Mud é anche pulp.

Immaginate un thriller con risvolti lievemente pulp e immaginate come potrebbe essere se lo avesse scritto Mark Twain. Mud è un po’ questo perché si tratta della classica storia di formazione, una vicenda vista attraverso gli occhi di due adolescenti che rappresenta chiaramente un punto focale nel loro processo di crescita, l’occasione per i due giovani per entrare nel mondo degli adulti, proprio come Le avventure di Huckleberry Finn ha insegnato.

mud locAllo stesso tempo c’è una voglia di raccontare il noir in maniera diversa, una storia di vendetta e redenzione che diventa tale solo nel climax finale, un pulp che di fatto è altro.

In Mud si nota molto l’impronta autoriale del giovane Jeff Nichols, qui al suo terzo film dopo Shotgun Stories (2007) e Take Shelter (2011), e sicuramente è la sua opera più completa e riuscita. La firma è evidente dalla volontà di trattare trasversalmente i generi, come accadeva in maniera più originale in Take Shelter contaminando il cinema fanta-catastrofico con il dramma personale di un uomo che non sa più distinguere la realtà dalla malattia. Però la mano di Nichols si fa sentire anche per i ritmi tutt’altro che veloci e per una certa propensione a scandagliare la psiche dell’essere umano affrontando grandi temi, che in questo caso sono il perdono e il sacrificio personale.

Il film racconta la storia di due quattordicenni, Ellis e il suo amico Neckbone, che incontrano un uomo nascosto su una piccola isola in mezzo al Mississippi. L’uomo si fa chiamare Mud, sembra un vagabondo ed impegnato nel tirar giù da un albero un’imbarcazione che deve essere finita lì in seguito a una tempesta, così da aggiustarla e rimetterla in acqua per andar via da lì. Mud racconta a Ellis e Neckbone di essere un assassino, di aver ucciso un uomo in Texas per difendere la sua ragazza Juniper e che ora alcuni cacciatori di taglie sono sulle sue tracce. Un po’ increduli, i due ragazzi decidono comunque di aiutare l’uomo nella sua impresa di riaggiustare la barca e di metterlo in contatto con Juniper, che lo attende in città.

Nichols informa che l’idea per Mud è precedente ai suoi primi due film è che gli è stata data da un’immagine che ha visto in una biblioteca dell’Arkansas durante delle ricerche. In un libro aveva trovato la fotografia di uno strano sommozzatore con un’attrezzatura insolita ma, a suo modo di vedere, fantastica e proprio da lì ha cominciato a fantasticare su chi fosse e dove vivesse. Di quel sommozzatore, in Mud, è rimasto pochissimo ed è finito nel personaggio di Glen, lo zio tutore di Neckbone, interpretato dall’attore feticcio di Nichols, Michael Shannon, che infatti indossa una maschera da sommozzatore artigianale e cerca le ostriche sul fondo del fiume. Poi Mud ha preso una strada tutta sua, tanto classica nella storia raccontata quanto originale nel modo di raccontarla. Tutto ruota attorno al personaggio di Mud, interpretato da Matthew McConaughey, ormai entrato di diritto tra i migliori attori attualmente sulla piazza, un vagabondo profondamente superstizioso (va in giro con croci sulle suole delle scarpe per scacciare la sventura, una camicia con occhio di lupo per proteggersi dai serpenti e accende falò sulla spiaggia per allontanare le maledizioni) che non dà a capire quando dice il vero e quando mente.

IMG_8703.CR2Mud è il motore della storia, è l’uomo che muove ogni altro personaggio: dà ai ragazzi la forza e l’occasione di fare scelte e affrontare di petto la vita, mette la sua ex fidanzata di fronte alla realtà, offre un motivo ai suoi cacciatori di incanalare odio, rabbia e rancore, suscita istinti paterni in Tom Blankenship, il burbero cacciatore interpretato da un intenso Sam Shepard.

Facendo inizialmente pensare ai ragazzini cattivi di Stand by me e all’immaginario che, appunto, da Mark Twain va fino a Stephen King, Mud si fa forte di un ottimo utilizzo delle location, un Arkansas fotografato magnificamente, tra le paludi e le palafitte, la vegetazione e le abitazioni di periferia dove si vende il pesce di fiume porta a porta.

mud 2Gran parte della riuscita di un film che si affida comunque a una storia non particolarmente innovativa va al modo genuino e coinvolgente con il quale è raccontata e a un cast praticamente perfetto. Oltre al già citato McConaughey, a cui va gran parte del merito, abbiamo anche Reese Witherspoon nei panni di Juniper, un ruolo non centrale ma perfettamente reso dall’ex stellina di Hollywood. Ma sono bravissimi anche i due giovani protagonisti, Tye Sheridan, visto in The Tree of Life di Malick, e l’esordiente Jacob Lofland. Il primo è Ellis, diviso tra due genitori separati, irruento e voglioso di scoprire l’universo femminile che non mancherà di deluderlo in più occasioni; il secondo è Neckbone, braccio destro e migliore amico di Ellis nonché orfano.

Presentato in concorso all’edizione 2012 del Festival di Cannes, Mud arriva nei cinema italiani solo ora grazie a Movies Inspired, forse consci del successo che Mattehw McConaughey sta ottenendo in seguito all’Oscar per Dallas Buyers Club e i riconoscimenti per la serie tv True Detective.
Un film senz’altro da non perdere.

Roberto Giacomelli

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