavorando per trovare una soluzione.
C’è un apparente legame tra Kitchen Stories – I racconti di cucina e 1001 Grammi e, come afferma lo stesso Bent: “L’essere umano determina la definizione del peso ma, secondo me, è importante soprattutto comprendere come la definizione del peso influenzi l’essere umano. Sono affascinato da ciò che si trova in quello spazio che divide l’interpretazione scientifica dall’azione umana. Questa stessa cosa è all’origine del mio film Kitchen Stories – I racconti di cucina del 2003. Con 1001 Grammi ho avuto l’occasione di sviluppare ancora di più questa visione della vita, attraverso un’estetica stilizzata e uno humor poetico. Al di là di ogni misura”.
“Tutto è cominciato con un servizio che ho sentito alla radio sul metro – racconta il regista -, il chilogrammo e l’Istituto di Metrologia “Justervesnet” che cercava una nuova sede. Ma non si sa mai come un’idea si sviluppi dentro di noi. Spesso è una reazione incosciente a un semplice soggetto, a una sensazione o all’impressione che rappresenti molto più, e questo non è necessariamente immediato”.
