Una volta nella vita, all’obitorio.

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Fino a domenica 29 marzo Roma, al Teatro Petrolini di Testaccio, è in scena Una volta nella vita con Andrea Catarinozzi, Nadia Clivio, Roberto Di Marco, Paolo Cordiviola, Valerio Giombetti per la regia di Giancarlo Fares.

Inusuale la location, un obitorio dove i personaggi, tre uomini e una donna, si risvegliano e iniziano a dialogare sulle cose della vita, sulle loro esistenze pregne di vicissitudini, senza ricordare però come siano finiti in quel luogo.
Siamo di fronte a morti “vivaci” che, dai loro dialoghi, fanno trapelare un’umanità eterogenea e una realtà che, difficilmente, avrebbero “interagito” in vita. Si ritrovano, infatti, insieme (loro malgrado) un rapinatore dalle modeste capacità, un logorroico banchiere e un presunto mago. Al loro fianco una donna, anch’essa protagonista della stessa sorte ma, a differenza degli altri, non ricorda niente di sé. L’arrivo di un disperato portantino e un finale a sorpresa arricchiscono un testo divertente e grottesco.

imageTerza Pagina ha incontrato uno dei protagonisti, l’attore romano Roberto Di Marco reduce dal successo con ‘Quattro Buffe Storie’ insieme a Glauco Mauri e Roberto Sturno, al Teatro Parioli di Roma.

È una commedia scritta da Gianni Clementi prolifico autore che, nel corso degli anni, con questa piece ha riempito molti teatri in giro per l’Italia. Come mai questa scelta?
Una volta nella vita è una commedia che mette insieme molti aspetti vincenti: la facilità di essere portata in scena senza coinvolgere troppi attori, la sua versatilità che mette d’accordo un pubblico giovane e quello abituato a testi più classici ma, soprattutto, è un concentrato di battute con risvolti a sorpresa che possono far nascere emozioni contrastanti nel pubblico.

Il progetto come è nato ? Siete stati scelti dal regista o avete contattato Giancarlo Fares?
È stato uno degli attori, Andrea Catarinozzi, a promuovere questo progetto: dalla scelta della regia a quella del cast artistico. Tutti, Giancarlo Fares compreso, prova dopo prova ci siamo accorti che eravamo la squadra giusta per questo spettacolo.

IMG-20150318-WA0010Come è stato lavorare con Fares?
Di Fares ne ho sempre sentito parlare ma non ho mai avuto la possibilità di essere diretto da lui. Avrei sempre voluto poter prendere parte a un suo spettacolo e quando Andrea me lo ha proposto non ho avuto dubbi. È un grande professionista e anche una persona di grande umanità: uno di quei registi che quando danno un’indicazione sanno esattamente cosa vogliono e come ottenerlo. Fin dalle prime prove gli riconosci una grande sapienza registica, con la capacità di saper dirigere gli attori senza creare in loro frustrazioni psicologiche, dono non sempre così scontato.

Mi viene in mente la celebre ‘A livella’ di Totò dove escono fuori le umane passioni e abitudini e si inizia a riflettere. In un luogo surreale come quello di un obitorio, come ci riescono i protagonisti?
Tutti i personaggi concentrano comicità, speranze e purificazione di se stessi. I nostri protagonisti scoprono di avere un unico destino: sciogliere l’enigma che li ha portati a ritrovarsi in quel luogo ma per farlo daranno vita a dialoghi surreali ed esilaranti, litigheranno, tenteranno un furto, una seduta spiritica, ma sempre confrontandosi e riflettendo sulla propria vita.

IMG-20150318-WA0001Quale personaggio interpreti?
Adolfo Perri De Benedctis, un logorroico banchiere con tratti nevrotici. Crede di avere le risposte a tutto, cercando di controllare la propria vita e quella degli altri, ma il destino gli serberà un’amara sorpresa, che lo renderà quasi simpatico agli occhi del pubblico.

Che progetti hai per i prossimi mesi?
Alcuni più concreti e altri ‘in costruzione’ ma, per scaramanzia, preferisco sempre non parlarne finché tutto non sia definito completamente. Senza dubbio vogliamo tutti che questo spettacolo non si esaurisca con l’ultima replica al Teatro Petrolini domenica 29 marzo.

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