Il Giovane Favoloso.

Alla 71esima mostra internazionale d’arte cinematografica tra i film italiani in concorso spicca sicuramente Il Giovane Favoloso di Mario Martone con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco Paolo Graziosi, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Giovanni Ludeno, Federica de Cola, Giorgia Salari e Isabella Ragonese.

leopardi elio germanoPer chi conosce Leopardi e ne ha amato le sue poesie come L’infinito, Il passero solitario, la Ginestra e ne tesse le lodi di grande poeta, filologo e scrittore dell’800; in questa pellicola vi rivede tutta la sua anima, di uomo solo e tante volte incompreso, di straordinario intelletto, confinato in corpo gravemente malato in un mondo forse troppo piccolo all’epoca e incapace di comprenderlo, di apprezzarne i suoi versi tanto profondi, quanto struggenti, tanto emozionanti, quanto malinconici.

La figura del Leopardi che Martone ci propone parte dall’infanzia del poeta a Recanati, il film si apre infatti con la visione di tre bambini che giocano dietro una siepe nel giardino della loro casa. Sono i fratelli Leopardi, Giacomo, Carlo e Paolina e la siepe rappresenta proprio lo spartiacque dal mondo esterno che un giorno Giacomo vorrà esplorare.

Dovrà lottare per farlo, perché ostacolato da un padre, Monaldo, severo e pressante convinto che il distino dei figli sia quello di studiare ore e ore nella biblioteca di famiglia senza mai avere contatto con l’esterno, la madre è anche peggio, figura bigotta e anaffettiva, devota oltre ogni immaginazione al Signore, a cui il Leopardi dedicherà nel corso della sua esistenza versi di profondo rancore e disperazione per essere il figlio eternamente abbandonato.

Dopo un salto temporale troviamo un Leopardi che finalmente è riuscito a evadere da Recanati, soggiorna a Firenze dove avvengono gli incontri con l’amata Funny e il caro amico Antonio Ranieri, fondamentali nel costituire l’intero blocco emotivo con cui Giacomo delineerà i suoi scritti del periodo fiorentino.

Dopo una breve sosta a Roma, Martone sposta l’attenzione su Napoli, parentesi conclusiva della vita del poeta e del film; alle pendici del Vesuvio infatti Leopardi intonerà La Ginestra o Il fiore del deserto, una sorta di testamento poetico nel quale si evince l’invocazione ad una fraterna solidarietà contro l’oppressione della natura.

Nel Giovane Favoloso, Elio Germano ha saputo accostarsi al Leopardi uomo e poeta con tanta delicatezza e amore, incarnando alla perfezione la figura del poeta malinconico, interiorizzandone il dramma umano non solo con la recitazione, ma facendo leva su uno studio della postura, della camminata di Giacomo.

Una prova attoriale a dir poco drammatica, emozionante, struggente e sublime che ha saputo regalarci una delle interpretazioni più belle dell’intero Festival.

Martone ha saputo riportare sul grande schermo la bellezza che ci stupisce e ci fa sognare di uno dei poeti più controversi dell’800; accostato più volte alla figura di Baudelaire, poeta maledetto e pessimista, bistrattato dalla società in cui viveva, perché considerato diverso e anticonformista così come lo era il Leopardi.

“Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Camilla Lombardozzi

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