Legend, due criminali con la faccia di Tom Hardy.

Il premio Oscar Brian Helgeland (‘L.A. Confidential’, ‘Mystic River’) e Working Title (‘La teoria del tutto’) portano al cinema dal 3 marzo con 01 Distribution la vera storia dell’ascesa e della caduta dei famigerati gangster londinesi Reggie e Ronnie Kray.

Legend

Helgeland sapeva che il film apparteneva all’attore che avrebbe incarnato i due gemelli. Se avesse trovato l’uomo giusto, voleva che interpretasse entrambi i ruoli, come Jeremy Irons in ‘Inseparabili’, di David Cronenberg. “Pensavo che solo la presenza di un unico attore, potesse essere in grado di esprimere il rapporto che esisteva tra i due fratelli. Ma non c’era una grande scelta”. Fra i pochi candidati, spiccava un nome: Tom Hardy. “Una cosa è certa – commenta il regista -. Non avrei potuto fare il film senza il versatile talento di Tom Hardy. Ero entusiasta all’idea che interpretasse tutte e due le parti ma se non fosse stato possibile, lo avrei scelto per il ruolo di Reggie, che è la figura più importante fra i due fratelli. Ma Tom Hardy ha detto: ‘Farò Reggie, se mi fai fare Ron’. È stato l’accordo migliore e il più facile che abbia mai sottoscritto. La decisione più importante è stata quindi presa fin dall’inizio”. Con Tom Hardy anche un cast d’eccezione, che comprende David Thewlis, Christopher Eccleston, Sam Spruell, Taron Egerton, Tara Fitzgerald e Colin Morgan, oltre all’attrice australiana Emily Browning nei panni di Frances.

LEGEND è un classico noir. Non appena Ronnie esce di prigione, i due fratelli cercano di consolidare il proprio potere nell’ East End londinese, alleandosi con lo spietato gangster Charlie Richardson e la sua gang, e lavorando al fianco della mafia americana, desiderosa di trasferire la propria egemonia da L’Avana a Londra. Acclamati al pari di vere e proprie celebrità, i Kray sono corteggiati da personaggi ricchi e famosi, e il loro potere raggiunge i vertici dell’establishment inglese. Sono inarrestabili. Reggie si innamora di una ragazza del suo quartiere, Frances Shea, e la sposa. Promette di rigare dritto e diventa il proprietario di diversi nightclub.

Questa parvenza di legalità, però, non è destinata a durare. Sullo sfondo degli anni ’60, l’impero dei Kray è minacciato da vari fronti: da un lato è in corso un’indagine della polizia condotta dall’Ispettore ‘Nipper’ Read; dall’altro, Ronnie è una scheggia impazzita, e le sue tendenze violente, paranoiche e auto-distruttive portano all’omicidio a sangue freddo del socio di Richardson, George Cornell. E come se non bastasse, assistiamo alla lenta disintegrazione del matrimonio di Reggie e Frances, che porterà con sé conseguenze disastrose e tragiche.

Fratelli Kray_macchina“Mentre stavo girando il film – afferma Brian Helgeland -, continuavo a chiedermi: come fai a conoscere a fondo la vita di un personaggio realmente esistito? Nel caso dei Kray, la verità si è persa per sempre in 50 anni di pettegolezzi e di esclusive sui giornali scandalistici. I due fratelli criminali fanno parte di Londra e del suo folklore. Sono diventati una leggenda. Sono i protagonisti di una quantità di storie, in cui sono raccontati come due gangster psicotici o al contrario come moderni Robin Hood, talmente gentili da fermarsi per tenere la porta aperta alle vecchiette di Bethnal Green. Ogni narratore modifica un po’ la loro storia. Anch’io sono colpevole. All’inizio della mia ricerca mi sono recato sulle tombe di Reggie, Ron e Frances (la moglie di Reggie) al Chingford Cemetery. Un cartello era finito oltre il recinto, accanto alle loro lapidi. C’era scritto: Attenzione – Ci sono ladri in questa zona. Non ho potuto fare a meno di chiedermi se questo avvertimento includesse anche me. Questo film è la mia versione della storia dei Kray. Vorrei credere, avendo eliminato gli estremismi, di essere giunto abbastanza vicino alla verità”.

“La prima volta che ho sentito una storia sui Kray – dice Brian Helgeland, – era una bugia. Ed è stato il modo più giusto per conoscerli”. Era il 1998 e Helgeland era stato reclutato da Warner Bros. per lavorare a un film sui Led Zeppelin che però non ha avuto fortuna. Fra i suoi compiti, c’era quello di accompagnare Jimmy Page e Robert Plant in una tournée mondiale. Una sera, parlando con un membro dell’entourage di Page e di Plant, notò che gli mancava un dito. Gli chiese come lo avesse perso. La risposta fu semplice e chiara: “Mi raccontò che gli era stato tagliato dai fratelli Kray. In seguito, come spesso succede rispetto alle storie che riguardano i Kray, ho scoperto che era una bugia, o per usare un eufemismo, una storia non vera, che gli piaceva raccontare”.

tom hardyIn questo modo Helgeland è entrato in contatto con un mondo in cui era difficile separare la realtà dalla fantasia. Questo ha stimolato la sua curiosità rispetto ai Kray, spingendolo a esplorare un mondo che a distanza di anni avrebbe generato LEGEND, un film da lui scritto e diretto, che racconta la storia di Ronnie e Reggie Kray, i gangster più famigerati della storia inglese. Verità, bugie, e tutto ciò che sta nel mezzo.

Helgeland ha scelto anche il titolo del film. “Fra le prime immagini relative ai Kray che mi sia capitato di vedere, c’era una fotografia del carro funebre di Reggie Kray; una composizione di garofani bianchi formava la parola LEGEND. Dopo tutto quello che avevo letto e sentito su di loro, il nome mi sembrava appropriato e così ho trovato il titolo del film. La storia è scritta dai vincitori e i Kray non saranno mai considerati tali. Sono un mito, confinati ai tabloid, demonizzati e fonte di imbarazzo nazionale. I Kray sono diventati leggenda. Sono entrati a far parte del pantheon delle celebrità britanniche, al fianco di Robin Hood e di Re Artù”.

Sono al centro di mille storie fiabesche ed esagerate, che non fanno altro che accrescere la loro notorietà. Helgeland racconta che ogni volta che diceva a un tassista londinese che stava facendo un film sui Kray, questi subito affermava che qualcuno nella sua famiglia aveva collaborato con i due fratelli. “Volevo capire quali sono stati gli eventi che, a distanza di dieci anni, si sono trasformati nella quantità di storie che li riguardano e che ancora vengono raccontate. Volevo trovare una mia versione, che comprendesse tutti i racconti su di loro”.

Helgeland ha dovuto passare queste storie al setaccio, scegliere cosa includere e cercare di riempire i vuoti. E’ stato inoltre attento a non seguire l’esempio di William Randolph Hearst che consigliava di raccontare la leggenda: nel film, infatti, non c’è la scena, spesso raccontata, in cui i Kray inchiodano un rivale al pavimento.

“Questa è la mia storia dei Kray”, dice il regista. “E’ l’affresco di un luogo e di un’epoca incredibili, ormai scomparsi, che, così come i Kray, fanno ormai parte dell’alchimia della leggenda. Ma, essendo il loro biografo cinematografico, mi interessa di più l’altra faccia di questa leggenda…”.

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