L’immortale.

marco5Nel primo episodio di ‘Gomorra, la serie’ Ciro Di Marzio, interpretato dall’attore Marco D’Amore sopravvive a un attentato dinamitardo all’interno di un locale pubblico. Da quel momento verrà soprannominato l’immortale, l’Ailandèr (da Highlander, film di Russell Mulcahy del 1986) e diverrà il protagonista della serie-kolossal ispirata dal libro di Roberto Saviano, trasmessa in Italia da Sky.

Nella fiction “sono un topo. Sono brutto, cupo, senza luce”. Lo dice l’interprete Marco D’Amore. Ciro è un giovane killer della camorra: spietato, cinico, determinato. “Ho perso 20 chili prima del ciak. È stato un passaggio necessario per compiere un lungo viaggio dentro il personaggio e, immediatamente, nel mondo in cui si muove. Il mio nomignolo è Ailandèr. Braccio destro di un vecchio boss, Pietro Savastano, impegnato notte e giorno in una lotta contro il clan rivale, designato a gestire un impero di illegalità. Droga, appalti, rifiuti. Ma questo non è che l’inizio, perché avrò a che fare con tradimenti e rivalità anche all’interno della mia famiglia. Perché la mia vita è questa e questa resterà”.

Nei panni di Ciro per più di 30 settimane, magro e tirato, l’attore Marco D’Amore è un giovane di talento nato a Caserta il 12 giugno 1981, con la passione per il teatro e per il cinema. Il nonno era un attore e, curiosamente, si chiamava Ciro. Il nome di battesimo del padre, invece, è Giuseppe, ma da sempre si fa chiamare Marcello, in omaggio a Mastroianni.

A 17 anni Marco è stato visto e ‘arruolato’ da Toni Servillo, con il quale ha coltivato e conservato un rapporto strettissimo, passato attraverso il palcoscenico della ‘Trilogia della Villeggiatura’ con un infinito tour internazionale. Poi Servillo l’ha portato al cinema, con ‘Una vita tranquilla’, prima del debutto televisivo nella serie ‘Benvenuti a tavola’ con Fabrizio Bentivoglio e Giorgio Tirabassi. Il tutto mentre metteva in scena spettacoli e cortometraggi con il suo amico scrittore, sceneggiatore e regista Francesco Ghiaccio.

marco4Per Marco D’Amore aver lavorato con 3 registi in ‘Gomorra, la serie’ (Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini) “significa crescere enormemente. E poi, girando sul campo, abbiamo trascorso ore, giorni, settimane in mezzo alla gente. Il set, per le persone che in quei quartieri vivono, rappresentava ciò che vedono e subiscono ogni giorno. Tutto questo mi ha fornito una motivazione strepitosa. Umanità magnifica e mortificata. Bambini svegli, intelligentissimi, strumentalizzati, ammazzati giorno dopo giorno. Per questo, credo, Ciro mi è servito e mi servirà”.

L'attore Marco D'Amore in posa durante il photo call della fiction ''Benvenuti a tavola-Nord vs Sud'', regia di Francesco Micciche', una serie di otto puntate in onda dal 12 aprile su Canale 5, presentata alla Casa del Cinema di Villa Borghese, 05 aprile 2012,  a Roma.   ANSA/CLAUDIO ONORATIQuesta interpretazione, intensissima, potrebbe portarlo molto lontano da Napoli. Ciro, infatti, come la Banda della Magliana ha cambiato la vita degli interpreti di ‘Romanzo criminale’ (Francesco Montanari, Vinicio Marchioni, Alessandro Bocci, Marco Giallini, Andrea Sartoretti e altri), cambierà la vita di Marco.

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