Fabio Rovazzi torna sul trattore

Lontano da Checco Zalone, Gennaro Nunziante porta sul grande schermo un storia Bio, quella di FaBio, un giovane neolaureato che trova un lavoro nel mondo della pubblicità (dal basso), con un padre assente da 5 anni e una sorellastra capricciosa e viziata. Entrambi lo considerano un “vegetale”. Fra situazioni paradossali, un coinquilino pugliese (il vero comico del film) e trovate demenziali, il protagonista dovrà reinventare la sua vita.

vegetale 1Il Vegetale è la nuova commedia scritta e diretta da Gennaro Nunziante che vede protagonista Fabio Rovazzi al suo esordio come attore, con Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Alessio Giannone e la giovanissima Rosy Franzese. Il film, prodotto da The Walt Disney Company Italia e 3zero2 in collaborazione con Sky Cinema, uscirà nelle sale cinematografiche giovedì 18 gennaio 2018. Il film sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.

“Oggi la parola “vegetale” – afferma il regista durante la presentazione stampa – è usata frequentemente, dall’alimentazione al fine vita eccola risuonare puntuale; oltre il valore salutistico e ambientalista, in questa “febbre dell’orto” c’è anche una parziale risposta che le nuove generazioni provano a offrire alla domanda sempre più crescente di giustizia sociale dopo i tristissimi anni “carnivori” dei loro padri. Ed è proprio dalla lotta tra “figli vegetariani” e “padri carnivori” che passa una possibile schiarita del nostro tempo. Spesso di fronte a un ragazzo di sani principi, un genitore si pone con derisione; avendo “vegetato” tutta la vita ai danni della comunità definisce “vegetale” quel figlio che non si approfitta del bene comune. Sono uomini così disillusi del futuro da trasmetterlo geneticamente ai propri ragazzi che invece vogliono sperare ancora nella possibilità di costruire un mondo migliore. Sono questi i pensieri che hanno generato la commedia Il Vegetale, questo “primo tragico Rovazzi”, questa nuova maschera di giovane “stagista” italiano che rispetto a Fantozzi non ha nemmeno un lavoro sicuro, ma ha l’energia della giovinezza e la forza dell’innocenza per ribaltare il suo destino, perché “Una fine migliore ci vuole, è indispensabile”.

Il film mette in commedia temi di grande attualità molto sentiti socialmente. Uno dei temi più importanti è infatti la riscoperta di un territorio che gli italiani hanno abbandonato e che invece viene adesso rivissuto da tutte quelle persone che, scappando dai loro paesi, trovano mondi e posti bellissimi da riportare alla vita. In Italia ci sono centinaia di borghi abbandonati che aspettano solo di essere ripopolati. È una grande ricchezza del film la capacità di parlarci di questi temi e di farci riflettere su tanto altro. Anche di farlo in leggerezza con la voglia di sdrammatizzare.

il vigetale conf stampaÈ questo lo stile del regista, Gennaro Nunziante, che si rinnova con la vicinanza di Fabio Rovazzi. Un giovane talento che Gennaro Nunziante ha deciso di lanciare nel mondo del cinema in un film divertente, biologico e spontaneo.

Nunziante ha spiegato di essere stato stregato da Rovazzi perché “ha nel volto e nella fisicità l’emblema di una generazione. Io non modello il film in base a quello che il pubblico vorrebbe vedere. Io penso che il pubblico sia sempre più intelligente di me e che vada sempre stupito”.

Rovazzi nel film rappresenta una generazione onesta e ingenua alle prese con un’occupazione che non c’è in una Milano che offre solo lavori da volantinaggio e solo dopo una selezione lavorativa degna di un posto da top manager. Per Fabio Rovazzi “il vegetale racconta la nostra generazione che ha ereditato il nulla e dove il modello vigente è fottere il prossimo. Credo sia meglio che si instauri invece un rapporto civile. Quelli della mia generazione sono spaesati, precari e si sono dovuti inventare nuovi lavori per sopravvivere proprio come ho fatto io”.

Nella pellicola mancano le parolacce. “Gesù non vuole”, ha ironizzato il regista per spiegare una scelta condivisa in toto con Rovazzi. “Sono sempre stato convinto del fatto che la crisi economica occidentale – conclude Gennaro Nunziante – sia la conseguenza della crisi morale che da decenni avvelena le nostre comunità. Per un paese, la fiducia nel prossimo è un bene assoluto, la sua mancanza lacera relazioni umane ed economiche”.

Il film si avvale anche della spiritosa e amichevole partecipazione di Barbara D’Urso, che interpreta se stessa.

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