La salma di Chaplin.

Una fiaba romantica sulle spoglie di Chaplin. E’ questo l’esordio francese della 71esima Mostra del Cinema di Venezia, che gioca sull’estrema notizia che tutte le biografie chapliniane devono riportare, ovvero il clamoroso caso dei due immigrati che nel 1978 trafugarono la salma da un cimitero svizzero, chiedendo un riscatto alla moglie Oona.

A questi eventi si è ispirato Xavier Beauvois per “Le rançon de la gloire”, la commedia in competizione al Lido, puntando molto sulla coppia di interpreti composta da Benoit Poelvoorde e Roschdy Zem, impegnati in un duetto di umanità “chapliniana”.

Xavier Beauvois tenta la carta della commedia poetica con sfumature surreali (il circo gestito da Chiara Mastroianni, la caratterizzazione della polizia).

gloriaPoelvoorde e Zem interpretano i due immigrati che nel marzo del 1978, a soli tre mesi dalla scomparsa di Charlie Chaplin, ne trafugarono la salma: nella realtà si trattava di due meccanici, un polacco e di un ungherese, che col riscatto sognavano di aprire un garage tutto loro, ma Beauvois preferisce offrirne una visione più romantica e “chapliniana”, facendo dei due una coppia di amici, un ladruncolo belga, affidato al bravissimo Poelvoorde, e un poveraccio di origini maghrebine, interpretato da Roschdy Zem. Il movente del delitto diviene, del resto, molto più necessario e umano dell’originale, visto che i due chiedono il riscatto non solo per “svoltare” ma soprattutto per recuperare i soldi necessari a pagare il ricovero della moglie malata.

“Mi ricordo che quando tutto accadde era l’epoca in cui anche Aldo Moro era stato sequestrato. Una cosa non molto simpatica. Mi ricordo che ricevemmo delle minacce. Fu insomma un brutto periodo. Erano comunque due brigantelli che avevano seppellito mio padre in un posto, tra l’altro, niente male”. A parlare così è Eugene Chaplin nel cast de Le rançon de la gloire (Il prezzo della gloria), film di Xavier Beauvois

LA-RANCON-DE-LA-GLOIRESulla realizzazione del film, dice ancora Chaplin che interpreta il gestore di un circo, dice “inizialmente diffidavo di questo progetto. Mi dicevo cosa c’è di buffo nel rapimento di una bara. Poi visto il talento del regista mi sono ricreduto e ho detto: perché no”.

Il film non ha riscosso grandi consensi e, per noi italiani, il furto della bara del Libanese da parte del Bufalo in ‘Romanzo Criminale la serie’ di Stefano Sollima, rimarrà impareggiabile.