Addio all’ultimo degli ‘Amici miei’

E’ morto Gastone Moschin. L’attore era nato l’8 giugno 1929 a San Giovanni Lupatoto e aveva raggiunto la notorietà come interprete della commedia all’italiana, in particolare nel film ‘Amici miei’, diretto da Mario Monicelli, nel quale interpreta il ruolo del goffo architetto Melandri. Era l’ultimo sopravvissuto del cast spettacolare del film culto.

AmiciMieiSe ne va in silenzio dopo essere stato un gigante del miglior cinema italiano senza mai curarsi di diventarne un mito. La sua vera vita infatti era sul palcoscenico del teatro.

E’ morto a Terni a due passi dalla sua casa vicino Narni dove si era rifugiato già dagli anni ’90 dando vita, insieme all’ex moglie Marzia Ubaldi e alla figlia Emanuela una scuola di recitazione che occupava il suo tempo insieme al centro di ippoterapia con i suoi adorati cavalli.

Approda al cinema nel ’55 con la regia di Anton Giulio Majano (“La rivale”) e poi sarà ospite fisso dei grandi sceneggiati televisivi dei primi anni ’60. Intanto però, nel 1959, esplode la sua popolarità sul grande schermo nella compagnia dei “Soliti ignoti” con il secondo capitolo della saga con la regia di Nanni Loy.

Da quel momento una brillante carriera: “Anni ruggenti” per Luigi Zampa, “La rimpatriata” per Damiani, “La visita” con Pietrangeli, perfino l’epico “Cento cavalieri” con Cottafavi, ma il suo vero pigmalione sarà Pietro Germi con “Signore e signori” del 1964.

moschinNel 1965 finalmente una parte da protagonista nei “Sette uomini d’oro” di Marco Vicario: è una parodia (presa sul serio) del cinema d’azione tra i modelli americani e 007. Il film è un inatteso campione d’incassi e per Moschin, nella parte di un genio criminale, ha il suo momento di gloria.

Lo ingaggia perfino Francis Coppola per la seconda parte del “Padrino”, ma è nel 1975 con “Amici miei” di Mario Monicelli che compie il capolavoro della sua maturità: eterno bambino, trascinato dal cane e dalla moglie fino alla rovina, disegna un personaggio indimenticabile che riproporrà cinque anni dopo nel secondo capitolo e poi in quello conclusivo a firma di Nanni Loy.

L’ultima apparizione è un cammeo nella serie tv “Don Matteo” nella stagione 2000/2001 mentre il teatro lo ha visto protagonista fino all’ultimo.

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