I Vichinghi del Sudafrica.


i_vichinghi_dunnarIl 27 novembre arriva nelle sale cinematografiche italiane il film “I Vichinghi”, diretto dal regista svizzero Claudio Fah, con la sceneggiatura di Bastian Zackh e Matthias Bauer, co-prodotto da Elite Filmproduktion AG, Two Oceans Production Ltd, Jumping Horse Film GmbH e distribuito dalla Eagle Pictures.

Nel film un gruppo di impavidi vichinghi, esiliati e cacciati dalla propria terra e dal proprio Re, vedono come loro unica possibilità di libertà quella di arrivare in Gran Bretagna, saccheggiare e depredare i monasteri dei preziosi tesori che custodiscono. Tuttavia durante il viaggio per l’Inghilterra, vengono sorpresi da una tempesta che li fa naufragare sulla costa scozzese. Intrappolati oramai dietro le linee nemiche, hanno una sola possibilità di salvezza, raggiungere il lontano accampamento di vichinghi di Danelaw.

Durante il loro cammino si imbattono in Lady Inghean, figlia del Re Dunchaid. E vedono nel rapimento della Principessa un lauto riscatto che il Re sarà costretto a pagare, ma non sanno che Dunchaid appresa la notizia ha assoldato i suoi migliori mercenari “I Lupi”, ben noti per essere spietati e crudeli per riportare a casa la sua adorata figlia. I Vichinghi iniziano così una pericolosa corsa contro il tempo attraverso il sentiero della morte, cercando di rimanere in vita e di raggiungere l’accampamento di Danelaw.

i_vichinghi_asbjornLa trama sembra avvincente, si prefigurano battaglie all’ultimo sangue, perciò tutto sembra andare a gonfie vele, finché non ha inizio il film. Iniziamo subito con il delineare quali sono gli elementi positivi… sicuramente i luoghi in cui hanno girato la pellicola, il suggestivo Capo di Buona Speranza (in Sudafrica, quindi, e non in Scozia), con tanto verde, cascate meravigliose e panorami mozzafiato. Vi chiederete e poi? E poi ‘nada’, non ci sono altri elementi positivi nei Vichinghi, quelli negativi invece, sono fin troppi.

Il cast è composto da attori poco noti; Charlie Murphy che interpreta Lady Inghean risultare essere anonima e poco espressiva, così come Tom Hopper che veste i panni di Asbjorn, Johan Hegg (frontman della band heavy metal Amon Amarth che alla mitologia vichinga ha dedicato buona parte della propria produzione musicale), Ryan Kwanten (Conall), Ken Duken che interpreta Thorald, Ryan Kwanten, Leo Gregory, Anatole Taubman e Ed Skrein. Nei 97 minuti della durata del film non riesci ad affezionarti a nessun personaggio, non ti suscitano emozioni anche impegnandotici a fondo.

Non esiste una base solida e ben strutturata su cui la trama possa poggiare, non c’è un incipit, se non quello che Asbjorn fa intendere una volta naufragato sulla costa scozzese, ossia che il padre è stato assassinato e lui esiliato insieme ad alcuni compagni dal nuovo Re, ma non vengono mostrati flashback di quel momento, non c’è pathos legato al dolore di un figlio che ha perso il padre.

NorthmenNon ci sono dialoghi, o comunque troppo pochi e soprattutto non interessanti, più che un film, i Vichinghi possono tranquillamente essere definiti come un incontro di Wrestling e siamo sicuri che la WWE sarà felice di questo; 97 minuti in cui i Lupi e i Vichinghi se le danno di santa ragione. Con scene addirittura inverosimili, come quella in cui un vichingo cadendo da un precipizio continua ad uccidere mercenari e esce illeso; insomma se volevate uno splatter alla Tarantino/Rodriguez dovevate pensare la pellicola in una chiave del tutto diversa.

Se in un futuro (non troppo) prossimo ci fosse l’intenzione di girare un sequel, sarebbe meglio creare in primis una struttura solida e forte su cui intrecciare le nuove avventure dei Vichinghi, perché così non funziona e in secondo luogo aggiungere maggiori dialoghi.

Camilla Lombardozzi

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