Dove eravamo rimasti. Maryl Streep è rock.


Dopo ben 33 anni da ‘La scelta di Sophie’, l’immensa Meryl Streep (senza dubbio alcuno la più grande attrice americana vivente) torna a lavorare con il grande Kevin Kline nel film più rock di questa fine estate 2015, ‘Dove eravamo rimasti’ (Ricki and the Flash), secondo film musicale per lei dopo ‘Mamma mia!’ e, visto che non c’è due senza tre, ideale preludio alle stonature intenzionali che ci regalerà nella sua interpretazione di Florence Foster Jenkins, la cui storia è stata presentata a Venezia 72 per la regia di Xavier Giannoli (‘Marguerite’).

DoveEravamoRimasti_LocandinaBasterebbe la sua splendida voce da cantante (piuttosto penalizzata nei dialoghi dal doppiaggio italiano ma rimasta, fortunatamente, in inglese originale nei brani da lei eseguiti con maestria) per giustificare il prezzo del biglietto ma in questo film c’è molto di più, ad esempio una delle sue tre figlie, Mamie Gummer, nella parte della…figlia che vive con lei una tormentata e litigiosa (almeno in apparenza) relazione dovuta alla fuga della madre per inseguire il suo rock dream.

E’ impossibile, specialmente in Italia, non pensare a This Must Be the Place di Paolo Sorrentino con un intenso Sean Penn nei panni della rockstar decaduta ma qui la chiave è molto più gioiosa e siamo più dalle parti di Alta fedeltà, grazie ad una colonna sonora che farebbe impazzire Nick Hornby e delle pazzesche esecuzioni live, ottenute grazie ad un intenso periodo di studio cui Meryl Streep si è sottoposta, avendo come maestri dei grandissimi musicisti.
Il veterano Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti, Philadelphia) ha chiesto alla Streep ed a sua figlia di non parlarsi mai fuori scena sul set per l’intera durata delle riprese (al fine di mantenere alta la tensione drammatica delle loro costanti liti sul grande schermo) ma sembra che le due, le quali hanno un ottimo rapporto nella vita reale, abbiano resistito soltanto una settimana.

Una sceneggiatura di ferro, firmata dalla stupenda ed hypercool Diablo Cody (Juno) riesce a non farci pesare una classica dinamica di divorzio e gestione emotiva dei rapporti con i figli distanti; trattandosi di lei, inoltre, non poteva mancare uno sguardo evoluto ed estremamente contemporaneo verso il mondo gay che in Italia continuiamo a rappresentare (Ferzan Özpetek a parte) in modo, troppo spesso, anacronistico e macchiettistico.

dove eravamo rimastiIn conclusione, sembra quasi che la donna rock che vuole riprendersi il posto che le spetta nella vita dei propri figli sia la versione evoluta ed emancipata di colei che, invece, subì passivamente il proprio destino di madre emarginata in Kramer contro Kramer, interpretato proprio da Meryl Streep, nel lontano 1979.

Massimo Frezza

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