“I Righeira non c’entrano, Hitchcock sì”.

Il 10 luglio, ad estate appena cominciata, esce presso le sale del circuito The Space ‘L’estate sta finendo’, opera seconda di Stefano Tummolini che vede la luce a due anni dalla fine delle riprese. Presente nella selezione ufficiale della Mostra Internazionale del nuovo cinema di Pesaro, il film è distribuito dall’Istituto Luce e prodotto da Film Kairos in associazione con Elido srl.

manifesto-Lestate-sta-finendoOtto ragazzi tra i venti e i trent’anni si ritrovano per passare al mare alcuni giorni di vacanza. Quella che sembra una situazione spensierata si trasforma in dramma. E sarà questo dramma a segnare la fine di una stagione per ciascuno dei ragazzi.

“Il titolo del film è venuto fuori un po’ casualmente. Quando l’ho proposto, ricordandomi di questa canzone pop e malinconica, è sembrato subito perfetto a me e agli altri sceneggiatori. Ha a che fare col passaggio da una stagione all’altra. E nel film si passa da una stagione – della vita – all’altra. Viene raccontato un trapasso”.

Tummolini ha voluto descrivere con uno sguardo più realistico una generazione che spesso il cinema italiano relega in clichè giovanilistici “So che si tratta di una generalizzazione ma direi che quello che caratterizza questa generazione secondo me è l’ossessione per l’ego. I propri desideri, i propri bisogni vengono prima di tutto. E se sei preoccupato della soddisfazione personale, qualsiasi impedimento va eliminato. Tutto questo porta a ritardare l’assunzione di responsabilità, il mettersi in relazione con l’altro. Forse i venticinquenni di oggi sono più realizzati personalmente, certamente sono più soli”.

gruppo_4036Il film però non nasce da un’osservazione sociologica. La prima ispirazione Tummolini l’ha trovata partecipando alla preparazione da un progetto televisivo dedicato a Hitchcock che doveva essere realizzato da Dario Argento e che poi non ha visto la luce. “Il mio è un film di finzione che nasce dal cinema. Il punto di partenza è Nodo alla gola anche se poi la storia si è distanziata molto da questa idea iniziale. C’è anche molto di Intrigo Internazionale: la villa del Circeo nella quale è ambientata la vicenda è stata realizzata da un allievo dell’architetto Lloyd Wright ed è molto simile a quella del celebre film di Hitchcock. Ho esplicitamente citato una scena del film (il lancio dei fiammiferi)”.

Stefano Tummolini

Stefano Tummolini

Per quest’opera seconda Tummolini si è dovuto confrontare con una troupe di professionisti. “Il primo film era completamente autoprodotto, sul set eravamo in tre, massimo quattro, e abbiamo girato Un altro pianeta in una settimana, con una libertà totale. Questo secondo film per me è stato un trauma. Ho dovuto rispondere alle richieste e alle esigenze di una troupe intera e ho dovuto rispettare tempi e strutture. Sapere di avere così tante persone che lavoravano per me è stato allo stesso tempo difficile ed entusiasmante”.