Mai cast fu così azzeccato come quello del ‘Ritorno al Marigold Hotel’, diretto John Madden (Shakespeare in love) e sequel del già molto apprezzato Marigold Hotel. E’ proprio il caso di dire che Madden è riuscito a bissare il risultato (almeno dal punto di vista della critica), presentando di fatto un altro piccolo capolavoro. Sarà che squadra che vince non si cambia, ma il nostro regista è riuscito a ripetere l’impresa del 2012, mostrandoci nuovamente un gioiello di humor britannico, amore e un po’ di nostalgia.
Ora che il Marigold Hotel è pieno di clienti che si trattengono per periodi prolungati, i due co-direttori Muriel Donnelly (Maggie Smith) e Sonny Kapoor (Dev Patel) sognano di ingrandirsi, e hanno appena trovato il posto ideale per farlo: il secondo Marigold Hotel. Evelyn e Douglas (Judi Dench e Bill Nighy) si avventurano a Jaipur con un piano di lavoro in mente, chiedendosi a cosa porterà il loro appuntamento fisso a colazione. Nel frattempo Norman e Carol (Ronald Pickup e Diana Hardcastle) navigano nelle acque vorticose di una relazione speciale, mentre Madge (Celia Imrie) si destreggia tra due corteggiatori entrambi molto allettanti, e Guy Chambers (Richard Gere) arrivato da poco, trova nella madre di Sonny, Mrs. Kapoor (Lillete Dubey), una musa per il suo prossimo romanzo. Il matrimonio con l’amore della sua vita Sunaina (Tina Desai) è alle porte e Sonny si accorge che i suoi progetti per il nuovo hotel gli rubano più tempo di quanto non ne abbia a disposizione. Forse l’unica ad avere le risposte è Muriel, che custodisce i segreti di tutti. Con l’avvicinarsi del grande giorno la famiglia, così come gli ospiti, si ritrovano risucchiati dall’irresistibile ebrezza di un matrimonio indiano.
Tra nuovi ospiti che si aggirano nelle stanze, matrimoni in stile indiano e complicazioni inattese il Marigold Hotel torna a farci sognare. L’ultimo arrivato al Marigold Hotel è un misterioso e seducente personaggio: l’americano Guy Chambers. Il ruolo porta Richard Gere nella squadra. “Sono sempre felice di fare qualsiasi cosa in India”, dice. “Ho sempre voluto lavorare con John Madden e poi, ovviamente, c’era questo cast. Judi e Maggie sono ormai ampiamente riconosciute come delle fuoriclasse nell’industria cinematografica. Sono delle persone così accattivanti da vedere sullo schermo, ma nella vita quotidiana… hanno un senso dell’umorismo strepitoso!”.
Gere ha trovato molto stimolante l’energia di tutto il cast, a prescindere dall’età. “Non puoi essere un attore se non hai uno spirito giovane”, dice. “Praticamente mi sono ritrovato a fare le prove di ballo appena sceso dall’aereo, sono stato investito immediatamente da un senso di gioia e di divertimento. Molto di questo sentimento si deve anche a John. È una persona che è felice di stare con gli altri, ama gli spettacoli, la cultura in India e penso che riesca a far trapelare tutto questo nella sua produzione”. Richard Gere è stato attratto, inoltre, dallo spirito sofisticato della commedia. “A volte pare quasi una commedia shakespeariana di costume, che passa in rivista tutte le debolezze umane. Sembra che tutti i personaggi siano concentrati a riparare i danni che Sonny va a combinare in giro!”.
Nonostante in Italia la prima pellicola non abbia ottenuto un enorme successo, incassò circa un milione di euro, nel resto del mondo, invece, ha letteralmente fatto faville incassando ben 46 milioni di dollari, contro i dieci spesi per produrlo. Era chiaro fin da subito perciò, che la casa di produzione Fox Searchlight Pictures volesse ripetere l’enorme successo. E così ecco che mette in forno ‘Ritorno al Marigold Hotel’, in arrivo nella sale cinematografiche italiane il prossimo 30 aprile, che ci mostra mille sfaccettature del vissuto dei personaggi, dal folklore dato dai colori e dalla natura indiana, all’improvvisazione artistica degli attori, frutto soprattutto di una grande dimestichezza con la macchina da presa, dalle gioie quotidiane della vita, alla delicatezza nell’affrontare un tema ahimè sempre attuale, la morte, qui però, abilmente inserito in modo dolce e commovente tra le fila dell’intreccio narrativo. Come a voler dire, la morte, arrivata ad una certa età è la tua compagna di viaggio, è inutile ignorarla, bisogna conviverci sperando che sopraggiunga il più tardi possibile.
L’atmosfera è resa ancor più coinvolgente dal cast stellare, da Judy Dench a Bill Nighy, da Maggie Smith a Ronald Pickup, da Penolope Wilton a David Strathairn, da Celia Imrie ai già citati Dev Patel e Richard Gere; sublimi, simpatici, irriverenti, sensazionali, capaci di infondere al film quella delicatezza e spensieratezza tipica delle pellicole vecchio stampo.
Ritorno al Marigold Hotel è un film mai banale, capace a non cadere nei cliché visti e rivisti nelle drama-comedy britanniche.
Il film è distribuito dalla 20th Century Fox.
Camilla Lombardozzi