“Sono io, sono Covid 19. E tu chi cazzo sei?”. Un corto d’attualità può anche essere ben fatto. Ecco la dimostrazione. A differenza di altri instant movie nostrani – ogni riferimento al film di Vanzina ‘Lockdown all’italiana’ è puramente non casuale – ‘Sono io’ è un colpo perfetto allo stomaco. Un centro esatto nell’amigdala del nostro cervello.
Fotografia, luce, musica, recitazione e testo: un mix equilibrato e di alto livello caratterizzano il corto scritto e diretto da Cyro Rossi con le musiche di Alessandro Calò, gli effetti sonori di Marco Solaris, il film editing di Alberto Fertillo e con protagonisti Dan Booth, lo stesso Cyro Rossi, Notsa Mao Kevin, Jun Ichkawa (già vista nei film di successo ‘il Ministro’ del 2016 e ‘Cantando dietro i paraventi’ del 2003), Penelope Flamma, Walter Nestola (già visto in ‘Sulla mia pelle’ con Alessandro Borghi), Roberta Procida (la bella Farnesina del film del 2018 ‘Moschettieri del Re – La penultima missione’ di Giovanni Veronesi), Fabrizio Pinzauti, Gabriel Napoleone, Tommaso Rossi, Anna Piscopo, Carolina Signore, Francesco Paolo Amoroso, Giada Benedetti, Sara Salgado e Kaya Kushna.
‘Sono io’ è stato riconosciuto a livello internazionale ed è in concorso in numerosi festival cinematografici risultando tra i finalisti del ‘Short Shot Fest di Mosca 2020’, ‘Lisbon Film Rendezvous 2020’, ‘Rieti e Sabina Film Festival’ e nella selezione ufficiale del ‘Grounded Film festival 2020’ e del ‘Broadway International Film Festival 2020’ di Los Angeles.
Il corto di Cyro Rossi affronta il tema del coronavirus superando i luoghi comuni e, impersonandosi nel virus, illustra tutti gli ‘effetti collaterali’ che il Covid ha provocato, anche quelli positivi. E non solo; ironizza (senza essere irriverente) sui numeri – sì proprio quei numeri che tutti ascoltiamo ogni giorno dai telegiornali con impazienza – confrontando le cause di morte nel Mondo. E lo fa proprio in tutte le lingue del Mondo, dall’inglese al francese, dall’italiano al giapponese. Ogni immagine, in bianco e nero, è un pugno. Ogni parola è un immaginario.
Cyro Rossi ha una passione per il neorealismo, ammira e segue le opere di Xavier Dolan, Abdellatif Kechiche, Nuri Bilge Ceylan, solo per citarne alcuni. È nato a Firenze il 29 maggio 1977. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Firenze è andato a vivere in Germania, Inghilterra, Stati Uniti e Brasile durante le diverse fasi della sua vita. Dopo il suo ritorno a Firenze ha deciso di seguire la sua passione nel mondo del cinema. Ha poi studiato recitazione presso Imagina Di Giuseppe Ferlito. Da allora Cyro ha partecipato a vari cortometraggi e lungometraggi tra cui “Maria per Roma” di Karen Di Porto.
Nel 2011 Cyro si trasferisce a Roma dove studia alla scuola Strasberg con Francesca De Sapio. Poi ha fatto il salto coraggioso dietro la macchina da ripresa e nel 2017 ha debuttato con il cortometraggio “Buscije”. Da allora ha realizzato altri cortometraggi; “Binario 4”, “Keep Walking”, entrambi nel 2019 e “A R R U B I U” e la web serie ‘Aut Aut’ nel 2020. Cyro ha preso parte, come protagonista, del videoclip di Jamie Jones feat. leave Ya ‘Over each other’ di Vito Vinci e sarà a breve su Amazon Prime Video nella parte del marito di Anna Foglietta, nel film ‘Il talento del calabrone’ di Giacomo Cimini, con protagonisti la stessa Anna Foglietta e Sergio Castellitto. Attualmente lavora con l’agenzia CDA Studio di Nardo, di Roma.
“Mi sforzo di diventare un regista italiano di film, che si prende dei rischi. Nuovi giovani aspiranti attori, storie innovative e stimolanti. Abbiamo una grande qualità espressiva in Italia e un gusto da invidiare, qualcosa di cui vado orgoglioso”.