Lupin in carne e ossa.

Arriverà nelle sale sale italiane a febbraio, con Indie Pictures, l’atteso ”Lupin, il Film”, primo live action riconosciuto come autentico dall’ideatore del noto personaggio, il mangaka giapponese Monkey Punch che nel 1967 diede inizio alla fortunata saga divenuta celebre in Italia grazie al cartoon trasmesso per oltre un decennio da Mediaset. In Giappone il film ha riscosso un grande successo superando i 20 milioni di dollari. E a giudicare da quanto funzionano bene in sala i prodotti cross generazionali, da Capitan Harlock a Belle e Sebastien, ci sono grandi aspettative anche per Lupin.

lupinLa trama segue Lupin, Jigen, Goemon e Fujiko uniti per rubare un gioiello noto come il “Cuore cremisi di Cleopatra”, inestimabile prezioso custodito in una gigantesca cassaforte di massima sicurezza chiamata “L’Arca di Navarone”. Ad ostacolare la riuscita del piano l’instancabile ispettore Zenigata pronto ad insidiare Lupin ed i suoi con nuove trappole e tranelli.

fujikoIn Giappone il film è uscito nelle sale il 30 Agosto scorso ed ha già raggiunto le vette del successo catturando l’attenzione dei media e conquistando gli appassionati e non dell’incorreggibile e inafferrabile ladro, grazie ad un’irresistibile combinazione di azione, humor e autenticità. La curiosità dei fan italiani potrà finalmente essere soddisfatta a principio del prossimo anno.

Intanto in Italia continua a essere un must “Basette” un cortometraggio realizzato dal regista Gabriele Mainetti nel 2008, liberamente ispirato al celebre manga e anime Lupin III. Scritto da Nicola Guaglianone, vede come protagonisti Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Daniele Liotti, Luisa Ranieri, Flavio Insinna e Lidia Vitale.

Il cortometraggio tratta la storia di Antonio (Valerio Mastandrea), un ragazzo romano della borgata del Quadraro che vive in una famiglia di taccheggiatori di supermercati. Il racconto inizia con una scena di un suo normale giorno da ladro e poi punta su di un flashback della sua infanzia. In questo Antonio ricorda le abitudini familiari natalizie di rubare e rivendere giocattoli, di quando si trasferisce a Tor Bella Monaca e, innamorato di un’amica della madre (Santa De Santis), fantastica di come diventare un ladro abile come il suo eroe dei cartoni animati (Lupin III). L’ultima immagine del flashback è di quando arrestarono sua madre perché aveva rubato un costume di carnevale di Lupin III all’UPIM. Dopo questa scena si vede Antonio da grande, nei panni di Lupin, fermato in un commissariato di polizia da un ispettore che impersona “Zenigata”, il quale dopo averlo arrestato definitivamente dice di aver perso ogni scopo nella vita e pensa ad uccidere Antonio/Lupin per poi suicidarsi. In questo, con un trucco e con agilità, Antonio/Lupin riesce a scappare.

Nel mentre si rivedono i 2 amici ladri di Antonio della prima scena, nei panni di “Jigen” e “Goemon”, irrompere nel commissariato per salvare l’amico, ma fermandosi nel reparto delle droghe sequestrate per fumarsi una canna, parlando del più e del meno e con un marcato accento romanesco. Riuscito a sfuggire a “Zenigata”, Antonio/Lupin ritrova la fidanzata, la stessa della prima scena del corto, nei panni di “Fujiko”, con la quale fugge in moto.

Sui volti di Antonio e “Fujiko” sorridenti cambia la scena e si vede lui ed i suoi amici a terra sull’asfalto davanti ad un ufficio delle Poste, presumibilmente colpiti da arma da fuoco durante un conflitto a fuoco per tentata rapina. Gli altri 2 sono già morti e nessuno dei 3 ha più l’aspetto dei personaggi dell’anime, ma quello normale. Si intuisce così che tutta la scena “remake” del cartone animato fosse una fantasia di Antonio morente il quale, ad un paramedico che lo soccorre e gli chiede il nome, risponde «Lupin» sorridendo ad un bambino (con indosso una maglietta di Cowboy Bebop, una citazione del fatto che quest’ultimo anime è considerato “erede” di Lupin per via della somiglianza dei personaggi), presumibilmente lui stesso da piccolo, poco prima di spirare. Il film si chiude con “Fujiko” che corre in moto da sola, in lacrime, verso il tramonto, lungo una strada di montagna (quasi come nella sigla finale della prima serie televisiva).

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