Distribuito da Midnight Factory, l’etichetta horror di proprietà di Koch Media, il film sarà nelle sale italiane dal prossimo 6 dicembre. E’ un horror spaventoso che vi farà passare la voglia di giocare. Fotogramma dopo fotogramma, scena dopo scena, non potrete fare a meno di immedesimarvi in questa inquietante storia fatta di angoscia, paura e colpi di scena che vi terranno con il fiato sospeso per tutta la durata del film.
Protagonisti del film scritto e diretto da da Pascal Laugier sono Crystal Reed, Anastasia Philips, Emilia Jones, Taylor Hickson, Kevin Power, Rob Archer e Mylène Farmer.
Le bambole forse rappresentano, nell’immaginario collettivo, il ricordo d’infanzia, il gioco che tutti abbiamo avuto da bambini e con il quale siamo cresciuti, ma La casa delle bambole – Ghostland spazzerà via tutto questo. Sarete letteralmente trascinati all’interno di una casa in cui proprio questo oggetto, all’apparenza così innocuo, sarà simbolo del male più puro.
Pauline e le due figlie adolescenti, Beth e Vera, ricevono in eredità una vecchia villa piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera casalinga tetra e inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e prendono in ostaggio le ragazze. Pauline lotta disperatamente per la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori, ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto. La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che l’incubo, in realtà, non è ancora finito…
Com’è nato questo progetto? “Inizialmente – risponde il regista -, avevo voglia di girare un film attraverso la prospettiva della soggettiva, che è una tema centrale per un regista perché il linguaggio cinematografico permette di filmare le cose, come per esempio le visioni, i fantasmi e i sogni, in modo diretto. I film di fantascienza si sono concentrati molto su quest’aspetto, che però a me creava delle difficoltà. La mia prima intuizione è stata quella di filmare il mondo onirico di un personaggio come se fosse la realtà, quella tanto decantata ‘realtà’ che non sappiamo mai veramente come definire. Mi ci è voluto un po’ di tempo per trovare il mio stile. La situazione è rimasta in stallo finché non mi sono convinto che il mondo interiore di un personaggio avrebbe potuto essere il motore narrativo della trama. E proprio quando dentro di me è scattata questa molla mentale, mi è venuta in mente la sceneggiatura. L’idea fondamentale della trama di trattare la soggettività come una cosa normale, considerandola come la realtà stessa, è completamente folle e spaventosa. L’esuberanza barocca del film, i suoi eccessi e i suoi impulsi di morte sono solo una cosa in più rispetto a tutte le altre cose che succedono!”.