Sergio Stivaletti porta al cinema un altro dogman. Riccardo De Filippis, Romina Mondello e Virgilio Olivari sono i protagonisti di Rabbia furiosa – Er Canaro, nei cinema dal 7 giugno, prodotto da Apocalypsis che lo distribuisce in collaborazione con Paradise Pictures.
Rabbia furiosa – Er Canaro, terzo lungometraggio diretto dal maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti, che si distacca dall’horror – filone in cui rientrarono le sue due fatiche precedenti MDC – Maschera di cera e I tre volti del terrore – è un thriller noir a tinte forti ambientato ai giorni nostri. Il film, come quello di Matteo Garrone in contemporanea nelle sale cinematografiche, è ispirato ad una pagina della cronaca nera romana degli anni Ottanta e mirato a rievocare lo spietato assassinio di un ex pugile e criminale avvenuto per mano di colui che venne chiamato “Er Canaro”.
Fabio ha appena scontato otto mesi di galera per un crimine che non ha commesso, al posto di Claudio, un suo amico ex pugile, un delinquente di piccolo calibro che ambisce a diventare il boss del Mandrione (quartiere periferico romano). Claudio gestisce traffici vari e si occupa anche di combattimenti tra cani. Ogniqualvolta i suoi cani rimangono feriti, egli si rivolge all’amico Fabio che, clandestinamente nel retrobottega della sua toletta per cani, si occupa di piccole operazioni chirurgiche e medicazioni. L’amicizia tra Fabio e Claudio è molto ambigua, quasi malata. Claudio ha una personalità bipolare che lo porta a volte ad agire con estrema cattiveria nei confronti di Fabio che sembra subire senza reagire. Tutto questo dura da tempo fino a quando Fabio, non potendo più sopportare, deciderà un giorno di attuare la sua terribile vendetta…
Nel ruolo del Canaro troviamo Riccardo De Filippis, noto per il ruolo di Scrocchiazeppi nella serie televisiva Romanzo criminale, e Virgilio Olivari in quello del carnefice destinato a trasformarsi nella sua vittima. Nel cast anche Romina Mondello e Gianni Franco, entrambi già presenti in MDC – Maschera di cera, Rosario Petix, Giovanni Lombardo Radice e Romuald Klos. La sceneggiatura porta la firma di Antonio Lusci, Antonio Tentori e lo stesso Stivaletti.