Presentato all’ultimo Festival di Cannes, è stato accolto da una lunga standing ovation. In Inghilterra, suo Paese d’origine, è stato acclamato dal pubblico e accolto con lunghi e sentiti applausi e, infatti, è stato il grande vincitore dei British Independent Film Awards (Bifa), portando a casa ben tre premi, tra cui Miglior film, Miglior attore non protagonista e Miglior attrice non protagonista.
Diretto da Matthew Warchus, Pride è una raffica di battute esilaranti scritte dallo sceneggiatore Stephen Beresford. Una commedia irresistibile destinata a diventare uno dei casi cinematografici dell’anno. Nel cast Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay, Joseph Gilgun, Andrew Scott, Ben Schnetzer, Chris Overton, Faye Marsay, Freddie Fox e Jessica Gunning.
Basato su una storia vera, Pride è ambientato in piena era Thatcher, durante lo storico sciopero dei minatori inglesi del 1984. Degli attivisti del movimento gay, spinti dalla solidarietà verso chi, come loro, lotta contro il sistema, decidono di raccogliere fondi per gli scioperanti del Galles. I minatori, però, accolgono con diffidenza l’iniziativa, considerando il sostegno di lesbiche e gay inopportuno e imbarazzante. Ma l’incontro tra i due mondi, difficile per non dire esplosivo, si trasformerà in un’entusiasmante amicizia.
Il regista Matthew Warchus confessa “Quello di Pride era un copione a cui era impossibile dire no. Mi ha fatto ridere, mi ha sorpreso e divertito di continuo, e alla fine mi ha commosso. Combattere per il diritto di lavorare sotto terra in condizioni spaventose sembra difficile oggi da capire, ma nel 1984 i minatori sapevano che quello era tutto ciò che avevano, per la loro generazione e per quelle a venire. Ma il loro sciopero, ora lo sappiamo, non era solo una questione economica, bensì uno scontro chiave in una guerra ideologica più ampia. Pochi anni dopo lo sciopero Margaret Thatcher disse che non esisteva una cosa come la società, ma esistevano semplicemente gli individui e le famiglie. I protagonisti di Pride credono fortemente nel contrario: credono nella forza dell’unione.
Una solidarietà universale, in nome di un orgoglio che è diritto di tutti. Il fatto che oggi tutto ciò ci colpisca è la prova di quanto negli anni ci siamo allontanati da quello spirito”.
La scena del ballo di Dominic West rappresenta un momento chiave del film, poiché fino ad allora da parte della comunità dei minatori c’era una certa resistenza verso il movimento LGSM e questi stessi cercano di mantenere un profilo basso. Un profilo basso, però, non è nello stile di Jonathan Blake, il personaggio interpretato da Dominic il cui atteggiamento è “Sono quello che sono, faranno bene ad accettarlo”. Così sceglie la canzone ‘Shame Shame Shame’ e inizia a ballare, rompendo il ghiaccio.
Pride è il secondo film di Matthew Warchus, uno dei maggiori registi britannici per il teatro e per l’opera, il più giovane regista di sempre a debuttare con la Royal Shakespeare Company e vincitore di ben sette Olivier Awards con l’indimenticabile Matilda The Musical. Ha esordito al cinema nel 1999 con Inganni pericolosi e, ultimamente, poco dopo la presentazione di Cannes, è stato nominato direttore del prestigioso Old Vic Theatre di Londra, prendendo il posto di Kevin Spacey.