La ‘vita oscena’ di Venezia

Oggi alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematograficadi di Venezia arriva il primo film italiano: ‘La vita oscena’ di Renato De Maria, in competizione nella sezione ‘Orizzonti’.

vita1Il film, interpretato da Isabella Ferrari, Clement Metayer e Roberto De Francesco, racconta la storia di Andrea, poeta adolescente, che assiste impotente allo sgretolamento della sua famiglia con l’annuncio della malattia incurabile della madre, amatissima, e la morte improvvisa del padre. Andrea tenterà di suicidarsi con la droga. Ma in attesa di una fine che non arriva e non arriverà mai, per due giorni e due notti attraverserà il fuoco visionario della dissoluzione. Fino a trovare il senso più profondo della sua ‘vita oscena’. Diventerà scrittore e racconterà la sua storia.

French actress Chiara Mastroianni  poses upon arrival prior to attend Christian Dior  2014/2015 Haute Couture Fall-Winter collection fashion show on July 7, 2014 in Paris. AFP PHOTO / MIGUEL MEDINANel concorso principale di Venezia 71 è invece la volta dell’iraniano Rakhshan Bani-Etemad con ‘Ghesseha’ (‘Tales’), del francese Xavier Beauvois con ‘La rançon de la gloire’, che vede nel cast anche Chiara Mastroianni, e del documentario dello statunitense Joshua Oppenheimer ‘The Look of Silence’ sul genocidio indonesiano, seguito del documentario The Act of Killing.

Le terribili, quanto pacifiche testimonianze questa volta da parte delle vittime, lasciano con la pelle d’oca per la normalità dell’esposizione. I carnefici, ex membri degli squadroni della morte, capitanati da Anwar Congo, che nel 1965 salirono al potere massacrando tutti coloro che erano considerati comunisti, sono lì a raccontare con orgoglio le loro prodezze mentre le vittime sono nella prospettiva del silenzio.

The-Look-of-Silent-di-Joshua-HoppenheimerVero Virgilio di questo documentario un oculista di 44 anni, al quale hanno ucciso il fratello, che avvicina i capi degli squadroni della morte con la scusa di misurare loro la vista. Così iniziano le domande su quello che è successo, su come è successo. Di fatto gran parte degli assassini sono ormai vecchi, spesso poco lucidi, assistiti da figli e mogli (la vecchiaia, va detto, è ancora rispettata in Indonesia).

the_look_of_silence_a_lI racconti parlano di orrori e di eventi dall’apparenza leggendaria. C’è più di uno dei carnefici che dice che beveva il sangue delle vittime appena sgozzate, “un modo per non diventare pazzo e non salire sugli alberi a pregare”. Ci sono vecchi che rivelano solo davanti alla macchina da presa le loro imprese di fronte ai propri familiari (“io li sgozzavo”) spesso ignari delle loro violenze. Dalle donne arriva spesso la pietà per quelle vittime dei loro padri, ma c’è chi invece teme che quell’odio, che sembra ormai sepolto, possa ancora esplodere come un vulcano ritenuto spento. Ma ci sono anche le madri prese dall’odio, che non hanno dimenticato ne’ perdonato: “Prego tutte le sere che i figli degli assassini soffrano quanto hanno sofferto i nostri”. Su tutto questo l’incanto di una natura che sembra aver già perdonato, anche se le domande dell’ottico sono incalzanti, anche troppo, fino alla provocazione. The Look of Silence, che sarà distribuito in Italia da Wonder Pictures, offre insomma una visione della tragedia da parte delle vittime, ma anche dei carnefici a cui era dedicata esclusivamente la prima parte. Motivo della ripetizione? Secondo il regista nato negli Usa, ma che vive a Copenaghen, di fronte all’orrore occorre il silenzio e anche la necessità di romperlo quando il male si mostra con tanta forza.

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