Una medium ‘di pietra’.

Magic in the moonlight, scritto e diretto da Woody Allen, con Colin Firth e Emma Stone sarà presentato al 32° Torino Film Festival nella sezione FESTA MOBILE domenica 23 novembre alle ore 20.00 c/o cinema Reposi.

_DSF0081.RAFAmbientato nella Riviera del sud della Francia negli anni ‘20, MAGIC IN THE MOONLIGHT di Woody Allen è una commedia romantica che narra di un grande prestigiatore (Colin Firth) che prova a smascherare una sedicente medium (Emma Stone).

Il più grande mistero di tutti è l’amore, qualcosa che è tanto vero quanto impossibile da spiegare. “Desiderare cose un po’ più magiche fa parte della naturale condizione umana”, dice Emma Stone. “E la magia del film è l’amore. Magari non ha neanche un senso logico ma è ciò che c’è di bello e di magico”. Woody Allen sostiene che: “vedere qualcuno ed esserne istantaneamente attratti è una cosa inspiegabile. Si può provare a cercarne i motivi: può piacerci il loro stile personale, il sense of humor, le loro idee, il loro aspetto – ma alla fine, non si capisce bene perché non siamo attratti da persone con lo stesso stile, sense of humor e quanto altro. È molto complicato ma c’è di sicuro un motivo intangibile. Sono certo che fra un milione di anni e con l’aiuto dei computer, si riuscirà a spiegare con un grafico matematico quello che succede, ma per adesso e per il futuro prossimo non abbiamo prove che ci sarà alcun cambiamento. C’è una certa emozione magica nell’incontrare qualcuno e trarne una sensazione romantica positiva”.

Nel film, l’illusionista cinese Wei Ling Soo è il più celebrato mago della sua epoca, ma pochi sanno che il suo costume cela l’identità di Stanley Crawford (Firth), uno scorbutico ed arrogante inglese con un’altissima opinione di sé stesso ed un’avversione per i finti medium che dichiarano di essere in grado di realizzare magie. Convinto dal suo vecchio amico, Howard Burkan (Simon McBurney), Stanley si reca in missione nella residenza della famiglia Catledge, in Costa Azzurra: Grace la madre (JackiWeaver), Brice il figlio (Hamish Linklater) e Caroline la figlia (Erica Leerhsen). Si presenta come un uomo d’affari di nome Stanley Taplinger per smascherare la giovane ed affascinante chiaroveggente Sophie Baker (Stone) che risiede lì insieme a sua madre (Marcia Gay Harden). Sophie arriva a villa Catledge su invito di Grace, la quale è convinta che Sophie la possa aiutare ad entrare in contatto con il suo ultimo marito e, una volta giunta lì, attira l’attenzione di Brice, che si innamora di lei perdutamente.

Già dal suo primo incontro con Sophie, Stanley la taccia di essere una mistificatrice facile da smascherare. Ma, con sua grande sorpresa e disagio, Sophie si esibisce in diversi esercizi di lettura della mente che sfuggono a qualunque comprensione razionale e che lasciano Stanley sbigottito. Dopo qualche tempo, Stanley confessa alla sua adorata zia Vanessa (Eileen Atkins) di aver iniziato a chiedersi se i poteri di Sophie siano reali davvero. Se così fosse, Stanley si renderebbe conto, che tutto sarebbe possibile e le sue convinzioni verrebbero a crollare. Quello che segue è una serie di eventi magici nel vero senso della parola e che sconvolgeranno le vite dei personaggi. Alla fine, il migliore trucco messo in mostra in MAGIC IN THE MOONLIGHT è quello che inganna tutti quanti noi.

Il romanticismo dell’ambientazione nelle decorazioni anni venti e l’aspetto risplendente delle location del sud della Francia, hanno contribuito a donare al film un incanto naturale. Il direttore della fotografia Darius Khondji, meglio conosciuto per il suo lavoro in film noir come ad esempio SE7EN di David Fincher, ha dato un tono più allegro e solare ai film di Allen, incluso MIDNIGHT IN PARIS e TO ROME WITH LOVE. “Volevamo fare un film luminoso e gioioso”, dice Khondji, “ma con una gamma di colori forti che dessero struttura visiva al film. La mia principale fonte di ispirazione è stato il fotografo francese Jaques Henri Lartigue. Abbiamo usato obiettivi Cinemascope degli anni settanta per la fotografia, usando un processo speciale per abbassare il contrasto ed ammorbidire le immagini naturalmente. In seguito abbiamo lavorato con il supervisore al colore Pascal Dangin, che ci ha aiutato a renderizzare le immagini con un tocco di “autochrome” per ottenere quel look del colore come agli inizi del 20esimo secolo”.

_TFJ0128.NEFKhondji ha illuminato Emma Stone con una speciale luce radiosa. “Woody mi aveva chiesto di portare la sua bellezza sulla pellicola e spero di aver fatto un buon lavoro”, dice Khondji. “Sembrava come se lei splendesse di luce naturale, quella combinazione di colore delle pelle, capelli ed occhi, ma principalmente è stato il suo modo di interpretare il personaggio che mi ha ispirato a riprenderla in quel modo”. Linklater dice. “Lei è una ragazza meravigliosa ma con quella luce sembrava quasi che uscisse da un affresco ogni giorno”. La Stone dice: “Fondamentalmente mi ha messo in un campo di luce bianca. Gli è servito molto tempo per farlo e gliene sono grata”.

Gli interni e gli esterni della casa dei Catledge, era un mix di due ambientazioni: Villa Eilenroc a Cap d’Antibes e Villa la Renardière a Mouans-Sartoux. Altre location sono state: il bar ed il ristorante dell’Hotel Belle Rives di Juan-les-Pins: Chateau du Rou et di LeMuy, un azienda vinicola usata come casa di Zia Vanessa; l’Hotel Negresco di Nizza (usato per il Cabaret di Berlino)e l’Opéra di Nizza (esterno del teatro di Berlino). L’osservatorio in cui Stanley e Sophie trovano riparo durante la tempesta è l’Observatoire de la Côte d’Azur (Osservatorio di Nizza) sulla sommità di Mont Gros. Costruito nel 1887, la sua cupola è stata progettata da Gustave Eiffel (progettista della leggendaria torre), l’osservatorio è tuttora funzionante. Anche se l’architettura era conforme al periodo, tutti i set hanno dovuto subire delle grandi ristrutturazioni, con mobili del periodo realizzati dalla scenografa Anne Seibel. La scena del ballo è stata girata in un set creato appositamente dalla Seibel, nel retro di una delle location dei Catledge, Villa Eilenroc.

La maggior parte dei costumi che si vedono nel film sono originali del periodo, reperiti attraverso una ricerca mondiale che spazia da Parigi, Londra, Madrid, Roma, Toronto e Los Angeles dalla costumista Sonia Grande ed il suo team. “Abbiamo cercato di usare sempre costumi originali”, dice la Grande. “Ma quando non abbiamo trovato alcuni elementi richiesti per i vari personaggi, abbiamo provveduto a ricrearli usando tessuti e pezzi originali appositamente restaurati e riciclati”. Uno schema di colore è emerso organicamente, con i “credenti” nella storia generalmente vestiti di bianco o pastello e gli “scettici” in colori scuri. “La prima cosa a cui abbiamo obbedito è stata la logica del momento”, dice Allen. “Era logico che Stanley, Howard e George indossassero dei completi, perché era quello che indossavano i nostri riferimenti dell’epoca. Ma questo ha fatto sì che gli altri fossero vestiti più leggeri, più aperti all’immaginazione, al lato magico della vita”.

Come in tutti i suoi film, anche in MAGIC IN THE MOONLIGHT, Allen usa delle scene molto lunghe piene di dialogo, fermi scena e movimenti di macchina. Firth dice: “Detta così sembra tutto molto facile, in realtà tutto deve funzionare alla perfezione. A volte si girava la scena sei o sette volte e lui era soddisfatto, poi magari ti cadeva il cappello e dovevi iniziare la scena daccapo. Lui non fa mai le prove e quindi la prima scena è già una specie di prova, che va poi ripetuta fino a quando vengono limati tutti i difetti e tutti sono contenti”. La Stone racconta: “Lavorare con Woody è stata la realizzazione dei miei sogni. Me lo avevano descritto come uno molto tranquillo ma anche molto serio e che mantiene le distanze, ma per quanto ho potuto vedere io è stato esattamente al contrario. È stato incredibilmente amichevole e divertente oltre ad avermi raccontato un sacco di storie”. Firth dice: “Come regista è molto scrupoloso. Arrivava sul set e ci dava istruzioni estremamente precise, annotazioni accurate e dettagliate su quello che voleva vedere fino a quando non ne era del tutto soddisfatto per poi potere andare avanti. La Atkins dice: “Dopo aver girato una scena che sapevamo non essere venuta molto bene, ci ha detto soltanto “Beh, non era proprio buona, vero?” Ed io sono scoppiata a ridere e gli ho risposto, ‘Era terribile. Che dobbiamo fare ora?’ e lui sorridendo a sua volta ha detto ‘la prossima volta falla meglio’. E questo è solo quanto c’è bisogno di dire la maggior parte delle volte. Era pronto a consigliarci se glielo chiedevamo, ma in realtà conosce molto bene gli attori anche perché è un attore lui stesso. Sa che se scegli gli attori giusti e li metti a loro agio, poi devi solo lasciarli fare quello che sanno fare”.

magicIn occasione dell’uscita cinematografica di Magic in the Moonlight, il prossimo 4 dicembre, Warner Bros. Entertainment Italia celebra il regista Woody Allen con i suoi migliori successi in Blu-ray e DVD.

Woody Allen ha vinto, nella sua carriera, 4 Premi Oscar tra cui il Premio per la Miglior Sceneggiatura Originale per il film Midnight in Paris. Il regista ha sempre diretto con grande maestria i suoi film e i suoi personaggi, specialmente le protagoniste femminili dei suoi film. Cate Blanchett, Penélope Cruz, Mira Sorvino e Dianne Wiest hanno vinto l’Oscar come Miglior Attrice rispettivamente per i film Blue Jasmine, Vicky Cristina Barcelona, La Dea dell’Amore e Pallottole su Broadway.

I migliori film di Woody Allen sono disponibili in Blu-ray e DVD, distribuiti da Warner Bros. Entertainment Italia in edizioni singole e, una selezione di questi, in un cofanetto DVD contenente Incontrerai l’Uomo dei Tuoi Sogni, Basta che Funzioni, Vicky Cristina Barcelona, Scoop, Match Point.

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