Biagio da Ficuzza.

Arriva al cinema dopo l’anteprima al Festival di Roma, la figura di Biagio Conte, una persona che ispira la sua vita a Palermo a San Francesco. Biagio, distribuito dall’Arbash in collaborazione con l’Acec (associazione cinematografica degli esercenti cattolici) che in Italia raggruppa più di 500 schermi, arriverà in oltre 200 sale.

biagio2Sul grande schermo sarà Marcello Mazzarella a interpretare Biagio Conte, il missionario laico palermitano che in Sicilia ha aperto tre missioni dove ospita più di 1.000 bisognosi. “Biagio”, questo il titolo, è stato scritto e diretto Pasquale Scimeca con un contributo di Film Commission Sicilia.

A inizio anni Novanta Biagio Conte vende tutto quello che ha e lascia la famiglia benestante a Palermo per incamminarsi alla ricerca del senso dell’esistere. Il suo è un percorso iniziatico che passa dalle montagne al mare, in totale povertà, ed è costellato di incontri in cui Biagio “smonta” e inverte di segno la diffidenza e l’ostilità dei suoi “fratelli”, trasformando ogni contatto umano in un’occasione di speranza. Ad accompagnarlo ci sono le parole e l’esempio di San Francesco, e dunque il viaggio di Biagio non può che culminare ad Assisi dove, sdraiato sul pavimento della chiesa, l’uomo troverà la sua pace interiore. Ma avrà veramente trovato Dio?

“Produrre un film da indipendenti in Italia – afferma il regista -, si sa, è difficile, ma è ancora più difficile riuscire a portarlo nelle sale. E questo – dice il regista – sia per motivi oggettivi (negli ultimi anni il numero delle sale cinematografiche si è ridotto notevolmente) sia a causa di una politica culturale, ma anche commerciale, sbagliata che è stata fatta dagli operatori del settore nell’ultimo decennio”.

“La maggior parte delle sale – prosegue Pasquale Scimeca -, (soprattutto le multisale) ormai programmano quasi esclusivamente o commedie leggere o kolossal americani ad alto budget, ricchi di effetti speciali. Questa situazione fa sì che poche grandi distribuzioni siano nelle condizioni di imporre la programmazione delle singole sale cinematografiche. Le sale del circuito d’essai, in Italia ancora molto esiguo, spesso per poter sopravvivere sono costrette a programmare quel genere di film per cui al cinema indipendente e di qualità che si produce, nonostante tutto in Italia, non rimangono altro che le briciole, programmazioni limitate con una durata media di una settimana e in periodi marginali”.

Pasquale Scimeca BiagioDa qui l’idea della distribuzione alternativa: “Tante anteprime di un giorno, attorno alle quali organizzare la partecipazione di associazioni, di circoli del cinema e delle scuole che hanno lo scopo di coinvolgere il pubblico interessato al nostro film e nello stesso tempo preparare il terreno per la programmazione più a lungo termine”.

“La gente moriva per strada, la violenza e la paura erano impresse sulla faccia e sulle cose e l’unico Dio era il denaro. Tutto questo mi faceva star male, ma consentitemi almeno di non essere complice di tutto questo male..”. Così racconta Biagio Conte per spiegare perché a 25 anni, bello, ricco, integrato, lascia tutto va a vivere nelle montagne di Ficuzza e in solitudine assoluta comincia cercare Dio. La sua ricerca lo porta ad Assisi a dialogare con San Francesco che media il suo incontro con Dio. Poi il ritorno a Palermo e l’inizi della sua missione: aiutare gli altri. A partire dai barboni della Stazione che lava, nutre e cura chiamandoli fratelli. Fino alla realtà odierna, la creazione un centro che si chiama Speranza e Carità, e che assiste circa duemila persone tra uomini e donne. E che vive, appunto, solo di carità.

biagio1“Biagio non voleva ch’io facessi questo film – racconta il regista – aveva paura di commettere un peccato d’orgoglio. Ma alla fine mi ha detto se Dio Vuole te lo farà fare”. E Scimeca ne ha fatto un’opera rigorosa e altamente spirituale, al punto da confessare “non ho ancora il dono della fede, ma una cosa è certa i giorni passati alla Missione in compagnia di Biagio,
hanno cambiato la mia vita”.

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