L’ultimo uomo sulla Terra.

“L’ultimo uomo sulla terra” è uno di quei film completamente dimenticati, che rimane solo nel cuore degli appassionati dei b-movies più misconosciuti. Ma non dobbiamo dimenticare che il film in questione è innanzitutto il primo zombie-movie. Di qualche anno prima i film di George Romero.

ultimo uomoLa coproduzione italo-americana fu diretta a 4 mani da Ubaldo Ragona e (non accreditato) Sidney Salkow.

Ubaldo Ragona è stato un regista di pochissimi film in costume e per lo più di ambiente piratesco. Sidney Salkow è stato invece un prolifico regista che ha viaggiato tra i più disparati generi minori. In quello stesso periodo concluderà la carriera dirigendo 4 episodi di The Family Addams.

Come attori troviamo la maschera preferita del cinema horror statunitense Vincent Price (che non ha bisogno di presentazioni), la signora Tognazzi (Franca Bettoia), Umberto Raho e Giacomo Rossi Stuart.

Il soggetto è tratto dal romanzo post-apocalittico di Richard Matheson ‘Io sono leggenda’ del 1954, lo stesso da cui hanno tratto nel 2007 il film con Will Smith. Il film è senza dubbio una delle pietre miliari dell’horror italiano, che traduce alla perfezione il messaggio di solitudine del romanzo di Matheson.

ultimo-uomo-della-terra-01-300x167Il dottor Robert Morgan, interpretato da Price, è l’ultimo essere umano sopravvissuto ad una terrificante epidemia che ha trasformato tutti gli uomini in dei vampiri (che sembrano più che altro dei zombie). Le sue giornate scorrono tutte uguali impalando e bruciando i zombie-vampiri. Interessante notare le molte analogie con i Romeriani morti viventi che verranno.

Inizialmente la pellicola doveva essere prodotta dalla mitica casa di produzione Hammer. Al tempo della sua uscita il film non ricevette nessuna critica favorevole e venne ignorato per la solita povertà di mezzi imputata al cinema di genere italiano. Invece il punto di forza di questo cinema era proprio nella povertà e nelle soluzioni registiche da “artigiani” del cinema. Il bello del film è l’utilizzo dello scenario e dell’ambiente. Una Roma metafisico-futurista ripresa tra l’Eur e il Foro italico. Ragona si avvale dei set architettonici che Roma offre ripresi nella loro imponenza deserti e disseminati di cadaveri e rifiuti. Il tutto rende bene l’emarginata angoscia che attanaglia il protagonista. Alcune pecche ci sono come l’aglio appeso fuori dalla porta per tenere lontani i vampiri. All’epoca dell’uscita in sala, esattamente in un luglio di 50 anni fa, la pellicola fu un mezzo flop. Oggi è giustamente considerato un cult con estimatori in tutto il mondo.

2 commenti:

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