Il miracolo della vita che tutto sconvolge.


Dal 2 aprile la Lucky Red di Andrea Occhipinti porta al cinema “La scelta” con protagonisti Raoul Bova e Ambra Angiolini. Il film diretto e interpretato da Michele Placido è ispirato al testo teatrale “L’innesto” di Luigi Pirandello, un’opera che fece scandalo e scalpore dividendo pubblico e critica quando uscì nel 1919. Oggi come allora, il tema tocca le sensibilità e mescola amore, maternità e sentimento.

Una donna sposata e innamorata del marito subisce una violenza, il suo dramma s’intreccia con una maternità tanto cercata, ma di cui non si ha la certezza del padre. La sensibilità della donna, madre nell’anima e nel corpo, va in contrasto con l’umiliazione del più intelligente e aperto dei mariti che a fatica può condividere la scelta della moglie di tenere il bambino.

“Volevo raccontare il dilemma che nasce tra due coniugi rispetto alla decisione di portare a termine una maternità. Prima di girare il film chiedevo spesso ai miei amici cosa avrebbero fatto se si fossero trovati al posto del nostro protagonista. La risposta che ottenevo era sempre la stessa: non avrebbero voluto tenere il bambino. Ma, insistevo, se si fosse trattato di accettarlo per amore?”, afferma Michele Placido, che già si è imbattuto spesso in testi di Pirandello: è stato diretto da Marco Bellocchio ne “L’uomo dal fiore in bocca” per la tv, ha allestito uno spettacolo su “L’uomo dal fiore in bocca” e su “La carriola”, dove recitava con il premio Oscar Murray Abraham, e, più recentemente, ha diretto in teatro Giuliana Lojodice in “Così è se vi pare”..

“Ho tentato di essere quanto più fedele possibile alla matrice pirandelliana ma adeguandola all’oggi e al linguaggio cinematografico – dichiara Placido -. La storia mi è sembrata ancora più significativa una volta trasportata in un’epoca come la nostra, in cui la maternità spesso viene programmata. Il nostro film è ambientato oggi a Bisceglie, in Puglia, e racconta una coppia borghese senza figli formata da Laura (Ambra Angiolini) e Giorgio (Raoul Bova). Una coppia felice fino a quando un evento drammatico e improvviso non ne sconvolge il destino: l’irruzione di una gravidanza, improvvisa e puntellata da elementi drammatici che, seminando il dubbio sulla paternità del bimbo, rischia di compromettere gli equilibri e i sentimenti di marito e moglie, portandone alla luce le differenze caratteriali. Giorgio vive drammaticamente il trauma della moglie, mentre Laura, facendo appello a tutte le sue forze, decide di ricostruire il loro legame usando tutta la femminilità di cui dispone, ritrovando con lui l’intimità, per poi scoprire di essere incinta. Un bambino che potrebbe essere di Giorgio, ma che potrebbe anche non esserlo. Inizierà allora un tormentato percorso sentimentale che porterà i due coniugi su due posizioni diverse: avere il bambino ad ogni costo, o decidere diversamente. I due protagonisti dovranno ricorrere a tutto il loro amore per trasformare quell’esperienza in un rafforzamento del sentimento che li unisce, dovranno affrontare con grande forza ogni paura e fare alla fine una scelta”.

“Al centro della storia – sottolinea Placido – è la donna col suo dna, con il suo misterioso modo di essere rispetto all’uomo, anche attraverso la gravidanza. Mi incuriosiva l’eterno conflitto uomo-donna e come in fondo Pirandello avesse voluto sottolineare la fragilità del maschio: quando Laura torna a casa sconvolta dopo la violenza subita, suo marito rimane paralizzato, come se l’offesa fosse stata fatta a lui”.

“Nella vicenda c’è una donna che impone una scelta che pochi uomini saprebbero accettare e tutto il film è costruito su un doppio binario: “volevo – racconta il regista che a volte lo spettatore si ritrovasse dalla parte dell’uomo e a volte da quella della donna, che a tratti comprendesse meglio Laura e la sua scelta, mentre a tratti capisse meglio Giorgio e soffrisse con lui”.

La sceneggiatrice, Giulia Calenda, era incinta mentre scriveva l’adattamento cinematografico e tutto questo ha fatto sì che la sceneggiatura fosse molto femminile.

Nel cast anche Valeria Solarino che interpreta il ruolo di Francesca, la sorella della protagonista, una donna frivola che convive senza apparenti problemi con due uomini, marito e amante, entrambi contenti e convinti. “Messa davanti alla scelta di Laura – afferma Valeria Solarino – anche il mio personaggio che apparentemente è più moderno, sembra tornare indietro ed essere meno aperto di quello della sorella”.

Laura è forte e determinata, un personaggio esemplare, davvero “scandaloso” per l’epoca in cui fu pensato, tanto è vero che L’innesto in pratica non è mai stato rappresentato nel corso del tempo (l’aveva utilizzato soltanto Luca Ronconi in un laboratorio con gli allievi della sua scuola di teatro in Umbria).

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