Hotel Artemis, solo per criminali

Negli anni ‘20, le suite all’ultimo piano dell’Hotel Artemis portavano il nome di famosi luoghi di villeggiatura. Un secolo più tardi a tutti gli ospiti viene dato un nome in codice come quello delle stanze, per mantenere l’impegno di Artemis all’anonimato durante l’assistenza d’emergenza. Quindi Sherman al momento del check-in diventa “Waikiki”, mentre suo fratello Lev viene soprannominato “Honolulu”. La femme fatale francese si chiama “Nizza”, il trafficante d’armi è “Acapulco”, e il Re Lupo, il cui vero nome è Orian Franklin, è “Niagara”. Per poter entrare i membri devono identificarsi con un chip impiantato nei loro polsi, non ci sono eccezioni, come imparerà a sue spese Buke, il rapinatore di banche ferito.

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Jodie Foster diretta da Drew Pearce è la protagonista assoluta di Hotel Artemis, al cinema dal 1° agosto con Leone Film Group, distribuito da 01 Distribution. Nel cast con Jodie Foster uno straordinario Dave Bautista, Sofia Boutella, Sterling K. Brown, Jeff Goldblum, Brian Tyree Henry, Jenny Slate, Charlie Day e Zachary Quinto.

“Uscire è sempre più difficile che entrare”. E’ un mercoledì notte del 2028 e le strade del centro di Los Angeles sono tutte bloccate da tafferugli e manifestazioni. Le forze di polizia della città stanno respingendo violentemente i manifestanti che si sono tinti di blu per perorare la loro unica richiesta: acqua pulita. In tutto questo inferno, si aggirano quattro uomini, con i volti coperti da maschere a teschio, che hanno appena fallito un colpo in banca finendo in uno scontro a fuoco con la polizia. Feriti e senza altre opzioni, l’unica speranza di sopravvivere è raggiungere prima possibile uno stabile di 13 piani ,in art déco, dalla logora facciata, un tempo un prestigioso hotel ma adesso un luogo sicuro che nasconde all’attico un ospedale all’avanguardia. Questo Pronto Soccorso è molto esclusivo, riservato ai soli criminali; l’iscrizione si paga in anticipo e tutte le regole della casa devono essere seguite alla lettera. A gestire la struttura è una donna , incurante del motivo o del perché sei li , conosciuta da tutti come L’Infermiera. Lei pensa sempre e solo a una cosa… all’ Hotel Artemis, e stanotte è particolarmente impegnata.

Il regista-sceneggiatore Drew Pearce ha immaginato le specifiche di questo mondo con dovizia di particolari, affondandone le radici nella sua passione per la città di Los Angeles. “Sono nato in Scozia, ma ho vissuto in Inghilterra per gran parte della mia vita”, dichiara Pearce. “Dopo il nostro primo lungo soggiorno a Los Angeles (per “Iron Man 3”), io e mia moglie sapevamo che avremmo voluto trasferirci qui permanentemente. Abbiamo fatto il grande salto, imballato tutto ciò che avevamo in un container e lo abbiamo caricato su un aereo. Sono quasi sette anni che siamo qui e non me ne sono mai pentito”.
Essere cresciuto in una vecchia città europea ha influenzato la percezione che Pearce ha avuto di L.A.. “Mi piace il fatto che la storia relativamente breve della città, rispetto a una Londra, ne renda il background più accessibile. Nell’Artemis, puoi vedere cento anni di vita riflessi in un edificio e la stratificazione di quella storia è tutta fisicamente visibile, proprio come nella città stessa”. “Los Angeles ha una sua personalità.” –aggiunge- “Qualcuno una volta l’ha definita come una città di ‘porte”, perché a differenza della Costa Orientale o dell’Europa, non hai idea di quale sia l’interno di un posto basandoti sulla sua estetica esteriore. Il ristorante più alla moda potrebbe stare dietro la porta di un centro commerciale fatiscente, e per me in questo c’è qualcosa di eccitante. Tutto ciò si riflette in Artemis, che potremmo definire sicuramente un film di ‘porte’.” Come lo ha descritto il produttore Adam Siegel, “un mondo visto attraverso il buco della serratura”.

A Jodie Foster è piaciuta la sensazione che Pearce ha evocato. “Sono cresciuta qui”, ha osservato l’attrice, vincitrice dell’Academy Award, che ha iniziato la sua carriera all’età di tre anni. “In Hotel Artemis c’è una vena nostalgica per Los Angeles che condivido con Drew, ha creato qualcosa di così originale, così visivamente disarmante da farti vedere Los Angeles in un’ottica completamente nuova. Il film ha sicuramente l’aspetto di un thriller,” – suggerisce- “ma allo stesso tempo si trova in un suo mondo, è un genere trasversale”. Sterling K. Brown, che interpreta Waikiki, è d’accordo. “È contemporaneamente noir e futuristico, divertente ma emozionante. Siamo in un ambiente interessante che ci rivela che non tutti i criminali sono uguali”.

Sono molti i giocatori al tavolo dell’Hotel Artemis e non tutti remano nella stessa direzione. “Le storie si sovrappongono e si intrecciano”, afferma il produttore Simon Cornwell. “I segreti si svelano e ognuno tira acqua al suo mulino.” -aggiunge il fratello, nonché collega di produzione, Stephen Cornwell- “Ma non tutti possono ottenere quello che vogliono”. Qualunque siano i particolari delle loro situazioni, tutti i criminali del film hanno una cosa in comune, dice Brown: “Dobbiamo entrare, far perdere le tracce, allontanarci dalla polizia e poi uscire”.

La storia si svolge a ritmo serrato in una singola, folle notte, ma Pearce si prende il suo tempo per tessere la tela. Mentre si è focalizzato sulla direzione del proprio lavoro, ha attentamente valutato quale delle idee sarebbe stata quella vincente. Ripensandoci dice: “Questa idea mi si è appiccicata addosso e mi ha solleticato nei miei punti deboli. C’è il crimine, c’è la fantascienza e c’è la possibilità di fare qualcosa di visivamente sbalorditivo annidata proprio nel suo DNA. Inoltre c’è la semplice speranza di fare un film che renda giustizia alla città in cui ora vivo: Los Angeles”.

Le riprese di Hotel Artemis sono state effettuate presso il caveau di una banca in South Spring Street. A parte un giorno negli studi della Universal e un altro al molo di Santa Monica, l’intero film è stato girato in centro a Los Angeles. Le località andavano dal tetto dello storico Rosslyn Hotel sulla West Fifth Street, al famigerato isolato dietro South Hill Street, conosciuto da tutti come la “Rat Alley”. Le scene più importanti della sommossa sono state girate su South Main Street in varie notti estive. I set interni, tra cui le suite dell’hotel, i corridoi, gli ascensori, il bar, la sala giochi e il foyer sono stati costruiti negli ambienti del Center Studios a Los Angeles. Come fonte di ispirazione per il design, lo scenografo Ramsey Avery ha citato l’Hotel Alexandria. L’ispirazione per l’Hotel Artemis è venuta dal passato, da un oscuro cantautore, Elyse Weinberg, e dal suo suono californiano della fine degli anni sessanta che riecheggia nella storia e nella colonna sonora. “L’Infermiera ha un animo alla Laurel Canyon (località di LA in cui negli anni 60 risiedevano Frank Zappa, Jim Morrison e i Buffalo Springfield -tra gli altri- per cui la si collega a un certo tipo di controcultura rock)”, spiega Pearce. “Questo è un aspetto importante per il film, perché quella è la musica di un momento della sua vita in cui era molto più felice, e quello è una sorta di ‘rifugio sicuro’ per lei, come ora lo è l’Artemis.” Per questo era importante circondarla con la sua musica, dal suo fidato giradischi su cui fa suonare ogni mattina The Mama & The Papas, al mangianastri che porta al collo con il quale si consola ascoltando Helpless di Buffy Sainte-Marie; di fatto quella diventa la sua colonna sonora personale”.

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