I draghi a Cannes.

cateA Cannes, ieri è stata la giornata dei draghi, con una madrina d’eccezione: Cate Blanchett, vincitrice di due oscar – l’ultimo del quale, per Blue Jasmine di Woody Allen. Fuori concorso, infatti, è stato presentato Dragon Trainer 2, un gioiello di tecnologia 3D di Dean DeBois con una bella storia al centro, dove proprio Cate Blanchett , il cui viso con la fronte alta e gli zigomi scolpiti ha ispirato i disegnatori del personaggio di Valka, presta la sua voce per la versione originale alla mamma vichinga.

E così i draghi invadono la Croisette prima di arrivare in sala: lo Sdentato, tutto nero con gli occhi gialli, fedele compagno di avventure di Arnold/Hiccup, il ragazzino protagonista, si è fatto fotografare sulla spiaggia.

In Dragon Trainer 2 nell’ambiente nordico e primordiale del nord Europa i vichinghi guidati da Stoik l’immenso vivono in pace, utilizzando dei colorati draghi volanti per scorribande aeree in cui si tirano pecore come fossero palle del basket. Ma quel mondo è minacciato da un capo vichingo cattivissimo, Drago, che ha sottomesso altri draghi pronti ad incendiare e a uccidere. In una delle sue esplorazioni, Arnold fa la conoscenza di un mondo paradisiaco, un’immensa landa popolata di esemplari di draghi dei più diversi, mansueti e dolci, guidati, scoprirà con stupore dalla mamma che non ha mai conosciuta, Valka, e che era stata portata via da un drago mentre lui era in culla. Il terzetto familiare si ricompone teneramente ma ecco la minaccia di Drago e una battaglia finale.dragon

In concorso alla 67esima edizione del Festival di Cannes, invece, Captives del regista canadese Atom Egoyan non ha convinto la stampa e ha raccolto fischi, ma anche qualche applauso. Un thriller frenetico con protagonista Ryan Reynolds (Mattew) alla ricerca della figlia Cassandra (Alexia Fast) scomparsa nel nulla. Sullo sfondo una organizzazione pedopornografica.

La madre Tina (Mireille Enos) accusa il marito di aver perso la figlia e il matrimonio si sfalda. Passano otto anni, ma i genitori non si danno ancora pace. Sulle tracce dei pedofili, che si scoprirà usano telecamere nascoste per testimoniare come in un reality web il dolore delle loro vittime, troviamo Nicole (Rosario Dawson), detective che lavora all’unità di difesa che ha un passato da nascondere, e Jeffrey (Scott Speedman). “Sono stato spinto a fare questo film anche per un fatto di cronaca successo in Canada, ovvero la sparizione di un giovane in un parco. captivLa cosa che più mi ha impressionato è che a distanza di tempo ci sono ancora gli appelli dei genitori dappertutto E’ un dolore che non passa”.
Gli fa eco la splendida Rosario Dawson: “non c’è polizia al mondo che possa proteggere da certi fenomeni su Internet. Si trovano lì veri e propri predatori e ho sempre una grande ammirazione per chi fa lavoro di prevenzione”.

Oggi, sabato 17 maggio, infine, l’Armata Rossa arriverà sulla Croisette. In proiezione speciale a Cannes 67 ‘Red Army’, il documentario sulla squadra di hockey su ghiaccio dell’esercito russo firmato da Gabe Polsky e incentrato su Slava Fetisov, uno dei più grandi giocatori di hockey mai esistiti, l’atleta più decorato nella storia dell’Unione Sovietica. Fetisov si racconta, e racconta l’incredibile gloriosa parabola di quella squadra nel documentario prodotto anche da Werner Herzog.