Arriva nelle sale italiane ‘Song of Silence’, opera d’esordio del regista Chen Zhuo. Tratto da una storia vera, il film delinea con cura ed estrema sensibilità questioni come il disfacimento della famiglia, il disorientamento dei giovani, l’aborto e l’incesto. Cinema d’autore suggestivo e profondo, che fluisce nello spettatore grazie al potere dell’immagine.
Jing è un’adolescente sordomuta, figlia di genitori separati. Abita in un villaggio di pescatori con il nonno e lo zio perché non vuole vivere con la madre e il suo amante. Trascura gli studi e cerca costantemente rifugio dal giovane zio, l’unica persona a farla sentire amata. Ma il rapporto tra i due finisce per oltrepassare i limiti della moralità, così la ragazza è costretta a trasferirsi in città dal padre, condividendo la sua nuova casa con Mei, l’amante del genitore. Il rapporto tra due donne così diverse, con il passare del tempo, si trasformerà: l’ostilità e la diffidenza diverranno comprensione e solidarietà.
“Parte della storia di Song of Silence – afferma Chen Zhuo – proviene dalla realtà. Ho impiegato un anno a scrivere la sceneggiatura e questo è il mio primo film. Racchiude temi come l’amore, le responsabilità sociali, la perdita degli affetti e degli ideali nell’era del cambiamento e della dislocazione, ma non vi è un tono cupo o negativo: per descrivere il dolore ho scelto un’atmosfera tranquilla. Penso che il grigio sia il colore perfetto per definire il film”.
“Non mi sono dato un obiettivo preciso da raggiungere – prosegue il regista -, sicuramente essendo il mio primo film ho guardato a quella che è la realtà familiare e quotidiana che ho vissuto sino a oggi, non a caso ho scelto di ambientarlo nel mio paese natale. Ho guardato al contesto sociale contemporaneo cinese, allo scollamento tra realtà e ideali”.
Il silenzio e il canto sono il nucleo centrale del film: il primo rappresenta pazienza e perdono, è una risposta realistica, mentre il secondo rappresenta rottura e catarsi, è l’ideale della parola. Le due protagoniste, Mei e Jing, percorrono strade parallele: una si ritrova ad abbracciare il silenzio, l’altra a nascondersi nel canto. Ma in realtà sono molto simili, per questo si cercheranno a vicenda, l’una nel cuore dell’altra. Nella vita di tutti i giorni, spesso ci si ritrova a fare orecchie da mercante: per sopravvivere in questa società o si tace o si piange a dirotto.
“Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di Song of Silence nell’estate del 2010 – conclude Chen Zhuo -, e sono andato avanti per nove mesi, cambiando oltre venti versioni. La struttura narrativa del film è stata chiusa soltanto due settimane prima dell’inizio delle riprese. Per ogni scena abbiamo realizzato dei bigliettini appositi e li abbiamo attaccati al muro. Essendo il creatore del progetto, non riesco a chiarire razionalmente i pensieri che lo hanno alimentato, poiché dietro ogni parola sembra esserci una sfumatura emozionale”.
Il film è stato prodotto dall’italiano Gianluigi Perrone. Giornalista e sceneggiatore, in qualità di critico e saggista ha collaborato con diverse riviste specializzate di cinema, come Nocturno, Taxi Drivers e Best Movie. Nel 2009 fonda la Fingerchop Movie Production, con la quale produce il film Morituris di Raffaele Picchio. Per il film segue tutto lo sviluppo produttivo, cura la sceneggiatura e la distribuzione in tutto il mondo. Nel 2011 produce il film Ritual – A Psychomagic Story di Giulia Brazzale & Luca Immesi, e nel 2012 Oltre il Guado di Lorenzo Bianchini, portando il talento del regista di Udine nei mercati internazionali. Contemporaneamente inizia a lavorare in Cina, che frequenta dal 2006, dove si trasferisce definitivamente nel 2012, lavorando attivamente con alcune tra le principali produzioni indipendenti di Pechino, quali Gago Media, Heaven Pictures e Tiger Entertainment. Song of Silence è il suo primo film asiatico.