Reduce da un’estate in giro per l’Europa, venerdì 12 dicembre Caparezza salirà sul palco della Zoppas Arena di Conegliano.
Lo show travolgente di Caparezza dalla forte connotazione artistica, porta dal vivo i brani di “Museica”, un concept-album sull’immaginazione e la storia dell’arte, ispirato a una serie di opere pittoriche usate come pretesto per sviluppare una visione. “Museica” è il sesto album in studio per Caparezza, considerato uno dei rapper più eclettici del panorama musicale italiano.
A proposito dell’album Caparezza ha dichiarato: “Museica è il mio museo, la mia musica, il mio album numero 6. È stato registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles dal pluri-blasonato Chris Lord-Alge. Essendo io sia l’autore che il produttore artistico, lo considero come un nuovo “primo” disco. È un album ispirato al mondo dell’arte, l’audioguida delle mie visioni messe in mostra. Ogni brano di Museica prende spunto da un’opera pittorica che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste dunque una traccia che possa rappresentare l’intero disco, perché non esiste un quadro che possa rappresentare l’intera galleria. In pratica questo album, più che ascoltato, va visitato”.
L’ultimo singolo “China Town” è una vera e propria dichiarazione d’amore per l’inchiostro e la scrittura, proprio in questi giorni in rotazione radiofonica.
Solo pochi giorni fa, Caparezza si è esibito davanti a milleduecento spettatori al Koko di Camden Town, prezioso club londinese dove si esibisce la crema del rock britannico. Michele Salvemini da Molfetta, aka Caparezza, ha esordito: “Siamo tornati a essere un paese di emigranti”, scuotendo la generosa capigliatura.
“In questo tour europeo ho scoperto che ci sono ovunque un sacco di italiani. In Belgio siamo la prima comunità, a Londra senti parlare la nostra lingua in ogni angolo. L’emigrazione è di nuovo un fenomeno, anche se ancora sottovalutato. Oggi è facile, prendi un aereo e via, non devi fare come mio nonno che per fuggire in Australia dovette farsi un mese di nave. E non è bello sentir dire: con tutto il bene che voglio all’Italia io non ci torno, sto bene qua”.
Il tour mondiale è il coronamento di vent’anni di carriera iniziata con uno scivolone (“Esordii come Mikimix, avevo i capelli a zero, un Will Smith all’italiana, feci anche Sanremo; emigrante a Milano, molto incosciente e con una passione. Sarei finito sulla china di Gangnam style se avessi continuato”). Ora lo aspettano due date negli Usa, il 6 novembre nel leggendario Whisky a Go Go di Los Angeles e l’8 alla North Beach Bandshell di Miami. “Mi stupisce questo interessamento. Non ho la voce dell’italiano che piace all’estero, anzi non ho la voce. Ho sempre ammirato gli artisti che all’ugola d’oro sopperiscono con le idee, ma per molti anni mi sono sentito inadeguato”.