I miei occhi cambieranno.

‘I miei occhi cambieranno’ torna in scena a Roma, da venerdì 14 a domenica 16 novembre, al Teatro Brancaccino di via Merulana.

locandinaFinaleIl monologo – tratto da “Certo che mi arrabbio” ultimo scritto dell’attrice e autrice messinese Celeste Brancato, scomparsa nel 2009 dopo una lunga malattia – ripercorre l’ultimo periodo della sua vita, in un adattamento drammaturgico a cura di Giusi Venuti e Giampiero Cicciò che firma anche la regia.

Interprete è Federica De Cola, giovane attrice siciliana, ultimamente al cinema nel film di Mario Martone “Il giovane favoloso” , nel ruolo di Paolina Ranieri

Dopo il successo ottenuto nel maggio 2012, al teatro Quirino/Vittorio Gassman di Roma nell’ambito del Festival Autogestito, lo spettacolo interpretato da Federica De Cola è in scena al teatro Brancaccino di Roma dal 14 al 16 novembre.

“I miei occhi cambieranno” è un monologo che racconta gli ultimi anni di vita di una giovane donna che combatte contro un male incurabile. Un tema del genere lascia pensare a toni tristi o patetici, invece il lavoro è percorso da una nota continua di comicità arguta e imprevedibile.

Federica De Cola_ I MIEI OCCHI CAMBIERANNO_vertHighIl tema della malattia è trattato con delicatezza e ironia, così come nel suo testo\diario “Certo che mi arrabbio” la stessa Celeste Brancato analizzava con scrittura graffiante e canzonatoria il suo percorso dentro la malattia e la fatica di restare “paziente”, raccontando se stessa in certi episodi imprevedibili.

La messinscena, firmata da Giampiero Cicciò, ritrae una giovane donna che, attraverso il dolore del corpo, tenta di rintracciare il suo dolore più intimo. La vicenda umana e clinica viene scandita dall’inesorabile fragilità causata dalla malattia ma, più di ogni altra cosa, da una costante tensione di ribellione. Un ‘basso continuo’ che diventa urlo, lanciato da chi non vuole essere ridotto a mero “caso clinico” e che tenta, con caparbietà, di trasformare il dolore in evoluzione …

Il lavoro è anche un modo per ricordare il personaggio di Celeste Brancato, a cui Giampiero Cicciò fu legato da amicizia profonda e condivisione di vita e percorsi teatrali comuni, a partire dagli anni della Bottega di Gassmann.

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