Nel secondo giorno del 67° festival di Cannes, Party Girl ha aperto la sezione ‘Un Certain Regard’, dove per l’Italia sarà in gara il 22 ‘Incompresa’ di Asia Argento.
Party Girl, opera prima diretta da un trio: Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis, è un film malinconico, un ritratto toccante di una donna libera, ai margini della società.
Arrivata ai 60 anni Angelica, la protagonista del film, non vuole rinunciare alla sua vita: ama ancora le feste, ancora le piacciono gli uomini. E’ una madre di famiglia con tanti bambini e di mestiere fa l’entraineuse nei bar. Di notte prepara loro da bere in un cabaret in Lorena, sul confine franco-tedeschi. Passa il tempo, i clienti diventano rari. Ma Michel, uno dei suoi più affezionati, è ancora innamorato di lei e un giorno le chiede di sposarlo.
Per i tre registi “Angelique ha avuto il coraggio di assumere pienamente il proprio personaggio, accettando di donarci la propria intimità e interiorità”. Un cinema-verità che vuole ispirarsi, nelle intenzioni dei tre registi, alle opere di Cassavetes, Pasolini e Pialat, “e per Party Girl – dicono i registi – i riferimenti sono a Mamma Roma, a Una donna, a Wanda di Barbara Loden, che sono dei ritratti di donne libere e straordinarie come Angelica’’.
Tutto il film è realizzato con attori non professionisti e girato con improvvisazione sapendo di conoscere la storia in generale ma seguendo la traiettoria che Angelique voleva dare al momento. “Una figura che sembra un personaggio cinematografico: non importa se lo spettatore può rispecchiarsi o meno con le situazioni dei protagonisti. Ci siamo fatti trascinare dalla sua esuberanza senza tradirla per fare il cinema e attraverso lei ci interroghiamo sull’amore, la famiglia, la libertà, i margini: Angelique – concludono i registi – è libera o egoista, spontanea o incosciente, generosa o irresponsabile”.