Bryan Cranston è Dalton Trumbo.

Arriva al cinema da giovedì 11 febbraio ‘L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo’ di Jay Roach, con protagonista Bryan Cranston (nominato all’Oscar e ai Golden Globes per questo film).

La storia in “odore di Oscar” di Dalton Trumbo (Bryan Cranston), lo sceneggiatore di Vacanze Romane e Spartacus che venne processato e imprigionato solo perché “sospettato di Comunismo”, ma che non smise mai di lottare contro questa ingiustizia tornando alla fine a vincere il suo meritatissimo Oscar.

trumboOltre a Cranston un cast d’eccezione per interpretare i protagonisti di questa vera storia hollywoodiana: Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K., Elle Fanning e John Goodman che interpreta Frank King, una persona realmente esistita che, con il fratello Herman (interpretato da Stephen Root) e Maury, produsse negli anni ’40 e ’50 film d’orrore, di gangster, di fantascienza e western di serie B. I fratelli King assunsero Dalton come sceneggiatore quando era nelle liste nere. Non gli importava della politica. Non gli importava di nulla, a parte fare soldi. Eppure a modo loro, aiutarono a minare le liste di proscrizione, assicurandosi che gli scrittori banditi continuassero a lavorare.

“La storia di Trumbo è d’ispirazione ancora oggi”, dice John Goodman. “È la storia del coraggio di un uomo che sfida il sistema. Molte vite furono rovinate, inclusa la sua e quella della sua famiglia, ma lui continuò a combattere e lo fece con grazia impeccabile e tanta ironia. È quasi impossibile pensare che siano esistite le liste nere o che le persone avessero così tanta paura l’una dell’altra. Questo ci ricorda che bisogna essere vigili e onorare la verità, perché una cosa così potrebbe risuccedere in qualsiasi momento”.

Negli anni ’40, Dalton Trumbo è uno tra gli sceneggiatori più pagati al Mondo e scrive i testi di pellicole classiche di Hollywood come Kitty Foyle-Ragazza innamorata, nominato agli Academy Award e Missione Segreta. Presenza fissa nella scena sociale hollywoodiana, schierato con i sindacati e attivo politicamente per il riconoscimento dei diritti civili e della parità di retribuzione, Trumbo, insieme ai suoi colleghi, è chiamato a testimoniare di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane (HUAC – House Un-American Activities Committee) nell’ambito dell’ampia indagine sulle attività comuniste negli Stati Uniti. Trumbo si rifiuta di rispondere alle domande della Commissione: per questo motivo riceve una condanna con arresto in una prigione federale che gli causa, tra le altre cose, anche l’ostilità della potente giornalista anti comunista Hedda Hopper (Helen Mirren).

Nei successivi tredici anni, tutte le più importanti produzioni di Hollywood si rifiutano di far lavorare Trumbo, per paura d’essere associate alle sue opinioni politiche, percepite come estremiste. Costretto a vendere la sua casa ed emarginato da amici, colleghi e vicini, Trumbo fatica per mantenere la sua famiglia, scrivendo per lo più film a basso costo, sotto falso nome. Nonostante le difficoltà, non smette mai di combattere per quello in cui crede. Alla fine Trumbo otterrà la vittoria, quando la star Kirk Douglas e il regista Otto Preminger inseriscono il vero nome dello sceneggiatore, chiudendo così di fatto il periodo delle liste nere.

È una storia esagerata di trionfo sulle avversità e la produttrice Monica Levinson ha avuto difficoltà a credere fosse vera. “L’esperienza di Trumbo, in sintesi, ha a che fare con il nostro diritto di cittadini americani, di riunirci e di esprimere le nostre opinioni. Trumbo e gli altri iscritti nelle liste nere si videro negati questi diritti e in aggiunta subirono molte persecuzioni, senza aver commesso alcun crimine. Trumbo era un vero patriota, amava il suo paese. Ma il sistema l’ha deluso”, aggiunge Rawat. “La sua storia è ancora molto attuale ai nostri giorni, perché il mondo in cui viviamo, assiste continuamente all’intrusione da parte dei governi nella vita di molte persone”.

Dalton Trumbo era un vivace aneddotista, un uomo che sapeva di attirare l’attenzione in ogni luogo in cui entrava e questo gli piaceva. Ambizioso e con un alto tenore di vita, era un insieme di contraddizioni; per questo i produttori hanno scelto Brian cranston per interpretare il protagonista di questa storia vera. “Molto ricco, nel pieno del sogno Hollywoodiano… e comunista. Tutti avevamo seguito l’evoluzione di Bryan Cranston nel ruolo di Walter White in Breaking Bad, e concordavamo sul fatto che nella sua performance ci fosse il paradigma di quello che cercavamo. Bryan è in grado di interpretare personaggi contradditori con grande tranquillità. Riesce a esprimere livelli emotivi diversi. Ha portato nel ruolo tutto quello che era necessario avere”.

La sua interpretazione di successo nella serie dell’AMC, non era l’unica ragione per cui Roach voleva che il ruolo di Trumbo fosse suo. “Che sia il ruolo di Breaking Bad o la sua performance come Lyndon Johnson (nello spettacolo di Broadway All the Way) o quella del papà in Malcolm in the Middle, Bryan Cranston mostra un’intensità che è perfetta per Dalton Trumbo”, dice Roach. “Bryan riesce a catturare l’intelligenza, la passione e l’arroganza di Trumbo, riuscendo a essere affascinante, interessante e divertente, proprio com’era lui”.

La piena aderenza di Cranston al ruolo, ha reso il personaggio ancor più affascinante, secondo Roach. “Bryan è incredibile” continua il regista. “Ha trovato un modo per ritrarre gli aspetti artistici di Trumbo, senza però falsare la realtà. È stata una scelta interessante e distingue la sua performance da quella di altri attori. L’energia e gli istinti creativi propri di Bryan hanno reso il personaggio ancora più complesso di come lo avevo immaginato”.

Dopo aver letto il copione, Cranston si rese conto che si trattava di un progetto a cui non vedeva l’ora di aderire: “il film ha una sceneggiatura forte e una storia coinvolgente. È avvincente e da un punto di vista intellettuale fa riflettere. Questo ha attratto non solo me, ma un cast che include Diane Lane, Helen Mirren, John Goodman, Michael Stuhlbarg e Louis C.K.; tutti volevamo partecipare a qualcosa di così importante”. Cranston dice che valuta tre elementi essenziali quando prende in considerazione un ruolo. “La prima cosa è la storia stessa. Mi prende? Uscirò dal cinema sentendomi meglio? Anche se per due ore riesce semplicemente a farmi dimenticare i miei problemi, sono due ore preziose. La seconda cosa è il testo. Anche la storia più fenomenale, necessita di essere ben scritta. E poi c’è il personaggio. Non ci sono dubbi sul fatto che questo film ha tutti e tre gli elementi”.

Per chiunque voglia conoscere meglio Trumbo, Cranston suggerisce di guardare i film che scrisse. “Se si facesse una retrospettiva dei suoi film, si vedrebbe che non esiste un messaggio pericoloso o sovversivo in nessuno di loro”, dice Cranston. “Amava il suo paese. Pensava che potesse migliorare ancora. E nel film afferma: ‘Tutti abbiamo il diritto di sbagliare’. Permettere a tutti la libertà di sbagliare è l’essenza dell’americanismo”. “Il denominatore comune che si ritrova nei suoi film, è che c’è sempre un personaggio che sceglie l’onore al posto della crescita personale, un personaggio che combatte per il percorso giusto”, sottolinea l’attore. “Lui ha sentito che poteva essere la voce delle persone più deboli, e questo l’ha reso straordinario. Da parte nostra c’è stata anche la comprensione che fosse molto importante mostrare il suo lato umano. La pressione che subì avrebbe potuto distruggere la sua famiglia e fu soprattutto la forza di Cleo Trumbo (la moglie) la ragione per cui questo non avvenne”. “Il costo che la famiglia di Trumbo pagò per la sua battaglia e il ruolo della moglie nel cercare di tenerla insieme, è una parte essenziale della storia di Trumbo”, concorda Roach. “Gli fu proibito di lavorare per tredici anni. Trovò un modo creativo per rimanere occupato, ma lavorava venti ore al giorno, aiutandosi a stare sveglio con stimolanti e spingendosi poi a dormire con alcool e prescrizioni mediche. Lo stress cominciò a distruggere la sua famiglia. Cleo tenne la famiglia unita e lo fece con il calore, la saggezza e una profonda dedizione verso i suoi bambini”.

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