Il garage-rockers (a volte one-man-band) più prolifico ed iperattivo (viaggiamo sui 2 album ad anno) della scena indie americana ha infiammato di riff la fredda serata di Halloween all’Init di Roma.
È stato un live sudatissimo con surfate tra la folla fin dal primo pezzo. Minuti di scosse adrenaliniche e riff incendiari con la sua Fender Jag. Una colonna sonora perfetta per essere la notte di Halloween. L’anima dei Sonics, Stooges e Mudhoney d’annata era tutta lì sul palco. Il pubblico era eterogeneo. Flanelle, metallari e hipster. La superband era in piena forma.
Mikal Cronin al basso, Charles Moothart seconda chitarra e Emily Rose Epstein alla batteria. Ha riproposto parte dei suoi dieci album. Un mix di garage e lo-fi. I critici dicono che il suo ultimo album, uscito il 26 agosto su Drag City, Manipulator sia il più bello e profondo. Forse più americanamente folk-pop. Per il sottoscritto la summa rimane invece Lemons, del lontano 2009.
A fine concerto vestiti chi da Batman (un cantante misterioso) chi mascherato da animale, hanno iniziato un trittico micidiale di cover dei Black Flag. Louie louie in coda. Unica pecca che non hanno suonato nessun pezzo dei miei preferiti ma nel complesso è stato un concerto divertentissimo (con tanto di siparietti del manager cowboy).
Qualche anno fa mi era capitata tra le mani una copia degli Epsilons, il suo primo gruppo. All’epoca mi sembrò un po’ troppo “svelto”. Ieri sera mi sono pentito del primo giudizio sul surfista simil-Benny Hill di San Francisco.
Discografia
• Ty Segall (2008; Burger Records issued cassette only / Castle Face issued LP only)
• Lemons (2009; Goner Records)
• Melted (2010; Goner Records)
• Goodbye Bread (2011; Drag City)
• Twins (2012; Drag City)
• Sleeper (2013; Drag City)
• Manipulator (2014; Drag City)