I morti non muoiono: un’apocalisse zombie

Nella tranquilla cittadina di Centreville, qualcosa non va come dovrebbe. La luna splende grande e bassa nel cielo, le ore di luce del giorno diventano imprevedibili e gli animali iniziano a mostrare comportamenti insoliti. Nessuno sa bene perché. Le notizie che circolano sono spaventose e gli scienziati sono preoccupati. Ma nessuno prevede la conseguenza più strana e più pericolosa che inizierà presto a tormentare Centerville: I morti non muoiono – escono dalle loro tombe e iniziano a nutrirsi di esseri viventi, e gli abitanti della cittadina dovranno combattere per la loro sopravvivenza.

THE DEAD DON'T DIEDallo scrittore-regista Jim Jarmusch (Paterson; Gimme Danger) arriva al cinema dal 13 giugno 2019 ‘I morti non muoiono’ (The Dead Don’t Die) una commedia horror con un cast stellare formato da attori abituali di Jarmusch (Bill Murray, Adam Driver, Chloë Sevigny, Tilda Swinton, Iggy Pop, Steve Buscemi, Tom Waits) e nuovi arrivati (Selena Gomez, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Carol Kane) con uno sguardo turbolento, triste e satirico sulle abitudini e i desideri degli americani alla fine del mondo – uno stato della nazione ironicamente terrificante, affrontato con originale cinematografia.

Lo scrittore-regista Jim Jarmusch presenta la sua visione unica sull’apocalisse degli zombie, intrisa del tono impassibile e della delicata commedia che lo hanno reso una voce iconica nel cinema indipendente attraverso i decenni. Unendo un cast multi-generazionale e multi-culturale e una troupe di volti noti di produzioni passate, e di neoconvertiti a Jarmusch, inclusi Danny Glover, Selena Gomez, Caleb Landry Jones, I Morti non muoiono è un affare di famiglia – uno spaccato di vita opportuno e talvolta intenso che arriva ad un punto cruciale della storia americana, quando sembra che i tempi in cui viviamo ci divorino vivi.

“I Morti non muoiono mostra una versione del nostro mondo che è singolare per questo film, ma che rappresenta appieno il momento storico attuale”, dice il produttore Joshua Astrachan, che ha lavorato anche su Paterson. “Nel racconto di Jim, gli Stati Uniti stanno conducendo le operazioni di fracking al Polo Nord, di conseguenza la Terra è scivolata fuori dal suo asse, le calotte polari si sono sciolte, il sole si alza durante la notte e la luna durante il giorno, e i morti iniziano ad uscire dalle loro tombe”.

Per aggiungere uno struggente tocco comico, un non morto di Jarmusch torna in vita barcollante alla ricerca di un passatempo o una fissazione passata, capace di pronunciare una sola parola implorante. Il cantante country vincitore del Grammy, Sturgill Simpson, che ha composto la canzone originale del film, appare in un cammeo come un musicista non morto, che si aggira per le strade di Centerville con al seguito uno strumento acustico-elettrico, gracchiando gutturalmente “Chitarra!”

“Praticamente qui appaiono tutti gli aspetti zombie dell’umanità”, dice Tilda Swinton, che torna per la quarta volta a lavorare con Jarmusch, interpretando il ruolo di Zelda Winston, la proprietaria di un’agenzia di onoranze funebri dal delizioso accento scozzese. “Abbiamo zombie ai cellulari, moda zombie, ogni tipo di zombie immaginabile. Ci sono tanti modi diversi di non essere svegli nella nostra situazione attuale – per Jim è stato come pescare in un acquario”.

THE DEAD DON'T DIELarry Fessenden, il regista del culthorror (Depraved) e connazionale di Jarmusch, che appare in I Morti non muoiono nel ruolo del proprietario del motel Danny Perkins, aggiunge: “I film di Jim hanno sempre questa qualità episodica, con persone che durante la vita cercano di negoziare la peculiarità del mondo. Aggiungendo degli zombie al tutto, si ottiene qualcosa di deliziosamente bizzarro, e piuttosto terribile. C’è una violenza quasi fino alla follia, un’altra cosa che Jim ha da dire sull’umanità in questo momento. Ma c’è anche una velata malinconia, che è saltata fuori nei suoi ultimi due film: non so se aiuterà la specie, ma sembra voglia dire ‘non so come possiamo rimediare’”.

Diversi sono i modelli a cui Jarmusch si è ispirato, tra i quali i classici dell’horror come L’isola degli Zombies del 1932, con Bela Lugosi nei panni del maestro voodoo haitiano Murder Legendre che trasforma una giovane donna in una morta vivente, in quello che è stato considerato il primo film sugli zombie. E inoltre a Ho camminato con uno Zombie, il b-movie del 1943 di Jacques Tourneur dove appaiono degli zombie schiavi su una remota isola caraibica a cui manca la forza di volontà per fare qualcosa per sé stessi – un inquietante riflesso della vita umana durante una guerra mondiale, a cui fa eco il fatalista messaggio del vicolo cieco dell’umanità in I Morti non muoiono.

Ma è La notte dei morti viventi di George Romero del 1968 che ha ispirato maggiormente Jarmusch durante la scrittura e la realizzazione del suo ultimo lungometraggio. Gli attenti spettatori di I Morti non muoiono noteranno numerosi riferimenti e cenni al classico dell’horror americano a basso costo, che ha assunto una vita propria nel corso degli anni, passando dall’essere film indipendenti low-budget come allegoria sociale per la guerra in Vietnam o le lotte per i Diritti Civili, in una metafora del tardo capitalismo e del consumismo. L’originale in bianco e nero, realizzato con $ 114K, ha segnato anche la prima volta che gli zombie si nutrono di carne umana sullo schermo, con terrificanti implicazioni socio-politiche. I tempi tumultuosi ci stanno divorando ancora una volta.

La notte dei morti viventi è un film geniale realizzato con restrizioni incredibili, e lo citiamo con molti piccoli dettagli e riferimenti che l’attento spettatore saprà riconoscere”, afferma Jarmusch additando la Pontiac Le Mans del 1968 guidata da Selena Gomez nel film, lo stesso identico veicolo nel debutto di Romero, fino alla sua verniciatura personalizzata Palmetto Green. “Nel nostro film, come ne L’alba dei morti viventi, il sequel di Romero de La notte dei morti viventi, gli zombie tornano nei luoghi e verso le cose di cui erano ossessionati da esseri viventi, rimanendo attaccati a ciò a cui erano interessati da vivi. Mi affascinava l’idea degli esseri umani rianimati che si comportano come organismi unicellulari, che si nutrono come cannibali di carne o cervelli, e che non hanno alcuna reale volontà oltre a questo”.

“Esteriormente I Morti non muoiono è una zombie comedy, ma permeata da un sottotesto socio-politico, non diversamente da La notte dei morti viventi, che ritengo sia importante in questo momento storico”, dice Carter Logan. “Siamo saturi di film e programmi televisivi che seguono una certa formula: gran parte del genere sugli zombie sfocia nella soap opera, dove la gente cerca di sopravvivere all’apocalisse degli zombie. Il nostro film tiene conto di questo, ma l’intenzione di Jim era quella di far tornare un film sugli zombie alla sua iterazione più famosa, riguardante l’umanità che non perde mai il senso dell’umorismo nonostante le grandi calamità del mondo”.

I Morti non muoiono segna il decimo viaggio di Jarmusch nella Croisette, dopo essere apparso per l’ultima volta al Festival di Cannes in concorso con Paterson nel 2016, lo stesso anno in cui ha debuttato con Gimme Danger, un documentario su Iggy & The Stooges, fuori concorso. Il regista ha portato a Cannes la maggior parte dei suoi precedenti lungometraggi, tra cui Solo gli amanti sopravvivono, Broken Flowers (vincitore del Gran Premio della Giuria), Ghost Dog: Il codice del samurai, Dead Man, Mystery Train – Martedì notte a Memphis, Daunbailò, Stranger Than Paradise – Più strano del paradiso (vincitore della Camera d’Or) e “Coffee and Cigarettes”, che ha vinto il premio come Miglior Cortometraggio nel 1993.

The Dead Don’t Die Photocall - Cannes Film Festival International Du Film De Cannes 2019

The Dead Don’t Die Photocall – Cannes Film Festival International Du Film De Cannes 2019

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